Mese: Dicembre 2024

napoli - new york

Napoli – New York è il film di Gabriele Salvatores con Pierfrancesco Favino da un soggetto di Fellini e Pinelli

Napoli – New York è il film di Gabriele Salvatores da un soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli.

Il trattamento del film è stato scritto da Fellini e Pinelli a metà degli anni ’40, quando Fellini era uno sceneggiatore e regista in difficoltà a Roma,

prima di dirigere il suo primo film Lo sceicco bianco nel 1952.

napoli - new york Il manoscritto del trattamento è emerso dall’archivio Pinelli nel 2006.

I diritti di adattamento sono stati acquistati dai produttori Isabella Cocuzza

e Arturo Paglia della Paco Cinematografica.

Nel cast di Napoli – New York ci sono: Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra,

Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro, con la partecipazione di Tomas Arana ed Antonio Catania

Napoli – New York  è una produzione PACO CINEMATOGRAFICA con RAI CINEMA in associazione con Groupama Assicurazioni

con il contributo di Regione Friuli Venezia Giulia e FVG Film Commission Regione Campania.

Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda.

Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima.

I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.

Girato nell’estate del 2023 tra Trieste, Rijeka, gli studi di Cinecittà e, naturalmente, Napoli, 

È un film molto classico, diviso in tre atti.

Direi che non è un film felliniano: non ha niente di onirico, di surreale. Semmai è un film molto influenzato, come lo era allora il soggetto, dal neorealismo.

 È la storia di due bambini, due scugnizzi che scappano come clandestini per andare a New York:

c’è quest’idea del viaggio e dell’arrivo in un posto come quello in cui si ritrova Alice nel Paese delle Meraviglie.

Di felliniano, forse, c’è solo la nave che li porta lì.

Per me era un bellissimo modo, non ideologico, per ricordarci che una volta i migranti eravamo noi. Siamo il paese che ha avuto più migranti al mondo, 20 milioni.

L’idea di vedere come eravamo, più o meno nella stessa situazione in cui vediamo migranti di oggi al telegiornale era molto interessante.

 In realtà il film parla dell’avventura e della crescita di questi due ragazzi.

berlinguer la grande ambizione

“Berlinguer La grande ambizione” diretto da Andrea Segre con Elio Germano e Stefano Abbati, Paolo Calabresi

“Berlinguer La grande ambizione”  è il film diretto da Andrea Segre

autore anche della sceneggiatura con Marco Pettenello.

La fotografia è opera di Benoît Dervaux.

berlinguer la grande ambizione Una produzione Vivo film e Jolefilm con RAI CINEMA

in coproduzione con Tarantula,  AGITPROP.

Nel cast di “Berlinguer La grande ambizione”  con Elio Germano ci sono:

Stefano Abbati, Francesco Acquaroli, Fabio Bussotti, Paolo Calabresi, Ugo Pecchioli,

Roberto Citran, Pierluigi Corallo, Nikolay Danchev, Svetoslav Dobrev

Luca Lazzareschi, Lucio Patanè, Andrea Pennacchi, Paolo Pierobon

Elena Radonicich, Fabrizia Sacchi.

Quando una via sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi?

Non l’ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale,

con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti

dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia.

Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni di andare al governo,

aprendo a una stagione di dialogo con la Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la Storia.

Dal 1973, quando sfuggì a Sofia a un attentato dei servizi bulgari, attraverso le campagne elettorali e i viaggi a Mosca,

le copertine dei giornali di tutto il mondo e le rischiose relazioni con il potere,

fino all’assassinio nel 1978 del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro:

la storia di un uomo e di un popolo per cui vita e politica, privato e collettivo, erano indissolubilmente legati.

 

Il regista Segre su “Berlinguer La grande ambizione” dice:

Su Enrico Berlinguer sono stati realizzati molti documentari, libri, saggi, ma nessuno ha mai provato ad affidare al cinema di finzione la ricostruzione “da dentro” della sua vita,

o di parte di essa, del suo mondo e del suo popolo.

Insieme a Marco Pettenello, sceneggiatore e compagno di tanti viaggi importanti, ho deciso di

misurarmi con questa sfida e due sono stati i cardini che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui:

 

da una parte il rispetto della serietà e della sobrietà di Berlinguer, dall’altra la scelta di non

imitare né idealizzare, ma di provare sempre a capire.

Non sono due indicazioni puramente razionali, credo siano profondamente poetiche.

Seguendole, ho cercato di entrare nel pensiero di Berlinguer, nella sua relazione diretta con

quanto ha voluto e ha fatto,

con le sue ambizioni, le sue tensioni e le sue paure, negli anni forse

più complessi e decisivi della sua esperienza politica.

E ho cercato di penetrare nel suo mondo,

in quell’universo parallelo unico, intenso e non privo di contraddizioni, così singolare nella

storia d’Europa, che ha rappresentato il Partito Comunista Italiano,

 a cui Berlinguer ha dedicato la vita intera.

Aver scelto, sin dal primo istante, Elio Germano come protagonista è stato essenziale,

 perché sapevo e ora so ancora meglio che anche lui avrebbe lavorato per capire e non per rappresentare.

Ho seguito Enrico/Elio con una regia di immersione, grazie alla maestria della camera di Benoît Dervaux, dentro ai luoghi e alle scelte di quegli anni così densi,

 veri spartiacque dello sviluppo sociale e politico dell’Italia e non solo.

una terapia di gruppo

“Una terapia di gruppo” il film diretto da Paolo Costella con Bisio, Buy, Santamaria, Lodovini, Gassmann, Francesconi, Mascino

“Una terapia di gruppo” è il film con la regia di Paolo Costella

e la sceneggiatura di Michele Abatantuono e  Lara Prando.

una terapia di gruppoL’ adattamento italiano di “Una terapia di gruppo” è a cura di Michele Abatantuono, Paolo Costella e Lara Prando.

Il direttore della fotografia è Fabrizio Lucci.

Nel cast di “Una terapia di gruppo” ci sono:

Claudio Bisio, Margherita Buy, Claudio Santamaria,

Valentina Lodovini, Leo Gassmann, Ludovica Francesconi,

E con Lucia Mascino.

Il film è  prodotto da Roberto Sessa, mentre le produttrici esecutive sono Chiara Grassi, Linda Vianello.

Una produzione Warner Bros. Entertainment Italia e Picomedia.

 

Sei pazienti affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo ricevono per errore appuntamento alla stessa ora nello studio di un luminare della psicoterapia.

C’è Federico affetto dalla sindrome di Tourette, che non controlla il suo

sfacciato turpiloquio… e fosse solo quello!

Annamaria, maniaca del controllo,  verifica sempre tutto…

Emilio, il più espansivo e socievole,  è ossessionato dal calcolo aritmetico… e conta tutto quello che gli capita sotto tiro.

Bianca, fissata con la pulizia,  sfugge qualsiasi contatto umano…

Otto, terrorizzato dall’idea di rimanere escluso da qualsiasi occasione di lavoro…  non si stacca mai dal suo cellulare.

Lilli, maniaca della simmetria, che ripete sempre tutto due volte… ripete sempre tutto due volte.

E insieme a loro c’è Sonia, la segretaria, logorroica e nevrotica a sua volta, che prova in

tutti i modi a tenerli buoni.

Nell’attesa che il professore si presenti decidono di improvvisare una terapia di gruppo

autogestita: costretti a fare squadra, i sei dovranno riuscire non solo ad andare

d’accordo ma anche ad affrontare i propri traumi di fronte agli altri.

 

Il regista sul film dice:

Raccontare in commedia le ossessioni del nostro tempo attraverso la storia di sette

persone affette da DOC, i disturbi ossessivo compulsivi, mi è sembrata subito

un’occasione preziosa.

Perché il tema contiene e richiede una grande attenzione nel trattare problematiche comportamentali e sociali in cui tutti ci possiamo immedesimare

e al tempo stesso perché offre situazioni che si prestano a essere osservate con lo sguardo

della commedia senza dover forzare mai la mano.

E se è vero, ed è vero, che la commedia, come ci hanno insegnato i maestri del nostro cinema,

 nasce sempre dal dramma, oggi ancora di più che in passato avvertiamo tutti, credo, da chi le storia le racconta a chi le guarda,

l’esigenza di dare sostanza a una commedia con un approfondimento psicologico e una messa in scena con un suo peso specifico.

Il primo passo in questo senso è stato scegliere un cast originale e di qualità,

un gruppo eterogeneo ma affiatato in grado di sfruttare al meglio tutte le sfumature,

 nelle situazioni più divertenti ma non solo, per rendere giustizia a un argomento così sensibile che

evoca temi come la diversità, il senso di inadeguatezza, il giudizio degli altri e

l’accettazione di sé, da cui dipende in gran parte il grado di felicità nella vita di tutti noi.

Mi affascinava la sfida di amalgamare un cast così vario e ricco e di muovermi in un unico

spazio facendo in modo da aumentare la tensione narrativa.

Partendo da una pièce molto ben scritta ci siamo poi anche potuti permettere di arricchire il passato dei

personaggi e di offrire loro un’evoluzione che rendesse ancora più divertente,

sorprendente ed emozionante il finale che li vede protagonisti.