l'abbaglio

“L’abbaglio” il film scritto e diretto da Roberto Andò con Toni Servillo e Ficarra e Picone

L’abbaglio è il film diretto da Roberto Andò

che firma anche la sceneggiatura con Ugo Chiti, Massimo Gaudioso.

Nel cast de L’abbaglio  ci sono:

Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò,

Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Pascal Greggory, Giulia Lazzarini.

l abbaglioLa distribuzione è a cura di  01 Distribution mentre la produzione è di: Tramp Limited

e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film, in collaborazione con Netflix

La fotografia è opera di Maurizio Calvesi.

1860: Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia,

e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini.

Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista.

Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica.

In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo.

Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso.

Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto

gruppetto di militi,

cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio,

che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola.

Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

 

Sul film L’abbaglio il regista Andò dichiara:

Questa vicenda è rimasta a lungo nell’ombra, nonostante siano apparsi alcuni saggi storici

che ne approfondiscono i dettagli.

Suscitò anche l’interesse di Leonardo Sciascia, che nel 1963 gli dedicò un racconto dal titolo Il silenzio, rimasto inedito e solo di recente dato alle

stampe da Adelphi nella raccolta postuma Il fuoco nel mare.

La vicenda della colonna Orsini ha un valore emblematico e contiene le potenzialità di una

parabola che partendo da un episodio del passato si rivolge all’oggi.

Un affresco in cui si narra l’idealismo appassionato con cui si cercò di realizzare l’unità della patria, mettendo in scena i compromessi cui quell’ispirazione ideale dovette adeguarsi per realizzarsi.

È un film sui paradossi della Storia, dove si mescolano comicità e dramma, e dove

ritornano i tre grandi interpreti del mio film precedente, La stranezza: Toni Servillo, Salvo

Ficarra e Valentino Picone.

Un’occasione per ricostruire un episodio poco noto della nostra Storia minima, illuminante per vedere i chiaroscuri e le contraddizioni di quella grande.

Una vicenda esemplare ambientata in una Sicilia che ancora una volta si rivela lo

scenario di un’identità inquieta e sfuggente, bilanciata tra il desiderio di giustizia e la

mistificazione, con un finale ambientato in un luogo che collega il passato al presente.

Un film sul carattere degli italiani: furbi, appassionati, generosi, opportunisti, coraggiosi,

individualisti, cinici, idealisti.

Secondo Servillo il film:

Dunque “L’abbaglio” ha come obiettivo soprattutto quello di porre interrogativi, quindi non raccontare la storia con la grancassa del trionfalismo, del come eravamo,

 ma di far risuonare potentemente delle domande che ci riguardano ancora molto oggi”.

Anche Ficarra e Picone dicono la loro sui personaggi che interpretano ne L’abbaglio:

“Per questo film ci prepariamo da almeno quattro anni.

Mentre Toni andava a cavallo, noi ci addestravamo a parlare siciliano: abbiamo fatto un corso di sei mesi a Brescia!

La prima volta, con La stranezza, c’era il desiderio di stare insieme.

Poi Roberto ha voluto rifrequentare un posto dove è stato bene, al di là del successo del precedente film.

Avere la consapevolezza di alimentare e vivere nella sua fantasia è una sensazione meravigliosa”

rapito

“Rapito” è il film di Marco Bellocchio con Fabrizio Gifuni, Barbara Ronchi, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi

Rapito il film di Marco Bellocchio, presentato al 76° Festival di Cannes come uno dei tre film italiani in concorso, va in onda sabato 1 febbraio su Rai 3 alle 21.15.

rapitoNel cast di Rapito ci sono:

Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala, Leonardo Maltese, Filippo Timi,

Fabrizio Gifuni, Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi.

La sceneggiatura è di Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli,

e la consulenza storica di Pina Totaro.

Il montaggio è di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti, la fotografia è di Francesco Di Giacomo.

Il film si ispira liberamente a “Il caso Mortara” di Daniele Scalise, edizioni Mondadori.

Il film è una produzione IBC Movie e Kavac Film con Rai Cinema in coproduzione con Ad Vitam Production (Francia) e The Match Factory (Germania)

ed è prodotto da Beppe Caschetto e Simone Gattoni, coprodotto con la partecipazione di Canal +, Cine’ + e Br/Arte France Cinéma in associazione con Film-und Medienstiftung NRW

con il supporto di Région Ile-de-France.

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara.

Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni.

Secondo le dichiarazioni di una domestica,

ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato.

La legge papale è inappellabile:

deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio.

Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica.

Ma il Papa è inflessibile e non accetta di restituire il bambino.

Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

Sul suo personaggio Gufuni dichiara:

Questo personaggio è un altro regalo di Marco, lavorare con lui è una festa dell’intelligenza, della creatività e della libertà.

Mi ha dato la possibilità di condividere un momento creativo con uno dei più grandi artisti contemporanei, e un interprete non può che godere.

Bellocchio sul film dice:

Ho letto diversi anni fa il libro e la storia mi aveva affascinato.

Ma poiché Spielberg stava già preparando il film in Italia ci siamo fermati .

In un secondo momento sapemmo, durante un viaggio in America per la promozione del Il traditore che Spielberg si era fermato,

si disse perché non trovava il bambino.

E quindi siamo ripartiti.

Sicuramente quello che abbiamo immaginato ha echi nella storia di oggi, ma io non ho minimamente pensato di fare un film né politico né ideologico contro la Chiesa o il Papa.

Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103

Lockerbie una serie Sky Peacock basata sull’attentato ai danni del volo Pan Am 103

Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103 è la nuova serie Sky Original in cinque parti in partenza il 27 gennaio in esclusiva su Sky (in onda su Sky Atlantic) e in streaming solo su NOW.

Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103Un drama che racconta l’impatto devastante sulle famiglie delle vittime dell’attacco di Lockerbie.

Il protagonista di Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103 è  Colin Firth  nei panni di Jim Swire con  Catherine McCormack  nei panni di Jane Swire.

La serie è basata sull’attentato ai danni del volo Pan Am 103 e sulla ricerca di giustizia del dottor Jim Swire e di sua moglie Jane, che nel disastro aereo del 1988 persero la loro amata figlia, Flora.

Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103  è una co-produzione tra UCP e Sky Studios,

prodotta con Carnival Films della Universal International Studios per Sky e Peacock.

Sia Universal International Studios che UCP sono divisioni di Universal Studio Group.

La serie è il primo scripted co-commissionato da Sky e Peacock.

Lockerbie è scritta e diretta da Jim e Kirsten Sheridan, con Naomi Sheridan che firma la sceneggiatura di uno dei cinque episodi.

Dan Winch è produttore. Nigel Marchant e Gareth Neame sono produttori esecutivi per Carnival, con Samantha Hoyle produttore esecutivo per Sky Studios. Oskar Slingerland è produttore esecutivo.

La serie è stata commissionata da Gabriel Silver, Director of Commissioning for Drama di Sky Studios per Zai Bennett, Managing Director of Content di Sky UK.

E’ prodotta col supporto della Screen Scotland’s Screen Commission.

Una miniserie in cinque episodi, scritta dai candidati all’Oscar Jim Sheridan e Kirsten Sheridan.

Il 21 dicembre 1988, 259 passeggeri e membri dell’equipaggio rimasero uccisi quando il volo Pan Am 103 esplose sopra Lockerbie 38 minuti dopo il decollo,

con altri 11 residenti che persero la vita quando l’aereo precipitò sopra la tranquilla cittadina scozzese. Sulla scia del disastro e della morte di sua figlia, il dottor Jim Swire , è  nominato portavoce delle famiglie delle vittime del Regno Unito, che si sono unite per chiedere verità e giustizia.

Viaggiando attraverso i continenti e le divisioni politiche, Jim intraprende un viaggio incessante che lo porta nei deserti della Libia

dove incontra il colonnello Muammar Gheddafi  e nei Paesi Bassi per il processo del cittadino libico condannato, Abdelbaset al-Megrahi .

Un viaggio che non solo mette a repentaglio la sua stabilità, la sua famiglia e la sua vita, ma ribalta completamente la sua fiducia nel sistema giudiziario.

Mentre la verità si sposta sotto i piedi di Jim, la sua visione del mondo cambia per sempre.

 

 «L’attentato al volo Pan Am 103 –  hanno dichiarato Jim e Kirsten Sheridan  è stato uno degli attacchi terroristici più letali del mondo

che continua ad avere implicazioni diffuse sul significato della giustizia negli Stati Uniti, in Scozia e in Libia.

A più di 30 anni di distanza, questa serie dà uno sguardo intimo e molto personale alle conseguenze del disastro,

e siamo grati a tutti coloro, in particolare Jim e Jane, che ci hanno affidato il compito di raccontare la loro storia, e quella dei loro cari, sullo schermo».

 La serie è basata sul libro “The Lockerbie Bombing: A Father’s Search for Justice” di Jim Swire e Peter Biddulph, insieme a diverse altre fonti.

la stanza accanto

La stanza accanto è il film scritto e diretto da Pedro Almodóvar con  Julianne Moore, Tilda Swinton, John Turturro

La Stanza Accanto è il primo lungometraggio di Pedro Almodóvar in lingua inglese, adattamento cinematografico del romanzo Attraverso la vita di Sigrid Nunez.

Almodóvar ha scritto la sceneggiature e dirige la pellicola.

la stanza accantoLa stanza accanto è stato presentato in anteprima mondiale all’81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto il Leone d’oro al miglior film.

I produttori sono: Agustín Almodóvar, Esther García

La casa di produzione è El Deseo mentre la distribuzione in italiano è a cura di Warner Bros. Entertainment Italia.

Nel cast de La stanza accanto ci sono:

Julianne Moore, Tilda Swinton, John Turturro, Alessandro Nivola, Melina Matthews.

La Stanza Accanto segue la storia di una madre imperfetta e di una figlia rancorosa, separate da un grave malinteso.

Tra di loro, un’altra donna, Ingrid, amica della madre, è la custode del loro dolore e della loro amarezza. Martha,

la madre, è una reporter di guerra e Ingrid è una romanziera autobiografica.

Il film affronta la crudeltà infinita della guerra, i modi molto diversi in cui le due autrici femminili si avvicinano e scrivono della realtà, della morte, dell’amicizia e del piacere sessuale

come i migliori alleati nella lotta contro l’orrore.

Pedro Almodóvar sul film  ha raccontato:

La Stanza Accanto è il mio primo lungometraggio in inglese.

La mia insicurezza è scomparsa dopo la prima lettura a tavolino con le attrici, alle prime indicazioni di regia.

La lingua non sarebbe stata un problema, e non perché io padroneggi l’inglese, ma perché tutto il cast era pronto a venirmi incontro per capirmi e farsi capire.

I miei film sono pieni di dialoghi. Tra tutti gli elementi narrativi, sono gli attori a raccontare davvero la storia.

Ne La Stanza Accanto Tilda Swinton e Julianne Moore sostengono da sole tutto il peso del film e sono incredibili.

Sono stato fortunato perché entrambe hanno dato vita a un vero e proprio recital.

A volte, durante le riprese, sia io che la troupe eravamo sull’orlo delle lacrime.

È stato un lavoro molto commovente e benedetto, in un certo senso”.

diamanti

Diamanti è il film diretto da Ferzan Özpetek e scritto dallo stesso regista con Carlotta Corradi ed Elisa Casseri

Diamanti è il film  diretto da Ferzan Özpetek e scritto dallo stesso regista con Carlotta Corradi ed Elisa Casseri.

diamantiIl direttore della fotografia è Gian Filippo Corticelli.

Diamanti è prodotto da Greenboo Production di Marco Belardi,

Faros Film e Vision Distribution, in collaborazione con Sky, al cinema con Vision Distribution.

La scenografia è di Deniz Kobanbay,

i costumi sono di Stefano Ciammitti,

il montaggio è curato da Pietro Morana e le musiche da Giuliano Taviani e Carmelo Travia.

Nel cast di Diamanti ci sono:

Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Sara Bosi, Loredana Cannata, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Milena Mancini, Paola Minaccioni, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino,

Vanessa Scalera, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Mara Venier, Giselda Volodi e Milena Vukotic,  Stefano Accorsi,

Luca Barbarossa, Vinicio Marchioni, Valerio Morigi, Edoardo Purgatori e Carmine Recano

Geppi Cucciari, Sara Bosi, Vanessa Scalera, Milena Mancini, Giselda Volodi e Mara Venier.

Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto:

le osserva, prende spunto, si fa ispirare, finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire

riempie un luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli ruoli marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume.

Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano,

così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile.

Sul film il regista Özpetek dichiara:

” Io racconto quello che conosco. E questa volta, più della storia, volevo raccontare l’intesa che instauro con le attrici, con le donne.

È un’intesa diversa da quella con gli uomini. È più profonda.

Le donne hanno un sesto senso sulle cose, non hai bisogno di parlare né di spiegare, ti intendi subito. Con Mara Venier ho un rapporto viscerale. E così anche con Kasia Smutniak. Lo stesso vale con Luisa Ranieri.

E quando parlo con loro, non solo mi sento capito. Mi sento cresciuto. E poi è sempre tutto così caotico, così fuori dagli schemi, così inaspettato.

Per un ruolo dovevo prendere un’attrice spagnola famosa.

Poi ho scelto Vanessa Scalera. Lei arriva da me un giorno e scopro che dimostra venti anni di meno rispetto a come la truccano in televisione.

Dovevamo parlare quindici minuti e invece siamo rimasti insieme quattro ore a bere quattro gin tonic. Ho un rapporto speciale con tutte queste donne”.

i delitti del barlume

“I delitti del Barlume” la seria Sky con Filippo Timi, Lucia Mascino, Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi giunge alla dodicesima edizione

I delitti del Barlume giunge alla sua dodicesima stagione.

La serie, prodotta da Sky Studios e Palomar (a Mediawan Company), liberamente ispirata al mondo della serie “I delitti del BarLume” di Marco Malvaldi (edita da Sellerio Editore),

va in onda in esclusiva su Sky Cinema e in streaming

solo su NOW, dal 13 gennaio per tre lunedì.

i delitti del barlumeLe tre nuove storie, si intitoleranno “Non è un paese per bimbi”, “Gatte da pelare” e “Sasso carta forbici”.

Il primo film è diretto da Roan Johnson, che delle storie è anche produttore creativo,

per il secondo si dividono la regia Johnson e Marco Teti mentre il terzo è diretto da Milena Cocozza.

La sceneggiatura è di: Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu e Carlotta Massimi.

Nel cast di I delitti del Barlume ci sono: Filippo Timi, Lucia Mascino, Alessandro

Benvenuti, Atos Davini e Massimo Paganelli.

E Michele Di Mauro, Enrica Guidi , Corrado Guzzanti  e Stefano Fresi

Gino misteriosamente scomparso con una partita di diamanti e i Bimbi che provano a

rintracciarlo.

Viviani vuole evadere dalla sua prigionia e liberarsi dalle capre ereditate da Carmine.

Pasquali  rincorre la sua Susanita e scappa dalle minacce di brutti ceffi Colombiani.

La Fusco e Tassone in missione in Montenegro alla ricerca della loro amata e

odiata Anna Rusic.

Cioni e Govoni da soli a Pineta con le loro gatte da pelare.

Beppe e Tizi impelagati in una lotta all’ultimo scherzo contro Cosimo.

Marchino lanciato finalmente nella sua carriera da trapper.

Lucia Macino su questa serie dice:

«Roan è arrivato dalla seconda stagione e ha seguito i suoi gusti non quelli del pubblico. In tal modo risulta evidente che la serie non è studiata a tavolino.

È una commistione di qualsiasi cosa: giallo comico, un demenziale raffinatissimo, la tenerezza fra i personaggi che sono un po’ dei poveretti e fanno a gara a chi è messo peggio, rendendoli più vicini alle persone».

Filippo Timi parla delle novità di questa stagione: «Lucia ha parlato di tenerezza ed è vero, questo sguardo tenero sulla vita penso sia l’elemento in più che contagia, a partire dai “Bimbi” tutti gli altri personaggi.

E poi abbiamo alcuni attori che io considero delle Ferrari, come Corrado Guzzanti e Alessandro Benvenuti con i quali c’è uno scambio reale. Nessuno è in gara con l’altro.

Dico una sola parola: capre! A un certo punto sognavo solo di mangiare arrosticini, non ne potevo più di stare in mezzo a loro e con la troupe ci siamo presentati dal regista con dei cartelli con su scritto:

“Basta capre!”, perché va bene cercare se stessi, ma alla lunga che noia…

Alla fine il karma mi riporta in casa con il mio fratellastro, la Tizi e suo papà Cosimo.

m il figlio del secolo

M. il figlio del secolo la nuova serie con Luca Marinelli diretto da Joe Wright

M. il figlio del secolo per la regia di Joe Wright, è la serie Sky Original che va in onda da venerdì 10 gennaio  in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Si tratta dell’adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale,

che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere del Duce Benito Mussolini.

m il figlio del secolo Luca Marinelli  è il protagonista Benito Mussolini.

M. il figlio del secolo è prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Pathé.

La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in parlamento

dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925.

Offrirà inoltre uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele,

l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca.

Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri.

M. il figlio del secolo è scritta da Stefano Bises  e Davide Serino.

«Per un grande progetto come ‘M.’ non potevamo che pensare a un talento autentico ed eclettico come Luca Marinelli, perfetto per un ruolo tanto complesso qual è quello di Mussolini.

dichiara Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia e la Germania,

Un attore come pochi ce ne sono in Italia e nel mondo, che corteggiavamo da tempo e che siamo entusiasti di avere finalmente a bordo di questa nuova produzione Sky Studios,

che si delinea ancora più, ora, nella sua unicità. 

Con la regia di un maestro come Joe Wright e con la guida del testo di Scurati, adattato qui dalla scrittura di Stefano Bises e Davide Serino,

siamo pronti a varare un progetto che segna nel nostro percorso creativo e produttivo un ulteriore passo in avanti».

«Talento, originalità e audacia contraddistinguono da sempre i nostri Sky Original, e ‘M.’, un progetto che abbiamo fortemente voluto, li esprime nella loro più intensa e raffinata accezione.

dice Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia

Con questa nuovo titolo vogliamo offrire al nostro pubblico una storia unica, non solo importante ma necessaria, dal successo di Antonio Scurati,

nella quale si incontrano il grande talento di un attore carismatico come Luca Marinelli, calato nel ruolo complesso di Mussolini,

e la visione di un regista raffinato come Joe Wright».

La serie arriverà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti i territori Sky in Europa.

La distribuzione internazionale è di Fremantle.

Il protagonista Luca Marinelli:

Nominato ben 5 volte ai David di Donatello,  fra cui la nomination che gli è valsa il premio per Lo chiamavano Jeeg Robot,

film che gli ha fatto conquistare anche il Nastro d’Argento,

vincitore della Coppa Volpi come miglior attore a Venezia per Martin Eden

e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino.

Il romanzo  M. il figlio del secolo di Antonio Scurati

Pubblicato in Italia da Bompiani nel 2018,   è  tradotto ad oggi in 46 paesi, ha venduto oltre 600.000 copie. Negli Stati Uniti è edito da HarperCollins.

È il primo di una trilogia dedicata da Scurati al fascismo e a Benito Mussolini:

il secondo romanzo è M. L’UOMO DELLA PROVVIDENZA, cui ha fatto seguito da qualche settimana

il terzo romanzo della serie bestseller, M. GLI ULTIMI GIORNI DELL’EUROPA,

che si concentra sul cruciale triennio tra il 1938 e il 1940.

un gentiluomo a mosca

“Un Gentiluomo a Mosca” è la serie diretta da Sam Miller e Sarah O’Gorman con protagonista Ewan McGregor

Un Gentiluomo a Mosca è la serie tv ideata da Ben Vanstone, diretta da Sam Miller e da Sarah O’Gorman da una sceneggiatura di Ben Vanstone, Nessah Muthy.

La serie tv  è in 8 episodi della durata di circa 50 minuti l’uno ed è  disponibile su Paramount +.

un gentiluomo a moscaUn Gentiluomo a Mosca è tratto dal bestseller internazionale, edito da Neri Pozza, scritto da Amor Towles.

Il produttore è Lis Steele mentre i produttori esecutivi sono:

Tom Harper, Sharon Hughff, Pancho Mansfield, Xavier Marchand, Ewan McGregor, Sam Miller, Amor Towles, Ben Vanstone

Le case di produzione sono:  Lionsgate Television, Paramount Television International Studios, Vanity Film & TV, Popcorn Storm Pictures, Moonriver Productions.

Nel cast di Un Gentiluomo a Mosca con Ewan McGregor ci sono:

Mary Elizabeth Winstead, Beau Gadsdon, Johnny Harris, Leah Harvey, Paul Ready, Anastasia Hille, Björn Hlynur Haraldsson, John Heffernan, Fehinti Balogun,

Daniel Cerqueira, Lyes Salem, Billie Gadsdon.

 

1922 Russia, periodo dopo la Rivoluzione che ha deposto lo zar.

Al ricco conte Alexander Rostov non viene condannato alla pena capitale da un tribunale bolscevico per via di una poesia.

E’ condannato a rimanere agli arresti domiciliari nell’Hotel Metropol di Mosca, dove già stava vivendo, senza possibilità di uscire dall’edificio dove riceve vitto e alloggio.

Nella sua stanzetta nel sottotetto con un letto e poco altro,con compagni di vita solo i residenti dell’Hotel, Alexander cerca un nuovo scopo di vita.

Ben Vanstone parla dell’intento della serie: «portare sullo schermo lo stesso fascino e la stessa filosofia che hanno reso il romanzo un best-seller.

Volevamo cercare di catturare l’intera ampiezza dell’esistenza umana in uno show televisivo. Il che è una missione coraggiosa da realizzare».

 

Ewan McGregor, sul suo personaggio che ha amato dal primo momento della lettura del copione e del libro da cui è tratta la serie, tanto da spingerlo a diventare produttore esecutivo della stessa dice:

«Siamo in Russia subito dopo la rivoluzione che ha portato i bolscevichi al comando.

Il conte Alexander Rostov non viene ucciso come “meriterebbe” in quanto aristocratico perché si crede – cosa in realtà non vera – che in gioventù abbia scritto un poema sul comunismo.

All’inizio della storia che segue le sue vicende e quelle di altri personaggi intorno a lui in un arco temporale di oltre trent’anni, lo incontriamo subito dopo il processo.

Gli hanno risparmiato la vita, è vero, ma a una condizione:

dovrà passare il resto della sua esistenza dentro il Metropol hotel, se metterà anche solo un piede fuori dalla porta verrà immediatamente giustiziato».

Il regista Sam Miller dice di essere rimasto:

«colpito dall’umanità del romanzo.

Anche se è ambientato in Russia in un periodo storico preciso non volevamo fare una sorta di documentario.

Ci siamo presi delle libertà perché quello che contava era creare un “contenitore” capace di riflettere le emozioni che questa storia trasmette».

 

 

napoli - new york

Napoli – New York è il film di Gabriele Salvatores con Pierfrancesco Favino da un soggetto di Fellini e Pinelli

Napoli – New York è il film di Gabriele Salvatores da un soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli.

Il trattamento del film è stato scritto da Fellini e Pinelli a metà degli anni ’40, quando Fellini era uno sceneggiatore e regista in difficoltà a Roma,

prima di dirigere il suo primo film Lo sceicco bianco nel 1952.

napoli - new york Il manoscritto del trattamento è emerso dall’archivio Pinelli nel 2006.

I diritti di adattamento sono stati acquistati dai produttori Isabella Cocuzza

e Arturo Paglia della Paco Cinematografica.

Nel cast di Napoli – New York ci sono: Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra,

Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro, con la partecipazione di Tomas Arana ed Antonio Catania

Napoli – New York  è una produzione PACO CINEMATOGRAFICA con RAI CINEMA in associazione con Groupama Assicurazioni

con il contributo di Regione Friuli Venezia Giulia e FVG Film Commission Regione Campania.

Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda.

Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima.

I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.

Girato nell’estate del 2023 tra Trieste, Rijeka, gli studi di Cinecittà e, naturalmente, Napoli, 

È un film molto classico, diviso in tre atti.

Direi che non è un film felliniano: non ha niente di onirico, di surreale. Semmai è un film molto influenzato, come lo era allora il soggetto, dal neorealismo.

 È la storia di due bambini, due scugnizzi che scappano come clandestini per andare a New York:

c’è quest’idea del viaggio e dell’arrivo in un posto come quello in cui si ritrova Alice nel Paese delle Meraviglie.

Di felliniano, forse, c’è solo la nave che li porta lì.

Per me era un bellissimo modo, non ideologico, per ricordarci che una volta i migranti eravamo noi. Siamo il paese che ha avuto più migranti al mondo, 20 milioni.

L’idea di vedere come eravamo, più o meno nella stessa situazione in cui vediamo migranti di oggi al telegiornale era molto interessante.

 In realtà il film parla dell’avventura e della crescita di questi due ragazzi.

berlinguer la grande ambizione

“Berlinguer La grande ambizione” diretto da Andrea Segre con Elio Germano e Stefano Abbati, Paolo Calabresi

“Berlinguer La grande ambizione”  è il film diretto da Andrea Segre

autore anche della sceneggiatura con Marco Pettenello.

La fotografia è opera di Benoît Dervaux.

berlinguer la grande ambizione Una produzione Vivo film e Jolefilm con RAI CINEMA

in coproduzione con Tarantula,  AGITPROP.

Nel cast di “Berlinguer La grande ambizione”  con Elio Germano ci sono:

Stefano Abbati, Francesco Acquaroli, Fabio Bussotti, Paolo Calabresi, Ugo Pecchioli,

Roberto Citran, Pierluigi Corallo, Nikolay Danchev, Svetoslav Dobrev

Luca Lazzareschi, Lucio Patanè, Andrea Pennacchi, Paolo Pierobon

Elena Radonicich, Fabrizia Sacchi.

Quando una via sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi?

Non l’ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale,

con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti

dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia.

Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni di andare al governo,

aprendo a una stagione di dialogo con la Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la Storia.

Dal 1973, quando sfuggì a Sofia a un attentato dei servizi bulgari, attraverso le campagne elettorali e i viaggi a Mosca,

le copertine dei giornali di tutto il mondo e le rischiose relazioni con il potere,

fino all’assassinio nel 1978 del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro:

la storia di un uomo e di un popolo per cui vita e politica, privato e collettivo, erano indissolubilmente legati.

 

Il regista Segre su “Berlinguer La grande ambizione” dice:

Su Enrico Berlinguer sono stati realizzati molti documentari, libri, saggi, ma nessuno ha mai provato ad affidare al cinema di finzione la ricostruzione “da dentro” della sua vita,

o di parte di essa, del suo mondo e del suo popolo.

Insieme a Marco Pettenello, sceneggiatore e compagno di tanti viaggi importanti, ho deciso di

misurarmi con questa sfida e due sono stati i cardini che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui:

 

da una parte il rispetto della serietà e della sobrietà di Berlinguer, dall’altra la scelta di non

imitare né idealizzare, ma di provare sempre a capire.

Non sono due indicazioni puramente razionali, credo siano profondamente poetiche.

Seguendole, ho cercato di entrare nel pensiero di Berlinguer, nella sua relazione diretta con

quanto ha voluto e ha fatto,

con le sue ambizioni, le sue tensioni e le sue paure, negli anni forse

più complessi e decisivi della sua esperienza politica.

E ho cercato di penetrare nel suo mondo,

in quell’universo parallelo unico, intenso e non privo di contraddizioni, così singolare nella

storia d’Europa, che ha rappresentato il Partito Comunista Italiano,

 a cui Berlinguer ha dedicato la vita intera.

Aver scelto, sin dal primo istante, Elio Germano come protagonista è stato essenziale,

 perché sapevo e ora so ancora meglio che anche lui avrebbe lavorato per capire e non per rappresentare.

Ho seguito Enrico/Elio con una regia di immersione, grazie alla maestria della camera di Benoît Dervaux, dentro ai luoghi e alle scelte di quegli anni così densi,

 veri spartiacque dello sviluppo sociale e politico dell’Italia e non solo.