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heretic

Heretic il film di Scott Beck e Bryan Woods con un inedito Hugh Grant nelle sale cinematografiche

Heretic è il film diretto da Scott Beck, Bryan Woods che firmano anche soggetto e sceneggiatura.

Scott Beck, Bryan Woods con Stacey Sher, Julia Glausi cono i produttori di Heretic.

Le case di produzione di Heretic sono: A24, Beck/Woods, Catchlight Studios, Shiny Penny.

La distribuzione in italiano è a cura di Eagle Pictures.

HereticNel cast di Heretic ci sono:

Hugh Grant, Sophie Thatcher, Chloe East, Topher Grace, Elle Young, Julie Lynn Mortensen.

 

Heretic racconta la storia di due ragazze mormone, sorella Barnes e sorella Paxton che vanno a fare proselitismo porta a porta.

Stanno per concludere la loro giornata di evangelizzazione, quando vengono colte da un temporale.

Le due giovani decidono quindi di concludere la giornata, presentandosi alla porta dell’ultima persona sulla loro lista, il signor Reed.

Questa volta, però, hanno bussato alla porta sbagliata, perché il signor Reed le accoglierà con modi cordiali

per poi iniziare con loro un sadico e mortale gioco del gatto col topo, dal quale per uscirne vive dovranno mettere in discussione tutto ciò in cui credono.

I registi sono molto convinti della scelta Hugh Grant per il loro protagonista:

È stata in un certo senso la nostra attrazione per Hugh Grant, prima di tutto, quando abbiamo pensato a lui per questo ruolo,

è che ha costruito così tanta benevolenza con il pubblico di tutto il mondo per i suoi film di commedie romantiche che tutti amiamo

e con cui siamo cresciuti, ma è anche entrato in questo lato più oscuro della sua persona negli ultimi 12 anni da Cloud Atlas.

Amiamo come la miscela di questi due – il fascino, l’arguzia, ma anche l’intelletto e quel lato più oscuro – si fondano tutti in questo mondo.

È pazzesco vederlo sul set perché sembra un attore di metodo.

È il signor Reed.

Guardi il signor Reed, e parli con il signor Reed, poi concludiamo e torna a casa e sembra una star del cinema.

È così bello e figo al punto che pensi: ‘Chi è questo tizio? Siamo stati in giro con il signor Reed tutto il giorno.’ È incredibile.

 

Hugh Grant per approntare il suo personaggio ha studiato molto i serial killer come ha dichiarto in recenti interviste:

«La gente parla spesso così gentilmente delle mie commedie romantiche

ed è bello che guardino e apprezzino qualcosa di diverso.

«È stato molto divertente, ripartire lentamente e in una nuova direzione»,

«Non sono sicuro che la gente abbia ancora molte aspettative nei miei confronti dopo gli ultimi otto anni»

 

La cosa curiosa del film è che le due interpreti delle sorelle mormoni nella vita reala ebabiamùno ricevuto entrambe un’educazione religiosa  di talke tipo ma il regista ha spiegato che però non era necessariamente nei piani della produzione nella fase di casting.

“Non pensavamo di trovare per forza due attrici cresciute mormoni ma hanno ottenuto il ruolo perché erano così autentiche nell’interpretarlo.

Continuavamo a tornare dal nostro direttore di casting chiedendo se ci fossero altre persone come loro due perché c’era della verità”.

Chloe East ha spiegato di sentire molto il suo personaggio

:”Vorrei non conoscerlo così bene e dover fare ricerche ma mi sono detta di esserci già dentro.

Purtroppo, sono stata questa persona e ho questa persona dentro di me che posso usare per questo film. Ma è molto bello avere un ruolo che viene abbastanza naturale”.

 

Anche Sophie Thatcher parla di un legame immediato con il personaggio:

“Abbiamo trovato molti parallelismi e nelle nostre vite e ci siamo connesse.

Penso che loro abbiano visto questa sincerità nel nostro legame con la religione” ha spiegato la co-star di Hugh Grant in Heretic.

 

Chloe è molto più in contatto, quindi ho avuto molti feedback da lei e ho guardato i suoi amici.

Mi mostrava l’Instagram dei suoi amici.

Così ho compreso com’è un mormone moderno ed è tutto così normale.

Ci sono molti livelli diversi”.

l'arte della gioia

“L’arte della gioia” è la serie diretta ed interpretata da Valeria Golino tratta dal libro di Goliarda Sapienza

L’arte della gioia è la serie Sky Original diretta da Valeria Golino liberamente adattata dall’omonimo romanzo di culto di Goliarda Sapienza (edito da Einaudi).

Valeria Golino ha sceneggiato la serie con Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo.

La serie L’arte della gioia è prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film.

l'arte della gioiaNel cast ci sono: Tecla Insolia, Valeria Bruni Tedeschi, Guido Caprino e con Jasmine Trinca.

Ed inoltre Alma Noce, Giovanni Bagnasco Giuseppe Spata

L’arte della gioia racconta la drammatica e avventurosa storia di Modesta,

una ragazza orfana della Sicilia rurale di inizio ‘900

che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore di quella che ha sempre avuto,

che la porterà a lottare per la sua emancipazione e la sua felicità,

sbaragliando le leggi dei padroni che hanno già scritto il suo posto nel mondo.

Modesta è fin dall’infanzia, animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di amore e di libertà,

è disposta a tutto pur di perseguire la sua felicità, senza piegarsi mai alle regole di una società oppressiva e patriarcale a cui sembra predestinata.

Dopo un tragico incidente che la strappa alla sua famiglia, viene accolta in un convento e, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della Madre Superiora.

Il suo cammino la conduce poi alla villa della Principessa Brandiforti, dove si renderà indispensabile ottenendo sempre più potere nel palazzo.

Questo suo incessante movimento di emancipazione si accompagna a un percorso di maturazione personale e sessuale,

che la porta a varcare il confine tra lecito e illecito, conquistando giorno dopo giorno il suo diritto al piacere e alla gioia.

Sulla prima lettura del romanzo a cui la serie s’ispira la regista Golino dice:

«L’ ho sentito alieno.

Mi ha turbato per la sua scabrosità

l’ho trovato morboso. Non lo sentivo simile a me.

Poi l’ho ripreso in mano per un progetto cinematografico, ma con gli sceneggiatori non trovavamo il bandolo della matassa.

Non capivamo come mettere insieme tutto. Per questo abbiamo optato per una serie tv».

La Golino spiega il senso della serie così:

«Questa serie è sul woman empowerment, ma fuori dal didascalico. Ha la forza di rompere gli stereotipi, pur giocando con gli archetipi.

Modesta è un unicum nella letteratura italiana.

È molto raro trovare personaggio del genere, ed è incredibile che nessuno avesse pensato a un film o a una serie molto prima.

 Modesta è oltre la modernità, è più avanti di noi.

 Mi è piaciuto raccontare una donna così poco edificante,

un femminile con tutti i difetti che di solito appartengono agli uomini. Modesta li ha tutti. Comunemente i grandi antieroi sono maschi».

 

Jasmine Trinca sul suo personaggio dice:

«Valeria è magnetica, sono attratta dal suo cinema e dal suo sguardo.

Mi piacerebbe che le spettatrici della mia generazione e oltre, potessero guardare la serie in modo più possibile e lecito,

e non come Madre Leonora, che non si autorizza al desiderio verso Modesta. Rispetto a questo racconto dovremmo pensare: il mio desiderio non è lecito, ma è possibile.

Mi auguro che la serie, fatta con uno sguardo speciale, sveli agli uomini un altro orizzonte».

L’Arte della Gioia è realizzata con il sostegno della Regione Siciliana – Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo –

Sicilia Film Commission e del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.

la treccia

La treccia è il film scritto e diretto da Laetitia Colombani con Mia Maelzer, Sajda Pathan, Nehpal Gautam, Fotinì Peluso

La treccia è il film scritto e diretto da Laetitia Colombani.

Nel cast de La treccia ci sono: Mia Maelzer, Sajda Pathan, Nehpal Gautam, Fotinì Peluso, Kim Raver, Mara Spinelli, Cecilia Zingaro.

la trecciaIn occasione della Giornata Internazionale della Donna arriva in prima TV su Sky Cinema

 in onda sabato 8 marzo alle 21:15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on demand.

La distribuzione del film è a cura di Indigo Film.

I produttori sono: Olivier Delbosc, Marc Missonnier, Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Richard Lalonde, Deborah Benattar

La produzione è di: Curiosa Films, Moana Films, Indigo Film, SND Groupe M6, France 2 Cinéma, Panache Productions, Forum Films,

con il contributo del Ministero della Cultura, Canal +, France Télévisions con il sostegno di Regione Lazio, con il sostegno di Apulia Film Commission.

 La Treccia segue la storia di tre donne che vivono in tre continenti, diverse in tutto ma unite da un destino comune: la lotta per la sopravvivenza.
Giulia è una ragazza italiana, la sua famiglia produce parrucche riutilizzando i capelli tagliati o caduti spontaneamente.

Quando suo padre è vittima di un grave incidente, Giulia scopre che l’azienda è piena di debiti e il mondo le crolla improvvisamente addosso.
Smita ha una figlia e in India essere donna significa sottostare alla legge di tuo padre e di tuo marito, ma lei vuole un futuro migliore per la sua bambina.

Per farlo deve andare lontano e ricominciare altrove una nuova vita.
La terza protagonista vive in Canada, si chiama Sarah, è un’avvocatessa di successo e una madre di famiglia.

Tutto sembra andare per il meglio fino a quando la scoperta di un tumore al seno sconvolge la sua vita.
Tre donne, tre universi legati dalla forza di combattere, unite senza saperlo, da una rete di speranza e solidarietà.

Laetitia Colombani parla della genesi del suo film:

“Ho accompagnato una delle mie amiche più care in un negozio di parrucche: aveva appena scoperto di avere un cancro e stava iniziando la chemioterapia.

Ha scelto una parrucca fatta di capelli indiani naturali.

In quel momento ho ricordato un documentario che avevo visto in televisione anni prima,

che mostrava come i capelli donati dai pellegrini in un tempio indiano viaggiassero fuori dal paese e

venissero utilizzati come base per la produzione di parrucche.

Da lì mi è venuta l’idea di una storia ambientata su tre continenti:

un’indiana che donava i suoi capelli in un tempio, un’occidentale che li riceveva, e una lavoratrice che li trasformava.

Da sempre, i capelli sono associati a un certo concetto di femminilità.

Avendo seguito il percorso di un’amica che ha perso i suoi capelli, so quanto questa perdita possa essere dolorosa e associata alla malattia.

Mi piaceva questo simbolo della femminilità, ma anche quello della resistenza:

 la cheratina è una materia molto resistente, e l’idea di questo capello, sottile ma forte allo stesso tempo,

mi piaceva, perché è anche una metafora dei miei tre personaggi”.

the fabelmans

“The Fabelmans” è il film di Steven Spielberg che ha scritto anche la sceneggiatura con Tony Kushner

“The Fabelmans” è il film di Steven Spielberg che ha scritto anche la sceneggiatura con Tony Kushner

Nel cast di “The Fabelmans”  ci sono: Gabriel LaBelle, Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Jeannie Berlin, Keeley Karsten,

Robin Bartlett, Oakes Fegley, Julia Butters, Gabriel Bateman, Judd Hirsch, Nicolas Cantu, Sam Rechner, Chloe East, Isabelle Kusman, David Lynch.

the fabelmansLa distribuzione del film è a cura di 01 Distribution.

La produzione del film è di: Amblin Entertainment, Amblin Partners, Universal Pictures

The Fabelmans di Steven Spielberg, ritratto intimo e coinvolgente di un’infanzia nell’America del ‘900,  ripercorre gli eventi che hanno scandito la vita e la carriera del filmmaker.

Questo racconto di formazione, incentrato sul desiderio di un ragazzo di riuscire a realizzare i propri sogni, ha un’eco universale nella sua esplorazione di temi

quali l’amore, l’ambizione artistica, il sacrificio, nonché di quei segreti inconfessabili che consentono di fare luce su sé stessi e sui propri cari, con chiarezza ed empatia.

Sammy Fabelman è appassionato di cinematografia, un interesse alimentato in lui anche da sua madre Mitzi, donna dalla spiccata vena artistica.

Suo padre Burt, è invece un uomo di scienza dalla brillante carriera che, pur non opponendosi alle aspirazioni del figlio, le considera alla stregua di un hobby.

Nel corso degli anni, Sammy continuerà a documentare le vicende della sua famiglia, girando film amatoriali sempre più elaborati, interpretati da sua sorella e dai suoi amici.

A 16 anni è già un acuto osservatore e narratore della sua realtà familiare, ma quando i suoi si trasferiscono altrove,

Sammy scoprirà una verità sconvolgente che riguarda sua madre e

che cambierà per sempre il suo rapporto con lei, con ripercussioni sul suo futuro e su quello dell’intera famiglia.

 

LA STORIA

Nei suoi 50 anni di brillante carriera, il regista Steven Spielberg ha prodotto alcuni dei film più amati e innovativi della storia del cinema,

fra cui Lo squalo, E.T., I predatori dell’arca perduta, Jurassic Park, Schindler’s List e Munich.

In ciascuna delle sue creazioni, che spaziano da fantasiose speculazioni su incontri con prodigiosi alieni ad attente riflessioni morali sulla storia recente,

Spielberg ha condiviso con il pubblico qualcosa di sé e del suo passato.

Dopo aver ultimato le riprese del suo primo musical, West Side Story, Spielberg torna con una storia inedita ambientata nell’America del 900, in cui un bambino cerca il suo posto nel mondo:

un racconto di formazione ispirato direttamente all’infanzia del leggendario filmmaker che racconta i suoi primi passi nel mondo del cinema.

 “La maggior parte dei miei film riflettono le esperienze della mia formazione come filmmaker”,

 spiega Spielberg

 “Quando un regista dirige un film, anche se è basato sulla sceneggiatura di qualcun altro, riversa, volente o nolente, il proprio vissuto nella storia.

 E in questo caso, The Fabelmans non è neanche una metafora, perché attinge direttamente ai ricordi”.

Spielberg spiega che si tratta di un film a cui pensava già da molto tempo.

Tuttavia, ha iniziato a prendere in seria considerazione il progetto solo grazie al forte legame professionale con Tony Kushner.

Kushner e Spielberg, nel corso di 16 anni di interviste saltuarie, intense conversazioni e sessioni di scrittura che Spielberg scherzosamente paragona a una sorta di “terapia”,

hanno trasformato le esperienze di infanzia di Spielberg nella storia di The Fabelmans.

“Non avrei potuto realizzare questo film senza il contributo di Kushner, una persona a me vicina, che ammiro profondamente, che mi conosce bene e che rispetto enormemente”

afferma Spielberg

 “Per dare una forma a questa storia, è stato fondamentale potermi aprire senza riserve con qualcuno, abbandonando qualsiasi imbarazzo o vergogna”.

Tutto è iniziati sul set di Munich quando Spielberg disse:

ora ti racconto una storia:

Una storia che ha inizio nel 1952, quando all’età di sei anni, si è recato al cinema, a Philadelphia, per vedere Il più grande spettacolo del mondo di Cecile B. DeMille,

un’esperienza che gli ha provocato una sensazione di grande meraviglia, accendendo in lui un forte interesse per i film.

Negli anni dell’adolescenza, mentre già ardeva in lui il fuoco sacro per il cinema,

ha fatto un altro incontro determinante per la sua carriera, quello con John Ford, il leggendario regista di Ombre rosse, Sentieri selvaggi, L’uomo che uccise Liberty Valance.

Fissando questi due momenti salienti della sua vita all’origine della sua carriera, Spielberg ha raccontato a Kushner dei suoi genitori, Arnold Spielberg, uno dei primi programmatori informatici,

e Leah Adler, una pianista ricca di talento, e di come i loro rispettivi valori e personalità — il padre, un tecnico brillante;

la madre, un’artista piena di passione – abbiano plasmato il suo carattere e la sua identità artistica.

Spielberg ha raccontato a Kushner del drammatico trasferimento a ovest degli Stati Uniti della sua famiglia, quando era adolescente, dal New Jersey all’Arizona fino alla California;

ha condiviso con Kushner il segreto che ha causato la deriva del matrimonio dei suoi genitori e il loro successivo divorzio,

rivelando come il dolore generato da quella scoperta abbia per sempre modificato la sua prospettiva sugli altri e le sue narrazioni.

“Quando ero molto giovane, è accaduto qualcosa, un evento che racconto nel film, che ha cambiato la mia percezione di mia madre:

improvvisamente non era più solo un genitore, bensì una persona”

spiega Spielberg

 “Credo che succeda a tutti i bambini, a un certo punto della loro vita, di rendersi conto che i loro genitori sono anche persone come le altre.

Questa scoperta, per me, ha avuto luogo all’età di 16 anni”.

Kushner, dopo aver ascoltato il racconto di Spielberg, ha detto:

Questa storia è pazzesca! ‘Steven, devi assolutamente farne un film!’ E Spielberg ha risposto: ‘Beh, in effetti qualche volta ci ho pensato…’”

“Ho avuto il privilegio di raccogliere le confidenze di Steven, di aiutarlo a scavare nella sua memoria”, racconta Kushner.

 “Steven aveva appena perso suo padre, e penso che tutto ciò che ha esternato in quel momento sia scaturito anche dall’elaborazione del dolore e del lutto.

In alcuni momenti pensavo che, anche non avessimo realizzato nulla, sarebbe stata comunque stata un’esperienza straordinaria”.

Invece, qualcosa è successo: il risultato è stato un trattamento di 90 pagine, che conteneva talmente tanto materiale da poterne fare sei, di film, dice Kushner.

Ogni volta che gli mostravo una parte, lui diceva, ‘Ah, ma non ti ho detto come mai è successo questo, e aggiungeva altri dettagli.

Alla fine, gli ho detto “Basta, non mi raccontare altro! Non c’è più spazio!”

Kushner e Spielberg hanno iniziato a scrivere il copione il 2 ottobre 2020, utilizzando Final Draft, e lavorando insieme tre giorni alla settimana, per quattro ore al giorno

 

folleMente

FolleMente scritto e diretto da Paolo Genovese con Santamaria, Puccini, Fogliati, Giallini, Leo, Pandolfi, Papaleo, Giannetta, Lastrico

FolleMente è il film diretto da Paolo Genovese che firma anche la sceneggiatura con Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi.

FolleMenteNel cast di FolleMente ci sono:

Claudio Santamaria, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati, Marco Giallini, Edoardo Leo, Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Maria Chiara Giannetta, Maurizio Lastrico.

La distribuzione è di 01 Distribution e la produzione è di Lotus Production.

 FolleMente racconta la storia di un primo appuntamento.

Un classico scenario romantico, ma con una svolta unica:

attraverso i pensieri dei protagonisti, vediamo come le diverse personalità che abitano la loro mente interagiscono tra di loro.

Nel corso del film, ogni aspetto della loro psiche, dalla razionalità alla follia, dall’istinto alla romanticismo,

prende vita discutendo, litigando, gioendo e commuovendosi nel tentativo di prevalere e guidare la decisione finale.

Il risultato è un affascinante gioco psicologico che ci svela i misteriosi meccanismi che ci fanno agire, riflettere e scegliere.

Una commedia romantica che non solo esplora il cuore dei protagonisti, ma anche il caos e la bellezza della nostra mente, sempre in bilico tra desideri contrastanti e decisioni cruciali.

Sul suo ritorno alla commedia Genovese dichiara:

«Alla commedia ci sarei tornato anche prima, ma non avevo l’idea giusta.

È il genere per me più difficile da scrivere, ma l’idea di Follemente

ovvero quella di raccontare cosa c’è dentro la testa in un momento emozionante come il primo appuntamento 

l’ho trovata estremamente divertente.

Ho dovuto fare un taglio di circa mezz’ora al film e mi è dispiaciuto molto,

ma è giusto anche che il regista sia cinico».

Edoardo Leo parla anche lui della difficoltà delle commedia:

«Non facevo commedie da diversi anni, proprio come Paolo.

È il genere in assoluto più difficile da scrivere, recitare e anche da guardare,

perché stare in sala dopo che hai fatto una commedia con i presupposti che sia divertente ti fa venire il terrore che non faccia ridere ed è terrificante.

Ti ci vuole una grande idea e le grandi idee ti vengono quando hai una predisposizione d’animo che ti porta a cercare quel divertimento.

Ritrovarmi a farla insieme a Paolo è stata una coincidenza felice». 

 

 

zero day

 “Zero Day” la serie con Robert De Niro ed Angela Bassett diretta da Lesli Linka Glatter

“Zero Day”,  miniserie in sei episodi, è diretta da Lesli Linka Glatter.

La sceneggiatura è di Eric Newman, Noah Oppenheim e Michael S. Schmidt, vincitore del Premio Pulitzer.

zero dayOltre a essere tra i creatori, Newman e Oppenheimer sono anche produttori esecutivi,

Prodotto da Grand Electric Productions, Panoramic Media.

La trama ruota attorno a un catastrofico attacco informatico che ha devastato gli Stati Uniti, causando migliaia di vittime e portando il paese nel caos.

L’ex presidente George Mullen, ora a capo della Commissione Zero Day, ha il compito di rintracciare i responsabili di questa crisi,

caratterizzata da disinformazione e manipolazione da parte di potenti gruppi dell’industria tecnologica e finanziaria.

Mullen deve affrontare le sue ambizioni personali mentre cerca la verità in un contesto di caos politico.

Un cast notevole è quello di  “Zero Day”:

Robert De Niro, Angela Bassett, Jesse Plemons, Lizzy Caplan,

Connie Britton Dan Stevens, e Joan Allen, Matthew Modine, Clark Gregg.

Robert De Niro, due volte premio Oscar, è per la prima volta in una serie TV.

L’uscita di  “Zero Day” è  programmata per il 20 febbraio 2025.

Lo sceneggiatore Eric Newman su “Zero Day dice:

La serie racconta le conseguenze di un devastante attacco informatico che uccide migliaia di persone e minaccia di spingere una nazione sull’orlo del baratro“.

Gli fa eco l’altro sceneggiatore Noah Oppenheim che dice:

La serie esamina anche il prezzo che devono pagare coloro a cui viene chiesto di affrontare queste enormi sfide: cosa significa per loro personalmente e cosa significa per le loro famiglie

THE WHITE LOTUS

THE WHITE LOTUS la serie firmata da Mike White torna per la sua terza stagione solo su Sky in contemporanea con gli Stati Uniti

THE WHITE LOTUS è la premiata serie HBO e Sky Exclusive creata da Mike White.

La terza stagione di THE WHITE LOTUS va in onda da lunedì 17 febbraio su Sky e in streaming su NOW, in esclusiva e in contemporanea con gli Stati Uniti.

THE WHITE LOTUSTHE WHITE LOTUS è creata, scritta e diretta da Mike White;

produttori esecutivi sono Mike White, David Bernad and Mark Kamine.

Nel cast di THE WHITE LOTUS ci sono:

Leslie Bibb, Carrie Coon, Walton Goggins, Sarah Catherine Hook, Jason Isaacs, Lalisa Manobal, Michelle Monaghan, Sam Nivola,

Lek Patravadi, Parker Posey, Natasha Rothwell, Patrick Schwarzenegger, Tayme Thapthimthong, Aimee Lou Wood.

E con: Nicholas Duvernay, Arnas Fedaravičius, Christian Friedel, Scott Glenn, Dom Hetrakul, Julian Kostov, Charlotte Le Bon, Morgana O’Reilly e Shalini Peiris.

Girato fra Koh Samui, Phuket e Bangkok, anche questo terzo capitolo della satira sociale di Mike White

è ambientato in un esclusivo resort e segue le vicende di diversi ospiti e dipendenti nel corso di una settimana.

THE WHITE LOTUS è una serie che ha ricevuto molti premi, basti pensare che

la prima stagione, arrivata nell’estate del 2021 e ambientata alle Hawaii,

ha ricevuto ben 20 nomination agli Emmy Awards in 13 categorie, portando a casa 10 statuette.

Il secondo ciclo di episodi, che ha debuttato nel dicembre 2022, ha avuto  23 nomination agli Emmy®, vincendone 5.

Michelle Monaghan in recenti interviste non nasconde il suo entusiasmo per la serie e per il suo ruolo:

Quando mi hanno proposto di fare l’audizione ero molto emozionata,

ma ero nel mezzo di un altro progetto, quindi una volta registrato il video provino mi sono ributtata sul set

e non ci ho pensato più di tanto.

Dopo appena dieci giorni ho scoperto di avere avuto la parte.

 È stata un’esperienza molto profonda, non ho mai fatto niente in modo così creativo e coinvolgente.

È stato inquietante e bellissimo, un radicale cambiamento rispetto alle prime due stagioni,

qui subentra una forte componente religiosa, il rapporto con la vita e la morte e il loro significato, di cui molti dei personaggi diventano consapevoli nel corso della serie.

Mike non ha paura di affrontare argomenti che sembrano un po’ tabù o che sono persino un po’ trasgressivi.

È un regista molto audace. E gran parte dei suoi scritti approfondiscono l’intersezione di più generi. Lo show è satirico, cupo, malinconico e drammatico.

 

l'abbaglio

“L’abbaglio” il film scritto e diretto da Roberto Andò con Toni Servillo e Ficarra e Picone

L’abbaglio è il film diretto da Roberto Andò

che firma anche la sceneggiatura con Ugo Chiti, Massimo Gaudioso.

Nel cast de L’abbaglio  ci sono:

Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò,

Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Pascal Greggory, Giulia Lazzarini.

l abbaglioLa distribuzione è a cura di  01 Distribution mentre la produzione è di: Tramp Limited

e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film, in collaborazione con Netflix

La fotografia è opera di Maurizio Calvesi.

1860: Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia,

e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini.

Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista.

Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica.

In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo.

Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso.

Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto

gruppetto di militi,

cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio,

che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola.

Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

 

Sul film L’abbaglio il regista Andò dichiara:

Questa vicenda è rimasta a lungo nell’ombra, nonostante siano apparsi alcuni saggi storici

che ne approfondiscono i dettagli.

Suscitò anche l’interesse di Leonardo Sciascia, che nel 1963 gli dedicò un racconto dal titolo Il silenzio, rimasto inedito e solo di recente dato alle

stampe da Adelphi nella raccolta postuma Il fuoco nel mare.

La vicenda della colonna Orsini ha un valore emblematico e contiene le potenzialità di una

parabola che partendo da un episodio del passato si rivolge all’oggi.

Un affresco in cui si narra l’idealismo appassionato con cui si cercò di realizzare l’unità della patria, mettendo in scena i compromessi cui quell’ispirazione ideale dovette adeguarsi per realizzarsi.

È un film sui paradossi della Storia, dove si mescolano comicità e dramma, e dove

ritornano i tre grandi interpreti del mio film precedente, La stranezza: Toni Servillo, Salvo

Ficarra e Valentino Picone.

Un’occasione per ricostruire un episodio poco noto della nostra Storia minima, illuminante per vedere i chiaroscuri e le contraddizioni di quella grande.

Una vicenda esemplare ambientata in una Sicilia che ancora una volta si rivela lo

scenario di un’identità inquieta e sfuggente, bilanciata tra il desiderio di giustizia e la

mistificazione, con un finale ambientato in un luogo che collega il passato al presente.

Un film sul carattere degli italiani: furbi, appassionati, generosi, opportunisti, coraggiosi,

individualisti, cinici, idealisti.

Secondo Servillo il film:

Dunque “L’abbaglio” ha come obiettivo soprattutto quello di porre interrogativi, quindi non raccontare la storia con la grancassa del trionfalismo, del come eravamo,

 ma di far risuonare potentemente delle domande che ci riguardano ancora molto oggi”.

Anche Ficarra e Picone dicono la loro sui personaggi che interpretano ne L’abbaglio:

“Per questo film ci prepariamo da almeno quattro anni.

Mentre Toni andava a cavallo, noi ci addestravamo a parlare siciliano: abbiamo fatto un corso di sei mesi a Brescia!

La prima volta, con La stranezza, c’era il desiderio di stare insieme.

Poi Roberto ha voluto rifrequentare un posto dove è stato bene, al di là del successo del precedente film.

Avere la consapevolezza di alimentare e vivere nella sua fantasia è una sensazione meravigliosa”

campo di battaglia

“Campo di battaglia” è il film diretto da Gianni Amelio con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini

“Campo di battaglia” è il film diretto da Gianni Amelio che va in onda in prima tv  venerdì 7 febbraio alle 21:15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.

La pellicola è sceneggiata da Alberto Taraglio e Gianni Amelio e liberamente ispirata a “la sfida” di Carlo Patriarca edizioni Beatbestseller.

campo di battaglia

La fotografia è di Luan Amelio Ujkaj.

Nel cast di “Campo di battaglia” ci sono:

Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti.

Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Maria-Grazia Plos, Rita Bosello, Melania Mennea.

Il film è  prodotto da Kavac Film, IBC Movie, One Art e Rai Cinema, con la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia Film Commission e Trentino Film Commission.

I produttori della pellicola sono:

Simone Gattoni, Marco Bellocchio, Beppe Caschetto, Bruno Benedetti.

Sul finire della Prima guerra mondiale. Due ufficiali medici, amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi.

Molti di loro però si sono procurati da soli le ferite, sono dei simulatori, che farebbero di tutto per non tornare a combattere.

Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro.

Giulio, apparentemente più comprensivo e tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, è più portato verso la ricerca, avrebbe voluto diventare un biologo.

Anna, amica di entrambi dai tempi dell’università, sconta il fatto di essere donna.

A quei tempi, senza una famiglia influente alle spalle, era difficile arrivare a una laurea in medicina.

Ma lei affronta con grinta un lavoro duro e volontario alla Croce Rossa.

Qualcosa di strano accade intanto tra i malati: molti si aggravano misteriosamente.

Forse c’è qualcuno che provoca di proposito delle complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche mutilati, purché non tornino in battaglia.

C’è dunque un sabotatore dentro l’ospedale, di cui Anna è la prima a sospettare.

Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche.

E presto contagia anche la popolazione civile…

 

Il regista Amelio sul film dichiara:

È un film sulla guerra, e questo ne aumenta la forza emotiva.

 È fatto sulla pelle mia e dei personaggi, attori meravigliosi che ho voluto anche solo per una battuta

E che il mio meraviglioso casting ha scovato dalla Calabria, alla Puglia e la Val d’Aosta.

 

Sul lavoro sul set aggiunge:

Io non penso, io sento le cose, nelle viscere.

Con Alberto Taraglio, co sceneggiatore del film, che conosco e mi sopporta da 40 o 50 anni,

fingiamo di scrivere sei o sette versioni diverse della sceneggiatura, sapendo che il film poi sarà un’altra cosa.

Come scoprono anche gli attori, che ogni mattina ricevono un foglietto con la scena nuova.

 Ma non si scandalizzano più, ormai, anzi se non cambiassi le scene ogni giorno penserebbero che non sono in forma.

 

Gli fa eco, infatti Borghi che dice:

Ogni giorno veniva e scriveva dei macigni su dei fogli di carta: ogni tanto me li riguardo.

 L’importanza delle parole dette nel film è il risultato di un processo creativo meraviglioso,

che ho avuto la possibilità e la fortuna di fare.

Con Gianni abbiamo cominciato a parlare da un anno e mezzo prima di arrivare sul set:

al bar sotto casa sua, in cucina, pensando ai personaggi.

Quando poi sono arrivati anche i miei compagni di viaggio, che sono straordinari, è stato ancora meglio.

Abbiamo cercato di fare un film che parlasse di guerra ma in modo non canonico,

che avesse dei personaggi ben strutturati, in grado di creare dei livelli molto alti di empatia con il pubblico

 ma mettendolo anche di fronte a delle domande non di facile risposta“.

rapito

“Rapito” è il film di Marco Bellocchio con Fabrizio Gifuni, Barbara Ronchi, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi

Rapito il film di Marco Bellocchio, presentato al 76° Festival di Cannes come uno dei tre film italiani in concorso, va in onda sabato 1 febbraio su Rai 3 alle 21.15.

rapitoNel cast di Rapito ci sono:

Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala, Leonardo Maltese, Filippo Timi,

Fabrizio Gifuni, Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi.

La sceneggiatura è di Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli,

e la consulenza storica di Pina Totaro.

Il montaggio è di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti, la fotografia è di Francesco Di Giacomo.

Il film si ispira liberamente a “Il caso Mortara” di Daniele Scalise, edizioni Mondadori.

Il film è una produzione IBC Movie e Kavac Film con Rai Cinema in coproduzione con Ad Vitam Production (Francia) e The Match Factory (Germania)

ed è prodotto da Beppe Caschetto e Simone Gattoni, coprodotto con la partecipazione di Canal +, Cine’ + e Br/Arte France Cinéma in associazione con Film-und Medienstiftung NRW

con il supporto di Région Ile-de-France.

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara.

Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni.

Secondo le dichiarazioni di una domestica,

ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato.

La legge papale è inappellabile:

deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio.

Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica.

Ma il Papa è inflessibile e non accetta di restituire il bambino.

Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

Sul suo personaggio Gufuni dichiara:

Questo personaggio è un altro regalo di Marco, lavorare con lui è una festa dell’intelligenza, della creatività e della libertà.

Mi ha dato la possibilità di condividere un momento creativo con uno dei più grandi artisti contemporanei, e un interprete non può che godere.

Bellocchio sul film dice:

Ho letto diversi anni fa il libro e la storia mi aveva affascinato.

Ma poiché Spielberg stava già preparando il film in Italia ci siamo fermati .

In un secondo momento sapemmo, durante un viaggio in America per la promozione del Il traditore che Spielberg si era fermato,

si disse perché non trovava il bambino.

E quindi siamo ripartiti.

Sicuramente quello che abbiamo immaginato ha echi nella storia di oggi, ma io non ho minimamente pensato di fare un film né politico né ideologico contro la Chiesa o il Papa.