Mese: Aprile 2023

rocco schiavone

Rocco Schiavone quinta stagione con Marco Giallini ancora protagonista diretto da Spada in onda sulla Rai

Rocco Schiavone quinta stagione è la serie tratta dai romanzi e racconti di Antonio Manzini

rocco schiavoneediti in Italia da Sellerio per la regia di Simone Spada.

Nel cast con Marco Giallini ci sono:  Ernesto D’Argenio, Christian Ginepro, Massimo Reale,

Lorenza Indovina, Valeria Solarino,  Mirko Frezza,  Massimo Olcese, Gino Nardella.

La sceneggiatura è di  Antonio Manzini e  Maurizio Careddu.

I Produttori della Rai sono: Ivan Carlei, Alessandro Carbone, Fania Petrocchi

Prodotto da Rosario Rinaldo (APA) e Maddalena Rinaldo per CROSS PRODUCTIONS

Rocco Schiavone quinta stagione  è una coproduzione RAI FICTION, CROSS PRODUCTIONS e BETA FILM con il sostegno di     Film Commission Vallée d’Aoste

Schiavone continua a dialogare con il fantasma della moglie Marina (ora interpretata da Miriam Dalmazio),

ma il colpo di pistola sparato per errore dall’agente D’Intino  gli ha lasciato un profondo senso di vuoto e di solitudine.

Con il trasferimento di Gabriele (Carlo Ponti) e Cecilia (Anna Bellato) a Milano, Rocco ha perso ogni legame affettivo, nulla sembra potergli riscaldare l’anima:

il rapporto con Sandra (Valeria Solarino) non prende il volo e di Sebastiano (Francesco Acquaroli) nessuno sa più nulla.

Persino il suo fiuto nelle indagini inizia a vacillare, al punto da portare Rocco a compiere uno sbaglio, il primo.

Sarà il ritorno di Baiocchi (Adamo Dionisi) e dei fantasmi del passato a far tremare ulteriormente la terra sotto i suoi piedi,

niente è come credeva che fosse e tutto ciò che lo legava alla sua vita romana sembra sgretolarsi.

Ormai Rocco è costretto ad arrendersi alla realtà aostana tanto detestata, ma che forse rappresenta il suo unico vero rifugio sicuro.

Il regista Simone Spada su Rocco Schiavone quinta stagione:

Schiavone è un vicequestore in forza alla Polizia di Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni nella città di Aosta.

Ma Rocco Schiavone è sì un poliziotto, ma tutto di lui farebbe dire il contrario.

Se penso a Rocco penso a quel meraviglioso viso unico e vissuto di Marco Giallini;

penso alla scrittura umana e raffinata di Antonio Manzini,

a quei bei romanzi Sellerio che divoravo anche prima di poter immaginare che un giorno ne avrei in qualche modo fatto parte,

penso alla passione e alla visione del nostri produttori Rosario Rinaldo e Maddalena Rinaldo,

alla Valle d’Aosta, che anche quest’anno ci ha ospitato,

alla neve, un elemento naturale, magico, malinconico e visivo che merita di riempire quasi sempre un’inquadratura.

Rocco Schiavone è un racconto che più cresce e va avanti negli anni, più diventa potente, pieno e pregno di umanità e ricco di sfumature.

Rocco è un po’ la verità della vita, la sua forza è l’empatia che crea con chi lo ama e chi non lo sopporta.

Nonostante viva in un tempo sospeso, un continuo inverno che sembra non passare mai, Rocco cambia, perché noi stessi cambiamo con lui.

Anche in questa stagione come nelle precedenti si arricchiscono ulteriormente le linee dei personaggi che lo circondano, le sue amicizie, i suoi amori mancati o schivati, i rimpianti, gli incontri e alcuni ritorni.

A questa  quinta stagione  sono particolarmente legato perché fiero di questo prodotto che ormai, sembra assurdo, vivo un po’ come un figlio.

il sole dell'avvenire

Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti nelle sale cinematografiche e poi a Cannes

Il sol dell’avvenire è il film sceneggiato da Francesca Marciano, Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella e diretto da Nanni Moretti nelle sale dal 20 aprile.

il sole avvenireNel cast de Il sol dell’avvenire ci sono:  Nanni Moretti, Margherita Buy, Valentina Romani, Silvio Orlando, Barbora Bobulova,

Flavio Furno, Mathieu Amalric, Zsolt Anger, Jerzy Stuhr, Teco Celio,

Giuseppe Scoditti, Beniamino Marcone, Valerio Da Silva, Angelo Galdi, Arianna Pozzoli, Rosario Lisma, Francesco Brandi, Laura Nardi,

Arianna Serrao, Blu Yoshimi, Michele Eburnea, Elena Lietti, Benjamin Stender, Francesco Rossini,

Federica Sandrini, Carolina Pavone, Sun Hee You.

A maggio, “Il sol dell’avvenire” concorrerà per la Palma d’oro al Festival di Cannes:

La distribuzione è di  01 Distribution, la fotografia di Michele D’Attanasio, il montaggio

Di Clelio Benevento e le musiche sono di Franco Piersanti

La produzione è a cura di  Sacher Film, Fandango con Rai Cinema, Le Pacte.

 

Il sol dell’avvenire vede protagonisti Giovanni (Moretti), un regista sempre meno in sintonia con il mondo attorno a lui.

Sta girando un film ambientato nel 1956, la storia del segretario della sezione del PCI del quartiere romano del Quarticciolo che deve capire come reagire all’invio dei carri armati sovietici a Budapest.

La produttrice del film è sua moglie Paola (Margherita Buy), che però sta pensando di lasciarlo, anche se Giovanni non lo sa.

Giovanni sta anche scrivendo un film tratto da “Il nuotatore” di John Cheever, e allo stesso tempo immagina di girare un film che racconti la storia quarantennale di una coppia,

con tante canzoni italiane a fare da sottofondo.

Sul film Moretti dice:

Per quanto riguarda il film ambientato nel ’56, alcuni anni fa, prima di ‘Tre piani’ cercammo di ambientare un film in quell’anno però non eravamo soddisfatti.

Poi dopo Tre piani ho detto ‘teniamo quella ambientazione del ’56 ma ai lati, sopra e sotto, voglio raccontare la vita del regista di quel film’”.

Il film offre l’opportunità di riflettere sul presente, per esempio sullo stato odierno del cinema e sulle piattaforme online che vanno bene solo per le serie, i film si devono fare per il cinema.

Ho sempre cercato di andare contro l’onda. Negli anni 80 si facevano pochi film realmente radicati sul territorio e io reagii creando una mia casa di produzione per film italiani;

poi negli anni 90, mentre le sale iniziavano a chiudere, aprii il cinema Nuovo Sacher;

e oggi faccio film rivolti unicamente agli spettatori in sala.

Un tempo i film d’autore venivano preparati bene, coccolati, uscivano al momento giusto. Oggi invece vengono gettati allo sbaraglio e il pubblico non capisce cosa sta uscendo.

Il cinema italiano è vivo, ci sono tanti registi giovani e bravi, oltre agli Amelio, ai Bellocchio, e il pubblico regala sorprese, si pensi a “Le otto montagne”.

Quello che manca è l’attenzione, per esempio delle belle trasmissioni a tema in tv.

 

Margherita Buy sul film dice:

“Questo è un film complesso, ed ero molto curiosa di vedere come si sarebbero intrecciate le varie storie, come sarebbero state rese.

È un film che mi ha molto commossa”.

i pionieri

I Pionieri diretto da Luca Scivoletto con Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina, Claudio Bigagli prodotto da Fandango nelle sale

I Pionieri è il film diretto da Luca Scivoletto con soggetto e sceneggiatura di Eleonora Cimpanelli, Pierpaolo Pirone, Luca Scivoletto prodotto da Domenico Procacci e Laura Paolucci.

I Pionieri è una produzione Fandango e Rai Cinema nelle sale dal 13 aprile.

i pionieriLa fotografia di I Pionieri è di Stefano Falivene, il montaggio di Alice Roffinengo.

Nel cast ci sono: Mattia Bonaventura, Francesco Cilia, Danilo Di Vita, Matilde Sofia Fazio, Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina, Eleonora Danco con la partecipazione di Claudio Bigagli.

Sicilia, estate del 1990. Enrico ha dodici anni e tutti i problemi dei ragazzini della sua età. Ma a tormentarlo non sono gli ormoni impazziti o un amore non corrisposto.

Il suo problema più grande si chiama Partito Comunista Italiano.

Il partito di suo padre – dirigente locale e probabile futuro segretario regionale – e di sua madre, delegata all’educazione ortodossa dei figli:

niente religione, niente Reebook, niente Rambo, niente Nintendo. In pratica: niente vita sociale.

A parte Renato, l’unico amico di Enrico, anche lui figlio di comunisti (il padre morto per la troppa passione politica e la madre viva ma non meno appassionata)

che a dodici anni si veste e parla come un funzionario di sessanta.

Lui al comunismo ci crede davvero. Enrico invece vorrebbe solo essere come gli altri.

D’estate andarsene al mare, per esempio, e non in giro con il padre, a convincere i compagni che la svolta voluta dal segretario, l’abbandono della falce e martello, è ormai inevitabile.

Farebbe qualunque cosa per evitarlo, anche scappare.

Andarsene in campeggio loro due, lontani da sezioni fumose e da cugini maneschi.

Non un campeggio normale, no: rifonderanno i Pionieri, i vecchi scout comunisti ormai estinti da decenni.

E andrebbe tutto liscio se sulla via della fuga non incontrassero Vittorio, compagno di scuola pluribocciato e manesco che si unisce all’impresa;

e Margherita, anche lei in fuga dalla madre, militare americana della vicina base Nato, e da un vero campo scout.

Quattro ragazzini con ben poco in comune, se non la necessità di scappare.

Dai militari americani e da una madre che vuole portarti lontano, dai carabinieri e da un altro quartetto, male assortito come il loro:

i litigiosissimi genitori di Enrico, l’intransigente madre di Renato e il fascistissimo padre di Vittorio.

Per riuscirci Enrico, Renato, Vittorio e Margherita devono restare uniti, che se non si può tornare indietro non si può far altro che andare avanti. Anche se fa paura.

sul film il regista dice:

Il film parte da uno spunto autobiografico, quindi, ma che poi parte per la tangente. Una storia che racconta l’avventura, racconta la crescita, l’amicizia, l’amore.”

L’Italia era organizzata in maniera diversa rispetto ad ora.

C’era una partecipazione alla politica anche quotidiana.

Era una realtà molto diversa. Io faccio parte di quella generazione che ha assistito al distacco dalla politica.

Immagino che, leggendo il libro, i giovani attori siano riusciti ad entrare in un mondo che non conoscevano e farsi un’idea di che cosa fosse.

Il caso del personaggio di Renato è stato emblematico. Francesco, l’attore, doveva crederci. Questa è stata la sfida vera.

Doveva sostenere un personaggio già strano all’epoca. Usavamo la Juventus come metafora. Poi i problemi sono sempre gli stessi, nella famiglia, nella crescita.

Il rispecchiamento per loro c’è, il comunismo è uno sfondo storico.

Magari farà sorgere delle domande: cosa è successo in Italia dopo la caduta del muro?Se i più giovani si faranno questa domanda, la sfida è vinta”.

stranizza d'amuri

Stranizza d’amuri il debutto alla regia di Giuseppe Fiorello è nelle sale

Stranizza d’amuri è il film diretto da Giuseppe Fiorello al suo debutto alla regia.

Il film è liberamente ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto in Sicilia nel 1980, il delitto di Giarre. Il film è dedicato alle due vittime, Toni e Giorgio.

stranizza d'amuriNel cast di Stranizza d’amuri ci sono:  Gabriele Pizzurro, Samuele Segreto, Fabrizia Sacchi, Simona Malato, Antonio De Matteo, Enrico Roccaforte,

Roberto Salemi, Giuseppe Spata, Anita Pomario, Alessio Simonetti, Raffaele Cordiano, Giuditta Vasile

Il film è prodotto da Eleonora Pratelli per Iblafilm, Fenix Entertainment con Rai Cinema, Silvio Campara, Golden Goose e GeneraLife.

Le riprese si sono svolte tra Marzamemi, Ferla, Buscemi, Priolo Gargallo, Pachino.

Giugno 1982, in una calda Sicilia che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini lungo una strada di campagna.

Dallo scontro nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese.

Coraggiosi e affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle dicerie e vivono liberamente.

Una libertà che gli altri non comprendono e non sono disposti ad accettare..

Stranizza d’amuri è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.

Giuseppe Fiorello sul film dice:

“Questa mia prima regia nasce da un articolo che celebrava il trentennale del delitto Giarre, un caso che non conoscevo.

Mi è scattato così un grande senso di colpa: mi sentivo, in quanto siciliano, corresponsabile di quello che era successo.

Nonostante il tema, non volevo dare messaggi, ma casomai fare un inno alla vita. E poi anche io ho amato tanto i miei amici, anche l’amicizia è una forma d’amore, ma senza sesso.

Volevo fare una storia universale e non nascondo che mi sono ispirato a quel capolavoro che è ROMA di Alfonso Cuaron.

Lui più volte ha detto che ha guardato alla sua famiglia e così mi ha suggerito di ambientarlo nel 1982, anno importante per l’Italia, quando il nostro Paese vince i mondiali”.

che prende il titolo dal brano omonimo di Franco Battiato, ha poi le musiche di Giovanni Caccamo e Leonardo Milani.

il ritorno di casanova

Il Ritorno di Casanova è il film diretto da Gabriele Salvatores con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio

Il Ritorno di Casanova è il film diretto da Gabriele Salvatores  nelle sale cinematografiche.

il ritorno di Casanova Liberamente tratto da “Il ritorno di Casanova” di Arthur Schnitzler il film è una produzione Indiana Production con Rai Cinema,

Ba.Be Productions ed EDI Effetti Digitali Italiani,

in collaborazione con 3 Marys Entertainment, in associazione con BPER Banca S.p.A. ai sensi delle norme del tax credit, con il contributo di Regione del Veneto.

Il film ha aperto  il Bif&st 2023 a Bari.

La sceneggiatura è opera dello stesso Gabriele Salvatores con Umberto Contarello e Sara Mosetti.

Nel cast di Il Ritorno di Casanova ci sono: Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso, Alessandro Besentini, Bianca Panconi.

Inoltre figurano nel cast anche:  Antonio Catania, Elio De Capitani, Angelo di Genio, Sara Bertelà, Marco Bonadei.

 

Il protagonista Leo Bernardi è un affermato e acclamato regista alla fine della sua carriera,

che non ha alcuna intenzione di accettare il suo lento declino.

Per la sua ultima opera, Leo ha scelto di raccontare il Casanova di Arthur Schnitzler,

un personaggio incredibilmente simile a lui, più di quanto lui stesso possa immaginare.

Quello raccontato da Schnitzler è un Casanova che ha ormai superato la sua gioventù, i tempi di gloria sono andati:

non ha più il suo fascino e il suo potere sulle donne, non ha più un soldo in tasca, non ha più voglia di girare l’Europa.

Dopo anni di esilio, ha un solo obiettivo: tornare a Venezia, casa sua.

Nel suo viaggio verso casa, Casanova conosce una ragazza, Marcolina, che riaccende una fame di conquista che non sentiva da anni.

Nel tentativo di sedurla, Casanova arriverà alla più tragica delle conclusioni: è diventato vecchio.

Non è un caso se Leo Bernardi abbia deciso di raccontare questa storia proprio adesso, in un momento cruciale della sua vita e della sua carriera.

Le inquietudini e i dubbi dei due sono incredibilmente simili. È più importante il Cinema o la Vita? Continuare a recitare il proprio personaggio o lasciarsi andare alle sorprese che la Vita ti propone?

: “E’ un film a cui tengo molto – ha spiegato tempo fa Gabriele Salvatores – perchè è  la prima volta che parlo un po’ di me.

 

Il protagonista e’  un regista un po’ piu’  giovane di me che deve fare un film su Casanova anziano.

Due persone in una fase di dilemma della vita, che si chiedono se si deve sempre ripetere il proprio personaggio o lasciarsi andare al qualcosa diverso… ve lo anticipo, la vita e’  piu’  importante del cinema”.

christian

CHRISTIAN seconda stagione serie diretta da Stefano Lodovichi con Pesce, Santamaria, Morante

CHRISTIAN seconda stagione, è la serie Sky Original diretta da Stefano Lodovichi, nata da un’idea di Roberto “Saku” Cinardi,

christianprodotta da Sky Studios e Lucky Red in collaborazione con Newen Connect,

anche distributore internazionale della serie,

e liberamente ispirata alla graphic novel Stigmate di Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti (edita da Logos

Edizioni).

Il soggetto di serie è di Francesco Agostini, Giulio Calvani, Valerio Cilio, Stefano Lodovichi, con la collaborazione di Patrizia Dellea.

Sceneggiature di Valerio Cilio, Patrizia Dellea, Stefano Lodovichi e Valentina Piesanti.

I protagonisti di CHRISTIAN seconda stagione sono Edoardo Pesce e Claudio Santamaria con Silvia D’Amico,

Antonio Bannò, Francesco Colella, Gabriel Montesi, Giulio Beranek

e Ivan Franek, Romana Maggiora Vergano.

Due debutti assoluti nel cast della seconda stagione

di CHRISTIAN seconda stagione: quello di Laura Morante e  Camilla Filippi.

Il boss Lino è morto e Città-Palazzo ha bisogno di un nuovo re:

per Christian arriva il momento di prendere coscienza del proprio dono e costruire il regno predetto dal Biondo, diventando punto di riferimento di un’intera comunità,

colui che compie scelte che andranno a influire sulla vita di tutti.

Matteo, intanto, si trova davanti ad un’ardua scelta, quella di schierarsi contro il salvatore di suo figlio, cedendo alla tentazione di giocare per sé.

Al suo fianco infatti arriva la Nera, un essere divino determinato ad ostacolare i piani del Biondo.

Ma in questo mistico, magico gioco di potere fra santi e demoni, nessuno può anche solo immaginare che forma assumerà, tra le mura di Città-Palazzo, la lotta per la libertà..

Dice il regista Stefano Lodovich:

Christian – Seconda stagione è più di una storia di un quartiere periferico romano, di criminali o di giochi di potere tra… umani.

Perché se nella prima stagione abbiamo imparato a conoscere e ad amare il Biondo,

in questa seconda stagione incontreremo la sua nemesi, la Nera (Laura Morante),

pronta a ristabilire la sua idea di ordine a ogni costo, fosse anche

portare l’anarchia, la violenza, mettendo mano a tutti i trucchi e i sotterfugi che secoli di regole e tradizioni cristiane le hanno messo a disposizione.

E con lei troveremo altri personaggi nuovi e intriganti come Taribo (Khadim Max), capo di un piccolo gruppo di violenti nigeriani, o Esther (Camilla Filippi),

un’outsider del quartiere che, come i salmoni, non può che vivere controcorrente, contro tutto… e

tutti?

Ma in questo secondo capitolo, chi manovra e chi è manovrato? Chi è il burattino e chi il burattinaio? Noi

abbiamo fatto il possibile. Il resto sta a voi. Ah, voi sapete giocare a tressette?

Sulla serie dice Sonia Rovai, Senior Director Scripted Productions Sky Studios

 Indie e mainstream, “supercoatta” ma contemporaneamente in grado di esplorare temi altissimi,

pressoché insondabili, fra esseri sovraumani e piccoli, umanissimi criminali:

con Valerio Cilio e il suo team alla sceneggiatura, Lodovichi firma una serie che vive di estremi, che gioca divertita coi codici del genere per inventarne uno nuovo, solo suo.

Christian è un piccolo miracolo, talmente ben girata, scritta e recitata – insieme a Pesce come

non citare anche l’apporto di tutto il cast e, in particolare, di un talento cristallino come quello di

Silvia D’Amico – da essere diventata in breve un vero e proprio cult, andato a inserirsi in maniera

sorprendentemente coerente nella tradizione delle nostre produzioni.

Una serie che di Sky Studios incarna alla perfezione il DNA, fatto di progetti originali, high-concept, esaltati dal talento di giovani attori e creativi italiani e sorretti da valori produttivi d’eccellenza in tutti i reparti.