I delitti del Barlume è la serie diretta da Roan Johnson anche autore delle sceneggiature con Davide Lantieri, Ottavia Madeddu, Carlotta Massimi.
In onda su Sky e su Now i tre episodi che compongono l’undicesima stagione.
La serie Sky Original è prodotta da Sky Studios e Palomar liberamente ispirata al mondo della serie “I delitti del BarLume” di Marco Malvaldi (edita da Sellerio Editore).
Le tre nuove storie sono “Il pozzo dei desideri”, “La girata” e “Sopra la
panca”. La prima, “Il pozzo dei desideri”, è stata presentata fuori concorso al
41esimo Torino Film Festival.
Il cast de I delitti del Barlume è formato da: Filippo Timi, Lucia
Mascino, Alessandro Benvenuti, Atos Davini, Massimo Paganelli e il compianto Marcello Marziali (Gino) Enrica Guidi, Corrado Guzzanti e Stefano Fresi.
I camei di quattro guest star d’eccezione sono quelli di: Orietta
Berti, Marco Messeri, Francesco Motta e Sandro Veronesi.
Torna l’estate a Pineta e con lei risate e indagini.
Il padrone di casa di Massimo, Beppe e Tizi viene trovato morto in un pozzo;
loro rischiano di rimanere senza casa e Pasquali la bancarotta.
C’è un incidente durante una battuta di caccia e la Fusco non ci vede chiaro mentre il sindaco Pasquali, per far fronte ai debiti del Comune, multa tutta Pineta scatenando le ire dei bimbi.
L’accoltellamento di un imprenditore vede coinvolto il padre della Tizi, preda delle amnesie.
Ma davvero è stato lui?
Una valigetta piena di soldi sembra essere la risposta a tutto, anche ai debiti di Pasquali,
mentre al BarLume si svolge un improvvisato concerto di Orietta Berti con i bimbi e
Beppe a fare da coro.
Su I delitti del Barlume dice il regista:
Un prodotto più unico che raro, con delle dinamiche produttive che in questi undici anni lo fanno diventare un case study, di cui ovviamente non vi possiamo parlare.
Il BarLume è una serie che vive dentro delle contraddizioni inestricabili:
è una serie che parte dall’adattamento degli esilaranti romanzi di Marco Malvaldi ma che per necessità produttive e per scelte narrative
se ne discosta diventando una sorta di universo parallelo della saga inventata dallo scrittore pisano.
Si tratta di una serie comedy, forse addirittura comica, dove però si parla di morti ammazzati, e basa il suo successo più che sui gialli, sui suoi personaggi e i loro drammi e inciampi personali
e perfino esistenziali. È una serie che parte come collection di film con un protagonista assoluto, e muta la sua pelle, diventando sempre più orizzontale,
e sempre più corale – perdendo per qualche film il suo personaggio principale, per ritrovarlo prima in Argentina e riaccoglierlo dentro sé come il miglior padre fa con i suoi figliol prodighi.
Il BarLume, infatti, è sempre riuscito a contenere dentro di sé cammeo, toni, generi,
scherzi sia narrativi sia metanarrativi con una naturalezza
che ha stupito perfino noi sceneggiatori (gli stessi da dieci anni, cioè Davide Lantieri, Ottavia Madeddu,
Carlotta Massimi e io), la Palomar, Sky e il fido montatore Paolo Landolfi.
E a ogni stagione questo divertissement ha conquistato il pubblico che lo ha amato sempre di più. Spesso, nei momenti più difficili di questo ciclo ininterrotto di scrittura, cast, scouting e preparazione, set, montaggio, mix, promozione,
non ci siamo persi d’animo perché abbiamo pensato a chi ci aveva detto che aspettava il BarLume
come un rito, uno dei momenti dove si riuniva la famiglia per farsi delle sane risate
tutti insieme.
Credo quindi che il mio ruolo principale sia stato quello di mantenere in quel ginepraio di ego, paure, rivendicazioni, insicurezze, tensioni
che è ogni serie, un’atmosfera il più possibile divertita, giocosa, e soprattutto, autoironica.
Il BarLume, infatti, ha una regola fondamentale:
si può ridere di tutto, perfino della morte, e non deve mai e poi mai prendersi troppo sul serio.