Mese: Novembre 2023

palazzina laf

Palazzina Laf è il film di esordio alla regia per Michele Riondino che sarà nelle sale dal 30 novembre

Palazzina Laf è il film di esordio alla regia per Michele Riondino che sarà nelle sale dal 30 novembre.

Nel cast di Palazzina Laf  ci sono: Michele Riondino, Elio Germano, Vanessa Scalera, Domenico Fortunato, Gianni D’Addario, Michele Sinisi,

Fulvio Pepe, Marina Limosani, Eva Cela e con Anna Ferruzzo con la partecipazione di Paolo Pierobon

palazzina lafPalazzina Laf  è una produzione Palomar, Bravo e Bim Distribuzione con RAI CINEMA una coproduzione Italo – Francese.

in co-produzione con PAPRIKA FILMS.

Caterino, uomo semplice e rude è uno dei tanti operai che lavorano nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto.

Vive in una masseria caduta in disgrazia per la troppa vicinanza al siderurgico e nella sua indolenza condivide con la sua giovanissima fidanzata il sogno di trasferirsi in città.

Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui sarebbe bene liberarsi,

Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo ed esclusivamente alla ricerca di motivazioni per denunciarli.

Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina LAF,

dove alcuni dipendenti, per punizione, sono obbligati a restarvi privati delle loro consuete mansioni.

Questi lavoratori non hanno altra attività se non quella di passare il tempo ingannandolo giocando a carte, pregando o allenarsi come fossero in palestra.

Caterino scoprirà sulla propria pelle che quello che sembra un paradiso, in realtà non è che una perversa strategia per piegare

psicologicamente i lavoratori più scomodi, spingendoli alle dimissioni o al demansionamento.

E che da quell’inferno per lui non c’è via di uscita.

Michele Riondino sul film e sul suo personaggio dice:

“Caterino è l’idea che ho io del declino della classe operaia tarantina un tempo nobile e oggi in crisi di dignità, rappresenta una  sua “critica feroce verso la classe operaia tarantina,

che continua a difendere un’azienda che non ha futuro, che non difende i lavoratori e che preferisce schierarsi dalla parte del più forte, del carnefice,

piuttosto che gridare al mondo intero di essere vittima, di essere la parte lesa, la parte debole di questa società”.

Nel film abbiamo dovuto creare una cornice di credibilità a delle storie assurde, ma ciò che raccontiamo sono verità oggettive tratte dai diversi testimoni della storia e dalle carte processuali.

In quegli anni si viveva una vera e propria strategia della tensione all’interno dell’azienda:

venivano promossi non i lavoratori meritevoli, ma chi era capace di schiacciare gli altri, era una sorta di scatenata arrampicata sociale”.

Vanessa Scalera sulla sua partecipazione al film afferma:  “Ho partecipato a questa storia prima di tutto come cittadina

 

 

 

cento domeniche

“Cento domeniche” è il film scritto, diretto ed interpretato da Antonio Albanese nelle sale dal 23 novembre

Cento domeniche è il film diretto da  Antonio Albanese da un soggetto dello stesso Albanese con Pietro Guerrera.
Nel cast di Cento domeniche  ci sono:

Antonio Albanese, Liliana Bottone, Bebo Storti, Sandra Ceccarelli, Maurizio Donadoni, Elio De Capitani, Sandra Toffolatti, Martin Chishimba 

con la partecipazione straordinaria di Giulia Lazzarini.

cento domenicheIl film, una produzione Palomar e Leo, è prodotto da Carlo Degli Esposti, Nicola Serra Dario Fantoni in collaborazione con Vision Distribution società del gruppo Sky, Prime Video, Sky

uscirà nelle sale il 23 novembre distribuito da Vision Distribution.

Antonio, ex operaio di un cantiere nautico, conduce una vita mite e tranquilla: gioca a bocce con gli amici, si prende cura della madre anziana,

ha una ex moglie con cui è in ottimi rapporti ed Emilia, la sua unica e amatissima figlia.

Quando Emilia un giorno gli annuncia che ha deciso di sposarsi, Antonio è colmo di gioia, può finalmente coronare il suo sogno regalandole il ricevimento

che insieme hanno sempre sognato potendo contare sui risparmi di una vita.
La banca di cui è da sempre cliente sembra però nascondere qualcosa, i dipendenti sono all’improvviso sfuggenti e il direttore cambia inspiegabilmente di continuo.

L’impresa di pagare il matrimonio di sua figlia si rivelerà sempre più ardua e Antonio scoprirà, suo malgrado, che chi custodisce i nostri tesori non sempre custodisce anche i nostri sogni.

Sul Cento domeniche il regista Albanese dice:

Immaginate da un giorno all’altro che tutto quello che avete costruito con sacrificio

nell’arco della vostra vita vi venga portato via.

E che assieme ai vostri beni spariscano

anche la vostra serenità e la capacità di guardare al futuro con fiducia.

Immaginate che a quel punto l’affetto e il conforto di chi vi vuole bene non sia più sufficiente a

reggere l’onda d’urto della vergogna.

Perché di quel mostruoso raggiro, ingiustamente, vi sentite anche responsabili.

Questo è quello che capita ad Antonio Riva, il protagonista della nostra storia.

Antonio è una delle tante vittime dei crack bancari.

Storie di ordinaria avidità, che hanno travolto le esistenze di centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori su e giù per la penisola.

Quello che Antonio subisce è un tradimento.

In quella provincia operosa dove è cresciuto, della banca del paese ci si è sempre fidati.

Per tutti la banca è sempre stata il confessionale: conosce vita, morte e miracoli di tutta quella comunità.

Ne ha accompagnato la crescita, finanziato il desiderio legittimo di avere una casa propria.

Per questo, alla scoperta del raggiro, la prima reazione di Antonio è di incredulità.

Poi subentra lo smarrimento e l’angoscia di chi è stato tradito proprio da chi si fidava, la

vergogna di non aver intuito quanto stava accadendo.

Ho sentito la necessità di raccontare questa storia, non solo per l’universalità che

esprime, ma soprattutto mi ha colpito la dignità che le persone come Antonio hanno

manifestato in queste circostanze.

La fiducia nel proprio lavoro, l’attaccamento alle proprie radici, quella straordinaria capacità di accontentarsi e di vivere una vita serena fatta di piccole cose e di relazioni autentiche.

Per questo l’onda del raggiro e del tradimento li ha travolti: non erano pronti ad affrontarla.

Per questo abbiamo deciso di dedicare questo film alle centinaia di migliaia di persone

tradite dall’avidità.

diabolik chi sei

Diabolik, chi sei? è il film diretto dai Manetti bros. con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone e Valerio Mastandrea

Diabolik, chi sei? è il film diretto dai Manetti bros. in uscita il 20 novembre nelle sale.

Nel cast di Diabolik, chi sei?  ci sono: Giacomo Gianniotti, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, Monica Bellucci,

Pier Giorgio Bellocchio, Chiara Martegiani, Massimiliano Rossi, con Mario Sgueglia, Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti,

Michele Ragno, Amanda Campana, Andrea Arru, Max Gazzè, con la partecipazione di Carolina Crescentini, Paolo Calabresi con Lorenzo Zurzolo

diabolik chi seicon la partecipazione straordinaria di Barbara Bouchet,

il sostegno Dell’Emilia-Romagna Film Commission e Friuli-Venezia Giulia Film Commission

con il contributo di Calabria Film Commission.

Diabolik, chi sei? ha la sceneggiatura firmata da Antonio Manetti, Marco Manetti, Michelangelo La Neve

La fotografia di Francesca Amitrano, la produzione di Mompracem, Rai Cinema e la distribuzione di 01 distribution.

Diabolik Chi sei?, diretto da Antonio e Marco Mainetti, è il terzo film sul re del terrore.

Diabolik e la sua complice, nonché amante, Eva Kant sono pronti a mettere in atto un nuovo ingegnoso piano,

mentre l’ispettore Ginko cercherà ancora una volta di impedire alla coppia di portare a termine la loro missione e riuscire finalmente ad arrestarli.

Questa volta il ladro e l’ispettore verranno entrambi catturati da una banda di criminali, ritrovandosi faccia a faccia intrappolati nella stessa cella.

Non avendo alcuna via d’uscita e sicuri di essere destinati alla morte, i due uomini avranno un confronto, durante il quale Diabolik rivelerà a Ginko il suo passato oscuro.

Nel frattempo sia Eva Kant che Altea sono alla ricerca dei loro uomini. Le due donne uniranno le forze per salvare i loro amati?

 

I fratelli Manetti  sul film dicono: Da lettori abbiamo visto Diabolik attraversare gli anni con quella capacità

magica, che hanno sempre i fumetti, di restare identico,

 e apparentemente della stessa età, mentre passano i decenni.

Abbiamo voluto metter e anche questa caratteristica nel film, facendo un balzo in avanti di un decennio.

Dopo gli anni 60 del primo e del secondo capitolo, ci troviamo improvvisamente negli anni 70.

Questo ha rappresentato una sfida per noi e per i nostri collaboratori artistici.

Scenografie, costumi e fotografia sono cambiati in modo piuttosto radicale:

dalla fredda razionalità ed eleganza che caratterizza gli anni 60, siamo passati alla follia eccentrica e rivoluzionaria del decennio successivo.

Questo ha dato un taglio completamente diverso al film , anche dal punto di vista cinematografico e di ritmo del racconto.

Se non bastasse, nella seconda parte, quando raccontiamo la sorprendente infanzia di Diabolik, abbiamo fatto un tuffo in dei non ben definiti anni 40,

cambiando ancora una volta lo stile, in maniera ancora più repentina, passando a un immaginario espressionista rigorosamente in bianco e nero.

Un’altra caratteristica del fumetto è che ogni storia nuova ti fa entrare in un mondo a sé, con personaggi nuovi che vivono una vita complessa e “tridimensionale” che inizia e finisce all’interno della storia stessa.

Così in questo film, oltre al cast fisso già presente negli altri  si sono aggiunti tanti nuovi attori a disegnare un caleidoscopio di personaggi, sia nella storia principale che nel racconto del passato del

leggendario criminale.

Diabolik stesso viene interpretato da più attori.

Per concludere, il terzo film è pieno di canzoni e di straordinarie interpretazioni

di grandi cantanti italiani e non.

Per il brano dei titoli di testa, dopo l’oscurità di Manuel Agnelli e l’eleganza di Antonio Diodato, siamo passanti al funky frizzante e stiloso dei Calibro 35 in coppia con Alan Sorrenti.

Questa canzone rappresenta la profonda differenza di questo film rispetto ai precedenti.

mia

“Mia” il film scritto e diretto da Ivano De Matteo con Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Milena Mancini in prima tv su Sky

Mia è il film diretto e scritto da Ivano De Matteo con Valentina Furlan.

Il film è  in prima tv su Sky mercoledì 8 novembre, alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Nel cast di Mia ci sono: Greta Gasbarri, Edoardo Leo, Milena Mancini, Riccardo Mandolini, Alessia Manicastri, Giorgia Faraoni, Giorgio Montanini,

Melinda De Matteo, Samuel Christian Franzese, Vinicio Marchioni.

miaLa distribuzione è a cura di 01 Distribution.

La fotografia è di Giuseppe Maio, il montaggio di Ivano De Matteo, Giuliana Sarli e la produzione di Lotus Production con Rai Cinema

Mia racconta la storia di una famiglia semplice e felice in cui entra violentemente un ragazzo, un manipolatore, che stravolge la vita di una quindicenne meravigliosa, rendendola un incubo.

Quando la ragazza, aiutata dal padre, riesce ad allontanarsi e ricominciare a vivere, il ragazzo decide di distruggerla.
Al padre rimane solo una cosa: la vendetta.

Su Mia il regista De Matteo dichiara:

 “Ho una figlia di quindici anni e questo è stato il primo motivo per cui desideravo fare della sceneggiatura di Mia un film. Sono un uomo. E questo è stato il secondo motivo. 

Ho sofferto e soffro ogni volta che la leggo.

Mi sono ritrovato davanti a una storia per cui, in qualità di uomo potevo essere sia la figura positiva (del padre) che quella negativa (del ragazzo).

Potevo percepire perfettamente entrambi.

Lato eroico e quello oscuro.

Troppo spesso le ragazzine diventano tristi, perdono la volontà di vivere, dimagriscono, si isolano, soffrono

e il fatto che questo avvenga in silenzio, nelle loro stanze, senza destare fastidi… le rende invisibili.

Con questo film voglio abbracciarle.

Vivere insieme ai miei personaggi per questo ho scelto di utilizzare un linguaggio che tutti i giovani possano comprendere, attraverso la loro musica e le loro immagini, i TikTok, i video.

Ho usato la macchina a mano, cercare meno quadri e più protagonisti. Volevo stare sui volti.

Entrare dentro la scena e non assistervi. Seguirli di nascosto, rubare le loro emozioni e trasmetterle in modo immediato e vivido, senza filtri” .

Edoardo Leo, nel ruolo del padre: ”

È stata un’esperienza umanamente e psicologicamente devastante.

Tornavo a casa la sera ed ero distrutto, ho ritrovato dopo tanto tempo la fatica di recitare.

Viviamo in una società profondamente maschilista e che dobbiamo continuare a combattere questo sistema.