improvvisamente a natale mi sposo

Improvvisamente a Natale mi sposo di e per la regia di Patierno con Abatantuono, Frassica,   Foresta, Placido, Reggiani, Elio e con Carol Alt

Improvvisamente a Natale mi sposo è il film diretto da Francesco Patierno autore anche della sceneggiatura con Federico Baccomo.

Nel cast di Improvvisamente a Natale mi sposo  ci sono:

Diego Abatantuono, Nino Frassica,  Michele Foresta, Violante Placido, Primo Reggiani, Elio e con Carol Alt.

improvvisamente a natale mi sposoIl film è prodotto da Stefano Bethlen e Guglielmo Marchetti e distribuito da Notorious pictures.

Mancano pochi giorni a Natale e, come ogni anno, la famiglia di Lorenzo (Diego Abatantuono) converge verso il suo albergo per le vacanze natalizie.

Lorenzo li ha avvisati che non possono mancare per niente al mondo, visto che ha un annuncio importante da fare: si sposerà.

La notizia lascia tutti senza parole ma la più sconvolta è Alberta (Violante Placido), che non vuole proprio accettare la novità.

Anzi, si convince che Serena (Carol Alt), la promessa sposa dal passato misterioso, sia una sorta di cacciatrice di dote.

Infatti Serena nasconde effettivamente un passato segreto e vive sotto falso nome,

ma per via un ex marito stalker da cui è scappata e non per chissà quale interesse segreto verso Lorenzo, di cui è sinceramente innamorata.

Tutto ciò sarà svelato proprio durante la celebrazione del matrimonio in chiesa, che diventerà una movimentata sarabanda,

con tutti i nostri protagonisti uniti per neutralizzare l’ex marito pazzo di Serena.

Finalmente Lorenzo non ha più dubbi a offuscargli la mente.

Ogni incertezza che aveva è scomparsa e con un emozionante discorso in chiesa si dichiara pronto a unirsi a Serena,

avventurarsi in una nuova vita e lasciare la gestione dell’albergo a Otto, che per la prima volta potrà “dire la sua”.

 

 

Sul Improvvisamente a Natale mi sposo  dice Patierno:

Con il secondo capitolo che segue il fortunato esordio di un anno fa, cresce la voglia di confrontarsi con un cinema che parli con tutti ma che rispetti, in primis, l’intelligenza del pubblico.

Proprio per questo, produzione e regia hanno lavorato su una storia leggera ma non banale, delicata ma anche profonda, cercando non solo la risata,

ma anche di toccare le corde dell’emozione grazie all’aiuto di un grande cast.

Molte conferme, come Abatantuono, Violante Placido, Frassica e Mago Forest, ma anche new entry come Elio, Primo Reggiani, Valentina Filippeschi e tanti altri. C

on Federico Baccomo, co-autore della sceneggiatura, siamo partiti dalla realtà, raccontando un intreccio di cui conoscevamo, per esperienza diretta, meccanismo e personaggi,

declinandolo in una commedia che speriamo, come il film precedente, possa raggiungere l’obiettivo più alto e difficile:

unire grandi e meno grandi davanti a uno schermo grande, una sala buia e, ci auguriamo, piena.

 

 

palazzina laf

Palazzina Laf è il film di esordio alla regia per Michele Riondino che sarà nelle sale dal 30 novembre

Palazzina Laf è il film di esordio alla regia per Michele Riondino che sarà nelle sale dal 30 novembre.

Nel cast di Palazzina Laf  ci sono: Michele Riondino, Elio Germano, Vanessa Scalera, Domenico Fortunato, Gianni D’Addario, Michele Sinisi,

Fulvio Pepe, Marina Limosani, Eva Cela e con Anna Ferruzzo con la partecipazione di Paolo Pierobon

palazzina lafPalazzina Laf  è una produzione Palomar, Bravo e Bim Distribuzione con RAI CINEMA una coproduzione Italo – Francese.

in co-produzione con PAPRIKA FILMS.

Caterino, uomo semplice e rude è uno dei tanti operai che lavorano nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto.

Vive in una masseria caduta in disgrazia per la troppa vicinanza al siderurgico e nella sua indolenza condivide con la sua giovanissima fidanzata il sogno di trasferirsi in città.

Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui sarebbe bene liberarsi,

Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo ed esclusivamente alla ricerca di motivazioni per denunciarli.

Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina LAF,

dove alcuni dipendenti, per punizione, sono obbligati a restarvi privati delle loro consuete mansioni.

Questi lavoratori non hanno altra attività se non quella di passare il tempo ingannandolo giocando a carte, pregando o allenarsi come fossero in palestra.

Caterino scoprirà sulla propria pelle che quello che sembra un paradiso, in realtà non è che una perversa strategia per piegare

psicologicamente i lavoratori più scomodi, spingendoli alle dimissioni o al demansionamento.

E che da quell’inferno per lui non c’è via di uscita.

Michele Riondino sul film e sul suo personaggio dice:

“Caterino è l’idea che ho io del declino della classe operaia tarantina un tempo nobile e oggi in crisi di dignità, rappresenta una  sua “critica feroce verso la classe operaia tarantina,

che continua a difendere un’azienda che non ha futuro, che non difende i lavoratori e che preferisce schierarsi dalla parte del più forte, del carnefice,

piuttosto che gridare al mondo intero di essere vittima, di essere la parte lesa, la parte debole di questa società”.

Nel film abbiamo dovuto creare una cornice di credibilità a delle storie assurde, ma ciò che raccontiamo sono verità oggettive tratte dai diversi testimoni della storia e dalle carte processuali.

In quegli anni si viveva una vera e propria strategia della tensione all’interno dell’azienda:

venivano promossi non i lavoratori meritevoli, ma chi era capace di schiacciare gli altri, era una sorta di scatenata arrampicata sociale”.

Vanessa Scalera sulla sua partecipazione al film afferma:  “Ho partecipato a questa storia prima di tutto come cittadina

 

 

 

cento domeniche

“Cento domeniche” è il film scritto, diretto ed interpretato da Antonio Albanese nelle sale dal 23 novembre

Cento domeniche è il film diretto da  Antonio Albanese da un soggetto dello stesso Albanese con Pietro Guerrera.
Nel cast di Cento domeniche  ci sono:

Antonio Albanese, Liliana Bottone, Bebo Storti, Sandra Ceccarelli, Maurizio Donadoni, Elio De Capitani, Sandra Toffolatti, Martin Chishimba 

con la partecipazione straordinaria di Giulia Lazzarini.

cento domenicheIl film, una produzione Palomar e Leo, è prodotto da Carlo Degli Esposti, Nicola Serra Dario Fantoni in collaborazione con Vision Distribution società del gruppo Sky, Prime Video, Sky

uscirà nelle sale il 23 novembre distribuito da Vision Distribution.

Antonio, ex operaio di un cantiere nautico, conduce una vita mite e tranquilla: gioca a bocce con gli amici, si prende cura della madre anziana,

ha una ex moglie con cui è in ottimi rapporti ed Emilia, la sua unica e amatissima figlia.

Quando Emilia un giorno gli annuncia che ha deciso di sposarsi, Antonio è colmo di gioia, può finalmente coronare il suo sogno regalandole il ricevimento

che insieme hanno sempre sognato potendo contare sui risparmi di una vita.
La banca di cui è da sempre cliente sembra però nascondere qualcosa, i dipendenti sono all’improvviso sfuggenti e il direttore cambia inspiegabilmente di continuo.

L’impresa di pagare il matrimonio di sua figlia si rivelerà sempre più ardua e Antonio scoprirà, suo malgrado, che chi custodisce i nostri tesori non sempre custodisce anche i nostri sogni.

Sul Cento domeniche il regista Albanese dice:

Immaginate da un giorno all’altro che tutto quello che avete costruito con sacrificio

nell’arco della vostra vita vi venga portato via.

E che assieme ai vostri beni spariscano

anche la vostra serenità e la capacità di guardare al futuro con fiducia.

Immaginate che a quel punto l’affetto e il conforto di chi vi vuole bene non sia più sufficiente a

reggere l’onda d’urto della vergogna.

Perché di quel mostruoso raggiro, ingiustamente, vi sentite anche responsabili.

Questo è quello che capita ad Antonio Riva, il protagonista della nostra storia.

Antonio è una delle tante vittime dei crack bancari.

Storie di ordinaria avidità, che hanno travolto le esistenze di centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori su e giù per la penisola.

Quello che Antonio subisce è un tradimento.

In quella provincia operosa dove è cresciuto, della banca del paese ci si è sempre fidati.

Per tutti la banca è sempre stata il confessionale: conosce vita, morte e miracoli di tutta quella comunità.

Ne ha accompagnato la crescita, finanziato il desiderio legittimo di avere una casa propria.

Per questo, alla scoperta del raggiro, la prima reazione di Antonio è di incredulità.

Poi subentra lo smarrimento e l’angoscia di chi è stato tradito proprio da chi si fidava, la

vergogna di non aver intuito quanto stava accadendo.

Ho sentito la necessità di raccontare questa storia, non solo per l’universalità che

esprime, ma soprattutto mi ha colpito la dignità che le persone come Antonio hanno

manifestato in queste circostanze.

La fiducia nel proprio lavoro, l’attaccamento alle proprie radici, quella straordinaria capacità di accontentarsi e di vivere una vita serena fatta di piccole cose e di relazioni autentiche.

Per questo l’onda del raggiro e del tradimento li ha travolti: non erano pronti ad affrontarla.

Per questo abbiamo deciso di dedicare questo film alle centinaia di migliaia di persone

tradite dall’avidità.

diabolik chi sei

Diabolik, chi sei? è il film diretto dai Manetti bros. con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone e Valerio Mastandrea

Diabolik, chi sei? è il film diretto dai Manetti bros. in uscita il 20 novembre nelle sale.

Nel cast di Diabolik, chi sei?  ci sono: Giacomo Gianniotti, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, Monica Bellucci,

Pier Giorgio Bellocchio, Chiara Martegiani, Massimiliano Rossi, con Mario Sgueglia, Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti,

Michele Ragno, Amanda Campana, Andrea Arru, Max Gazzè, con la partecipazione di Carolina Crescentini, Paolo Calabresi con Lorenzo Zurzolo

diabolik chi seicon la partecipazione straordinaria di Barbara Bouchet,

il sostegno Dell’Emilia-Romagna Film Commission e Friuli-Venezia Giulia Film Commission

con il contributo di Calabria Film Commission.

Diabolik, chi sei? ha la sceneggiatura firmata da Antonio Manetti, Marco Manetti, Michelangelo La Neve

La fotografia di Francesca Amitrano, la produzione di Mompracem, Rai Cinema e la distribuzione di 01 distribution.

Diabolik Chi sei?, diretto da Antonio e Marco Mainetti, è il terzo film sul re del terrore.

Diabolik e la sua complice, nonché amante, Eva Kant sono pronti a mettere in atto un nuovo ingegnoso piano,

mentre l’ispettore Ginko cercherà ancora una volta di impedire alla coppia di portare a termine la loro missione e riuscire finalmente ad arrestarli.

Questa volta il ladro e l’ispettore verranno entrambi catturati da una banda di criminali, ritrovandosi faccia a faccia intrappolati nella stessa cella.

Non avendo alcuna via d’uscita e sicuri di essere destinati alla morte, i due uomini avranno un confronto, durante il quale Diabolik rivelerà a Ginko il suo passato oscuro.

Nel frattempo sia Eva Kant che Altea sono alla ricerca dei loro uomini. Le due donne uniranno le forze per salvare i loro amati?

 

I fratelli Manetti  sul film dicono: Da lettori abbiamo visto Diabolik attraversare gli anni con quella capacità

magica, che hanno sempre i fumetti, di restare identico,

 e apparentemente della stessa età, mentre passano i decenni.

Abbiamo voluto metter e anche questa caratteristica nel film, facendo un balzo in avanti di un decennio.

Dopo gli anni 60 del primo e del secondo capitolo, ci troviamo improvvisamente negli anni 70.

Questo ha rappresentato una sfida per noi e per i nostri collaboratori artistici.

Scenografie, costumi e fotografia sono cambiati in modo piuttosto radicale:

dalla fredda razionalità ed eleganza che caratterizza gli anni 60, siamo passati alla follia eccentrica e rivoluzionaria del decennio successivo.

Questo ha dato un taglio completamente diverso al film , anche dal punto di vista cinematografico e di ritmo del racconto.

Se non bastasse, nella seconda parte, quando raccontiamo la sorprendente infanzia di Diabolik, abbiamo fatto un tuffo in dei non ben definiti anni 40,

cambiando ancora una volta lo stile, in maniera ancora più repentina, passando a un immaginario espressionista rigorosamente in bianco e nero.

Un’altra caratteristica del fumetto è che ogni storia nuova ti fa entrare in un mondo a sé, con personaggi nuovi che vivono una vita complessa e “tridimensionale” che inizia e finisce all’interno della storia stessa.

Così in questo film, oltre al cast fisso già presente negli altri  si sono aggiunti tanti nuovi attori a disegnare un caleidoscopio di personaggi, sia nella storia principale che nel racconto del passato del

leggendario criminale.

Diabolik stesso viene interpretato da più attori.

Per concludere, il terzo film è pieno di canzoni e di straordinarie interpretazioni

di grandi cantanti italiani e non.

Per il brano dei titoli di testa, dopo l’oscurità di Manuel Agnelli e l’eleganza di Antonio Diodato, siamo passanti al funky frizzante e stiloso dei Calibro 35 in coppia con Alan Sorrenti.

Questa canzone rappresenta la profonda differenza di questo film rispetto ai precedenti.

mia

“Mia” il film scritto e diretto da Ivano De Matteo con Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Milena Mancini in prima tv su Sky

Mia è il film diretto e scritto da Ivano De Matteo con Valentina Furlan.

Il film è  in prima tv su Sky mercoledì 8 novembre, alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Nel cast di Mia ci sono: Greta Gasbarri, Edoardo Leo, Milena Mancini, Riccardo Mandolini, Alessia Manicastri, Giorgia Faraoni, Giorgio Montanini,

Melinda De Matteo, Samuel Christian Franzese, Vinicio Marchioni.

miaLa distribuzione è a cura di 01 Distribution.

La fotografia è di Giuseppe Maio, il montaggio di Ivano De Matteo, Giuliana Sarli e la produzione di Lotus Production con Rai Cinema

Mia racconta la storia di una famiglia semplice e felice in cui entra violentemente un ragazzo, un manipolatore, che stravolge la vita di una quindicenne meravigliosa, rendendola un incubo.

Quando la ragazza, aiutata dal padre, riesce ad allontanarsi e ricominciare a vivere, il ragazzo decide di distruggerla.
Al padre rimane solo una cosa: la vendetta.

Su Mia il regista De Matteo dichiara:

 “Ho una figlia di quindici anni e questo è stato il primo motivo per cui desideravo fare della sceneggiatura di Mia un film. Sono un uomo. E questo è stato il secondo motivo. 

Ho sofferto e soffro ogni volta che la leggo.

Mi sono ritrovato davanti a una storia per cui, in qualità di uomo potevo essere sia la figura positiva (del padre) che quella negativa (del ragazzo).

Potevo percepire perfettamente entrambi.

Lato eroico e quello oscuro.

Troppo spesso le ragazzine diventano tristi, perdono la volontà di vivere, dimagriscono, si isolano, soffrono

e il fatto che questo avvenga in silenzio, nelle loro stanze, senza destare fastidi… le rende invisibili.

Con questo film voglio abbracciarle.

Vivere insieme ai miei personaggi per questo ho scelto di utilizzare un linguaggio che tutti i giovani possano comprendere, attraverso la loro musica e le loro immagini, i TikTok, i video.

Ho usato la macchina a mano, cercare meno quadri e più protagonisti. Volevo stare sui volti.

Entrare dentro la scena e non assistervi. Seguirli di nascosto, rubare le loro emozioni e trasmetterle in modo immediato e vivido, senza filtri” .

Edoardo Leo, nel ruolo del padre: ”

È stata un’esperienza umanamente e psicologicamente devastante.

Tornavo a casa la sera ed ero distrutto, ho ritrovato dopo tanto tempo la fatica di recitare.

Viviamo in una società profondamente maschilista e che dobbiamo continuare a combattere questo sistema. 

 

c'è ancora domani

“C’è ancora domani” è il film che segna il debutto alla regia di Paola Cortellesi nelle sale dal 26 ottobre

C’è ancora domani è il film diretto da Paola Cortellesi che ha aperto la diciottesima edizione delle Festa del cinema di Roma

e sarà nelle sale dal 26 ottobre distribuito da Vision Distribution.

c'è ancora domani Il soggetto e la sceneggiatura del film sono di:  Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi

Nel cast di C’è ancora domani con Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea ci sono:

Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli e Vinicio Marchioni

C’è ancora domani è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside,

società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, società del gruppo Sky.

Delia è la moglie di Ivano, la madre di tre figli.
Moglie, madre. Questi sono i ruoli che la definiscono e questo le basta.

Seconda metà degli anni 40: questa famiglia qualunque vive in una Roma divisa tra la spinta positiva della liberazione e le miserie della guerra da poco alle spalle.

Ivano  è capo supremo e padrone  della famiglia, lavora duro per portare i pochi soldi a casa e non perde occasione di sottolinearlo, a volte con toni sprezzanti, altre, direttamente con la cinghia.

Ha rispetto solo per quella canaglia di suo padre, il Sor Ottorino, un vecchio livoroso e dispotico di cui Delia è a tutti gli effetti la badante.

L’unico sollievo di Delia è l’amica Marisa, con cui condivide  momenti di leggerezza e qualche intima confidenza.
È primavera e tutta la famiglia è in fermento per l’imminente fidanzamento dell’amata primogenita Marcella, che, dal canto suo,

spera solo di sposarsi in fretta con un bravo ragazzo di ceto borghese, Giulio, e liberarsi finalmente di quella famiglia imbarazzante.

Anche Delia non chiede altro, accetta la vita che le è toccata e un buon matrimonio per la figlia è tutto ciò a cui aspiri.

L’arrivo di una lettera misteriosa però, le accenderà il coraggio per  rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro migliore, non solo per lei.

Sul film Paola Cortellesi dice:

In balìa di un marito padrone e di un suocero canaglia, prigioniera del focolare, paladina del cortile, Delia ha come unica aspirazione il matrimonio imminente della sua primogenita, figlia prediletta e suo unico grande amore, per la quale nutre speranze di una vita agiata e serena.

Sembra una delle trame -sempre un po’ sinistre- di molte fiabe per bambine e invece è storia, piuttosto consueta, di una famiglia italiana qualunque, nella seconda metà degli anni ’40.

Uno schiaffone in pieno viso e via, come se niente fosse.

Avevo in mente quest’immagine e il desiderio di mettere in scena, attraverso Delia, le donne che ho immaginato dai racconti delle mie nonne;

vicende drammatiche, narrate con la volontà di sorriderne, storie di vite dure, condivise con tutti nel cortile.

Gioie e miserie, tutto in piazza, tutto insieme sempre. In quei racconti c’erano le donne comuni, quelle che non hanno fatto la storia,

che hanno accettato una vita di prevaricazioni perché così era stabilito, senza porsi domande. Questo è stato.

Questo, a volte, è ancora. Leggendo con mia figlia un libro per bambine sulla storia dei diritti delle donne, ho trovato il riscatto di Del

Leggendo con mia figlia un libro per bambine sulla storia dei diritti delle donne, ho trovato il riscatto di Delia, il finale di questo racconto,

costruito passo dopo passo insieme ai miei inseparabili compagni di viaggio Furio e Giulia, che per primi mi hanno compresa, incoraggiata, stimolata. E si sono fidati di me.

Ho avuto la fiducia di ogni reparto artistico e tecnico, di una squadra eccellente che ha lavorato ogni giorno con cura e passione,

di un cast portentoso fino al più piccolo ruolo, in grado di passare da un registro all’altro con stupefacente agilità.

Ho tentato di immaginare cosa abbiano provato quelle donne, quelle reali, nel ricevere una lettera in cui qualcuno – tanto più importante dei loro aguzzini domestici- certificava il loro diritto di contare.

Con “C’è ancora domani” ho voluto raccontare le imprese straordinarie delle tante donne qualunque che hanno costruito, ignare, il nostro paese.

Delia è le nostre nonne e bisnonne. Chissà se abbiano mai intravisto un “domani”.

Per Delia un domani c’è. È un lunedì, ed è l’ultimo giorno utile per cominciare a costruire una vita migliore.

ultima volta che siamo stati bambini

L’ultima volta che siamo stati bambini è il debutto alla regia di Claudio Bisio

L’ultima volta che siamo stati bambini esordio alla regia di Claudio Bisio; il film  ha aperto la  53ª edizione del Giffoni Film Festival ed è nelle sale dal 12 ottobre.

Il film nel suo primo weekend di programmazione è stato il film più visto con oltre 66 mila presenze (66777) raggiungendo un incasso totale di quasi mezzo milione di euro.

Grande successo da parte del pubblico di giovani e giovanissimi, grazie al quale il film ha già ricevuto numerose richieste di programmazione da parte delle scuole.

ultima volta che siamo statiGiampaolo Letta (vice presidente e AD Medusa Film) dichiara:

Siamo molto soddisfatti per l’apprezzamento  che il nostro film sta ricevendo anche da parte del pubblico giovane.

In questo momento così difficile, segnato da avvenimenti tragici, in occasione dell’80esimo anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, oggi più che mai ci ricorda l’importanza e il valore della memoria

La pellicola, tratta dall’omonimo libro di Fabio Bartolomei – edizioni e/o, è una coproduzione italo francese

Solea, Bartlebyfilm, Rosebud Entertainment Pictures in associazione con MEDUSA FILM,

in collaborazione con PRIME VIDEO, prodotto da Sandra Bonzi, Claudio Bisio,

Massimo Di Rocco, Luigi Napoleone

coprodotto da Angelo Laudisa, con la distribuzione di  MEDUSA FILM.

L’ultima volta che siamo stati bambini esce nelle sale il 12 ottobre.

Nel cast de L’ultima volta che siamo stati bambini ci sono:

Alessio Di Domenicantonio, Vincenzo Sebastiani,

Carlotta De Leonardis, Lorenzo Mcgovern Zaini,

Marianna Fontana, Federico Cesari, Claudio Bisio

e con la partecipazione straordinaria di Antonello Fassari.

 

Roma, estate 1943. Quattro bambini giocano alla guerra mentre attorno esplodono le bombe della guerra vera. Italo è il ricco figlio del Federale,

Cosimo ha il papà al confino e una fame atavica, Vanda è orfana e credente, Riccardo viene da un’agiata famiglia ebrea.

Sono diversi ma non lo sanno e tra loro nasce “la più grande amicizia del mondo”, impermeabile alle divisioni della Storia che insanguina l’Europa.

Per loro tutto è gioco, combattono in cortile una fantasiosa guerra fatta di missioni avventurose ed eroismi, poi però fanno patti “di sputo” e non “di sangue” per paura di tagliarsi.

Ma il 16 ottobre il ragazzino ebreo viene portato via dai tedeschi insieme ad oltre mille persone del Ghetto. Grazie al padre Federale di Italo, i tre amici credono di sapere dov’è e,

per onorare il “patto di sputo”, decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberare il loro amico.

L’ennesima missione fantasiosa entra nella realtà, i tre bambini viaggiano soli in un’Italia stremata dalla guerra, fra soldati allo sbando, disertori, truppe di tedeschi occupanti, popolazioni provate e affamate.

I tre bambini non sono del tutto soli, due adulti partono a cercarli per riportarli a casa: Agnese, suora dell’orfanotrofio in cui vive Vanda, e Vittorio, fratello di Italo.

Lei cristianamente odia la violenza e lui è un eroe di guerra fascista: sono diversi e, al contrario dei bambini, lo sanno benissimo infatti litigano tutto il tempo.

Il doppio viaggio dei bambini e degli adulti nell’Italia lacerata dalla guerra sarà gioco e terrore, poesia fanciullesca e privazioni, scoperta della vita e rischi di morte:

un’esperienza capace di imprimere il suo sigillo su tutti i personaggi coinvolti, cambiando la coscienza dei singoli e le loro relazioni.

Fino al sorprendente ma in fondo purtroppo logico, finale.

Sul film Claudio Bisio dice:

Quando ho letto il libro ho riso e pianto. Insomma, me ne sono innamorato e ho pensato che quella storia andasse portata al cinema.

Il mio entusiasmo ha contagiato prima Sandra Bonzi di Solea e Massimo di Rocco di Bartleby Film e infine Gianpaolo Letta di Medusa, il quale non solo ha deciso di sostenere il progetto, ma mi ha anche convinto a cimentarmi nella regia.

Io? Dirigere un film ambientato durante il rastrellamento del ghetto del 1943 con protagonisti quattro bambini? Una follia?

Sicuramente un’incredibile ed emozionante avventura alla quale mi sono avvicinato con umiltà e rispetto, e dalla quale esco arricchito umanamente e professionalmente.

rapito

“Rapito” di Marco Bellocchio con Gifuni, Ronchi, Timi, Russo Alesi in prima assoluta su Sky

Rapito il film di Marco Bellocchio, presentato al 76° Festival di Cannes come uno dei tre film italiani in concorso, va in onda lunedì 16 ottobre su Sky cinema Uno.

rapitoNel cast di Rapito ci sono:

Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala, Leonardo Maltese, Filippo Timi,

Fabrizio Gifuni, Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi.

La sceneggiatura è di Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli,

e la consulenza storica di Pina Totaro.

Il montaggio è di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti, la fotografia è di Francesco Di Giacomo.

Il film si ispira liberamente a “Il caso Mortara” di Daniele Scalise, edizioni Mondadori.

Il film è una produzione IBC Movie e Kavac Film con Rai Cinema in coproduzione con Ad Vitam Production (Francia) e The Match Factory (Germania)

ed è prodotto da Beppe Caschetto e Simone Gattoni, coprodotto con la partecipazione di Canal +, Cine’ + e Br/Arte France Cinéma in associazione con Film-und Medienstiftung NRW

con il supporto di Région Ile-de-France.

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara.

Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica,

ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato.

La legge papale è inappellabile: deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio.

Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica.

Ma il Papa è inflessibile e non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

Sul suo personaggio Gufuni dichiara:

Questo personaggio è un altro regalo di Marco, lavorare con lui è una festa dell’intelligenza, della creatività e della libertà.

Mi ha dato la possibilità di condividere un momento creativo con uno dei più grandi artisti contemporanei, e un interprete non può che godere.

Bellocchio sul film dice:

Ho letto diversi anni fa il libro e la storia mi aveva affascinato.

Ma poiché Spielberg stava già preparando il film in Italia ci siamo fermati .

In un secondo momento sapemmo, durante un viaggio in America per la promozione del Il traditore che Spielberg si era fermato, si disse perché non trovava il bambino.

E quindi siamo ripartiti.

Sicuramente quello che abbiamo immaginato ha echi nella storia di oggi, ma io non ho minimamente pensato di fare un film né politico né ideologico contro la Chiesa o il Papa.

volevounfigliomaschio

Volevo un figlio maschio di Neri Parenti con Enrico Brignano e Giulia Bevilacqua nelle sale

Volevo un figlio maschio è il film scritto e diretto da  Neri Parenti.

Il film è prodotto da Beppe Caschetto per IBC Movie e da Flavia Parnasi per Combo International in associazione con Medusa Film.

Una produzione IBC Movie e Combo International in associazione con Medusa Film realizzata da IBC Movie.

volevo un figlio mashioVolevo un figlio maschio con Enrico Brignano e Giulia Bevilacqua.

e con Samira Finotti, Giulia Tumbarello, Edoardo Giugliarelli, Massimo Quagliata, Roberta Volponi, Tommaso Guidi,

Clizia Fornasier, Giovanni Guardiano, Lallo Circosta e con Maurizio Marchetti e la partecipazione di Mariano e Ruben Rigillo e Maurizio Casagrande.

La sceneggiatura  di Volevo un figlio maschio è di Neri Parenti con Gianluca Bomprezzi, Manuela D’Angelo e Pier Paolo Piciarelli.

La fotografia è di Gino Sgreva, le scenografie di Massimo Santomarco, i costumi di Eleonora Rella, il montaggio di Luca Montanari e le musiche di Bruno Zambrini.

Alberto sogna da sempre di avere un figlio maschio con cui condividere le sue passioni: il cibo, il calcio, le auto sportive…

Ma il destino gli ha dato ben tre figlie femmine che gli impongono tutt’altra vita: sana, colta e al femminile.

Quando la moglie Emma è in attesa del quarto figlio, Alberto chiede alle “stelle” di avere “almeno” un maschio. Il suo desiderio viene esaudito.

Pure troppo! Per incanto le sue tre figlie femmine diventano tre maschi. Ma sarà davvero meglio vivere con tre figli maschi o saranno solo guai…

Su Volevo un figlio maschio dice il regista Parenti:

“Sarà una commedia per tutta la famiglia con un piccolo e inatteso risvolto fantasy.

Una piacevolissima sorpresa, come lo sono Enrico Brignano, IBC Movie e Combo International con i quali lavoro per la prima volta.

Adesso, l’appuntamento per tutti sarà al cinema”.

 

nata per te

Nata per te il film di Fabio Mollo con Gigante, Saponangelo, Bobulova, Piavani, Truppo, Forte nelle sale

Per que preNata per te è il film diretto da Fabio Mollo

Nel cast di Nata per te  ci sono:

Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo, Barbora Bobulova, Alessandro Piavani e con Antonia Truppo

e con la partecipazione speciale di Iaia Forte.

Nata per te  ha un soggetto di Furio Andreotti e Giulia Calenda, la sceneggiatura è di

Furio Andreotti, Giulia Calenda e Fabio Mollo.

Il film è prodotto da Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz, Francesca Longardi per Cattleya

Massimo Di Rocco, Luigi Napoleone per Bartlebyfilm

una produzione Cattleya e Bartlebyfilm

in collaborazione con VISION DISTRIBUTION, società del gruppo Sky.

Nata per te è la storia di Luca e Alba: un uomo e una bambina che hanno disperatamente

bisogno l’uno dell’altra,

anche se il mondo intorno a loro non sembra ancora pronto a vederli insieme.

Il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia per Alba, che ha la sindrome di down e,

appena nata, è stata abbandonata in ospedale.

Luca, single, omosessuale, cattolico, da sempre mosso da un forte desiderio di paternità, lotta per ottenere l’affidamento di Alba.

Quante famiglie “tradizionali” devono dire di no prima che Luca possa essere preso in

considerazione?

Può una bambina rifiutata dal mondo diventare il premio di una vita?

 

Sul film il regista dice:

È un racconto di amore, di paternità e di famiglia. Ma è anche la storia di un’eccezione ad una legge ingiusta e obsoleta.

Mia sorella è mia sorella grazie a un’adozione.

Il giorno in cui siamo andati a prenderla in Istituto è stato il più bello della mia infanzia.

Parliamo di un affido temporaneo, limitato solo alle vacanze di Natale.

Ho diviso la mia cameretta con lei, le ho insegnato a dire

“techilimando” per indicare quell’oggetto nero pieno

di pulsanti che serve per guardare i cartoni e

a dire “mio ratello” per indicare quel bambino di

nove anni con i capelli ricci che divideva la camera con lei.

Siamo stati alle giostre, a casa di nonna, alla messa di Natale.

Alla fine delle vacanze, l’abbiamo dovuta riportare in Istituto e io ho pianto tanto in

ascensore.

Per fortuna i miei genitori non si sono arresi e, nonostante tante difficoltà, sono riusciti ad

ottenere altri affidi temporanei, che dopo dieci anni si sono trasformati in adozione.

Quello che i miei genitori hanno fatto per mia sorella è per me l’essenza di cosa vuol dire

essere genitore.

Quindi per quanto detto prima, avrei fatto lo stesso, quando con il mio compagno

abbiamo deciso di creare una famiglia.

Purtroppo, c’è una forza più grande di me che mi impedisce di farlo. È la legge del Paese in cui vivo.

Quando ho letto la storia di Luca Trapanese ho gioito per lui e per sua figlia.

 Ho sentito una profonda gioia e, allo stesso tempo, una profonda responsabilità quando mi hanno chiesto di fare il film.

“Nata per te” è la storia di un uomo che vede il mondo

con occhi diversi, che trasforma la disabilità in bellezza e l’impossibilità in realtà.