Stranizza d’amuri il debutto alla regia di Giuseppe Fiorello è nelle sale

stranizza d'amuri

Stranizza d’amuri è il film diretto da Giuseppe Fiorello al suo debutto alla regia.

Il film è liberamente ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto in Sicilia nel 1980, il delitto di Giarre. Il film è dedicato alle due vittime, Toni e Giorgio.

stranizza d'amuriNel cast di Stranizza d’amuri ci sono:  Gabriele Pizzurro, Samuele Segreto, Fabrizia Sacchi, Simona Malato, Antonio De Matteo, Enrico Roccaforte,

Roberto Salemi, Giuseppe Spata, Anita Pomario, Alessio Simonetti, Raffaele Cordiano, Giuditta Vasile

Il film è prodotto da Eleonora Pratelli per Iblafilm, Fenix Entertainment con Rai Cinema, Silvio Campara, Golden Goose e GeneraLife.

Le riprese si sono svolte tra Marzamemi, Ferla, Buscemi, Priolo Gargallo, Pachino.

Giugno 1982, in una calda Sicilia che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini lungo una strada di campagna.

Dallo scontro nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese.

Coraggiosi e affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle dicerie e vivono liberamente.

Una libertà che gli altri non comprendono e non sono disposti ad accettare..

Stranizza d’amuri è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.

Giuseppe Fiorello sul film dice:

“Questa mia prima regia nasce da un articolo che celebrava il trentennale del delitto Giarre, un caso che non conoscevo.

Mi è scattato così un grande senso di colpa: mi sentivo, in quanto siciliano, corresponsabile di quello che era successo.

Nonostante il tema, non volevo dare messaggi, ma casomai fare un inno alla vita. E poi anche io ho amato tanto i miei amici, anche l’amicizia è una forma d’amore, ma senza sesso.

Volevo fare una storia universale e non nascondo che mi sono ispirato a quel capolavoro che è ROMA di Alfonso Cuaron.

Lui più volte ha detto che ha guardato alla sua famiglia e così mi ha suggerito di ambientarlo nel 1982, anno importante per l’Italia, quando il nostro Paese vince i mondiali”.

che prende il titolo dal brano omonimo di Franco Battiato, ha poi le musiche di Giovanni Caccamo e Leonardo Milani.