Mese: Febbraio 2025

zero day

 “Zero Day” la serie con Robert De Niro ed Angela Bassett diretta da Lesli Linka Glatter

“Zero Day”,  miniserie in sei episodi, è diretta da Lesli Linka Glatter.

La sceneggiatura è di Eric Newman, Noah Oppenheim e Michael S. Schmidt, vincitore del Premio Pulitzer.

zero dayOltre a essere tra i creatori, Newman e Oppenheimer sono anche produttori esecutivi,

Prodotto da Grand Electric Productions, Panoramic Media.

La trama ruota attorno a un catastrofico attacco informatico che ha devastato gli Stati Uniti, causando migliaia di vittime e portando il paese nel caos.

L’ex presidente George Mullen, ora a capo della Commissione Zero Day, ha il compito di rintracciare i responsabili di questa crisi,

caratterizzata da disinformazione e manipolazione da parte di potenti gruppi dell’industria tecnologica e finanziaria.

Mullen deve affrontare le sue ambizioni personali mentre cerca la verità in un contesto di caos politico.

Un cast notevole è quello di  “Zero Day”:

Robert De Niro, Angela Bassett, Jesse Plemons, Lizzy Caplan,

Connie Britton Dan Stevens, e Joan Allen, Matthew Modine, Clark Gregg.

Robert De Niro, due volte premio Oscar, è per la prima volta in una serie TV.

L’uscita di  “Zero Day” è  programmata per il 20 febbraio 2025.

Lo sceneggiatore Eric Newman su “Zero Day dice:

La serie racconta le conseguenze di un devastante attacco informatico che uccide migliaia di persone e minaccia di spingere una nazione sull’orlo del baratro“.

Gli fa eco l’altro sceneggiatore Noah Oppenheim che dice:

La serie esamina anche il prezzo che devono pagare coloro a cui viene chiesto di affrontare queste enormi sfide: cosa significa per loro personalmente e cosa significa per le loro famiglie

THE WHITE LOTUS

THE WHITE LOTUS la serie firmata da Mike White torna per la sua terza stagione solo su Sky in contemporanea con gli Stati Uniti

THE WHITE LOTUS è la premiata serie HBO e Sky Exclusive creata da Mike White.

La terza stagione di THE WHITE LOTUS va in onda da lunedì 17 febbraio su Sky e in streaming su NOW, in esclusiva e in contemporanea con gli Stati Uniti.

THE WHITE LOTUSTHE WHITE LOTUS è creata, scritta e diretta da Mike White;

produttori esecutivi sono Mike White, David Bernad and Mark Kamine.

Nel cast di THE WHITE LOTUS ci sono:

Leslie Bibb, Carrie Coon, Walton Goggins, Sarah Catherine Hook, Jason Isaacs, Lalisa Manobal, Michelle Monaghan, Sam Nivola,

Lek Patravadi, Parker Posey, Natasha Rothwell, Patrick Schwarzenegger, Tayme Thapthimthong, Aimee Lou Wood.

E con: Nicholas Duvernay, Arnas Fedaravičius, Christian Friedel, Scott Glenn, Dom Hetrakul, Julian Kostov, Charlotte Le Bon, Morgana O’Reilly e Shalini Peiris.

Girato fra Koh Samui, Phuket e Bangkok, anche questo terzo capitolo della satira sociale di Mike White

è ambientato in un esclusivo resort e segue le vicende di diversi ospiti e dipendenti nel corso di una settimana.

THE WHITE LOTUS è una serie che ha ricevuto molti premi, basti pensare che

la prima stagione, arrivata nell’estate del 2021 e ambientata alle Hawaii,

ha ricevuto ben 20 nomination agli Emmy Awards in 13 categorie, portando a casa 10 statuette.

Il secondo ciclo di episodi, che ha debuttato nel dicembre 2022, ha avuto  23 nomination agli Emmy®, vincendone 5.

Michelle Monaghan in recenti interviste non nasconde il suo entusiasmo per la serie e per il suo ruolo:

Quando mi hanno proposto di fare l’audizione ero molto emozionata,

ma ero nel mezzo di un altro progetto, quindi una volta registrato il video provino mi sono ributtata sul set

e non ci ho pensato più di tanto.

Dopo appena dieci giorni ho scoperto di avere avuto la parte.

 È stata un’esperienza molto profonda, non ho mai fatto niente in modo così creativo e coinvolgente.

È stato inquietante e bellissimo, un radicale cambiamento rispetto alle prime due stagioni,

qui subentra una forte componente religiosa, il rapporto con la vita e la morte e il loro significato, di cui molti dei personaggi diventano consapevoli nel corso della serie.

Mike non ha paura di affrontare argomenti che sembrano un po’ tabù o che sono persino un po’ trasgressivi.

È un regista molto audace. E gran parte dei suoi scritti approfondiscono l’intersezione di più generi. Lo show è satirico, cupo, malinconico e drammatico.

 

l'abbaglio

“L’abbaglio” il film scritto e diretto da Roberto Andò con Toni Servillo e Ficarra e Picone

L’abbaglio è il film diretto da Roberto Andò

che firma anche la sceneggiatura con Ugo Chiti, Massimo Gaudioso.

Nel cast de L’abbaglio  ci sono:

Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò,

Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Pascal Greggory, Giulia Lazzarini.

l abbaglioLa distribuzione è a cura di  01 Distribution mentre la produzione è di: Tramp Limited

e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film, in collaborazione con Netflix

La fotografia è opera di Maurizio Calvesi.

1860: Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia,

e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini.

Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista.

Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica.

In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo.

Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso.

Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto

gruppetto di militi,

cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio,

che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola.

Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

 

Sul film L’abbaglio il regista Andò dichiara:

Questa vicenda è rimasta a lungo nell’ombra, nonostante siano apparsi alcuni saggi storici

che ne approfondiscono i dettagli.

Suscitò anche l’interesse di Leonardo Sciascia, che nel 1963 gli dedicò un racconto dal titolo Il silenzio, rimasto inedito e solo di recente dato alle

stampe da Adelphi nella raccolta postuma Il fuoco nel mare.

La vicenda della colonna Orsini ha un valore emblematico e contiene le potenzialità di una

parabola che partendo da un episodio del passato si rivolge all’oggi.

Un affresco in cui si narra l’idealismo appassionato con cui si cercò di realizzare l’unità della patria, mettendo in scena i compromessi cui quell’ispirazione ideale dovette adeguarsi per realizzarsi.

È un film sui paradossi della Storia, dove si mescolano comicità e dramma, e dove

ritornano i tre grandi interpreti del mio film precedente, La stranezza: Toni Servillo, Salvo

Ficarra e Valentino Picone.

Un’occasione per ricostruire un episodio poco noto della nostra Storia minima, illuminante per vedere i chiaroscuri e le contraddizioni di quella grande.

Una vicenda esemplare ambientata in una Sicilia che ancora una volta si rivela lo

scenario di un’identità inquieta e sfuggente, bilanciata tra il desiderio di giustizia e la

mistificazione, con un finale ambientato in un luogo che collega il passato al presente.

Un film sul carattere degli italiani: furbi, appassionati, generosi, opportunisti, coraggiosi,

individualisti, cinici, idealisti.

Secondo Servillo il film:

Dunque “L’abbaglio” ha come obiettivo soprattutto quello di porre interrogativi, quindi non raccontare la storia con la grancassa del trionfalismo, del come eravamo,

 ma di far risuonare potentemente delle domande che ci riguardano ancora molto oggi”.

Anche Ficarra e Picone dicono la loro sui personaggi che interpretano ne L’abbaglio:

“Per questo film ci prepariamo da almeno quattro anni.

Mentre Toni andava a cavallo, noi ci addestravamo a parlare siciliano: abbiamo fatto un corso di sei mesi a Brescia!

La prima volta, con La stranezza, c’era il desiderio di stare insieme.

Poi Roberto ha voluto rifrequentare un posto dove è stato bene, al di là del successo del precedente film.

Avere la consapevolezza di alimentare e vivere nella sua fantasia è una sensazione meravigliosa”

campo di battaglia

“Campo di battaglia” è il film diretto da Gianni Amelio con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini

“Campo di battaglia” è il film diretto da Gianni Amelio che va in onda in prima tv  venerdì 7 febbraio alle 21:15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.

La pellicola è sceneggiata da Alberto Taraglio e Gianni Amelio e liberamente ispirata a “la sfida” di Carlo Patriarca edizioni Beatbestseller.

campo di battaglia

La fotografia è di Luan Amelio Ujkaj.

Nel cast di “Campo di battaglia” ci sono:

Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti.

Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Maria-Grazia Plos, Rita Bosello, Melania Mennea.

Il film è  prodotto da Kavac Film, IBC Movie, One Art e Rai Cinema, con la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia Film Commission e Trentino Film Commission.

I produttori della pellicola sono:

Simone Gattoni, Marco Bellocchio, Beppe Caschetto, Bruno Benedetti.

Sul finire della Prima guerra mondiale. Due ufficiali medici, amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi.

Molti di loro però si sono procurati da soli le ferite, sono dei simulatori, che farebbero di tutto per non tornare a combattere.

Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro.

Giulio, apparentemente più comprensivo e tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, è più portato verso la ricerca, avrebbe voluto diventare un biologo.

Anna, amica di entrambi dai tempi dell’università, sconta il fatto di essere donna.

A quei tempi, senza una famiglia influente alle spalle, era difficile arrivare a una laurea in medicina.

Ma lei affronta con grinta un lavoro duro e volontario alla Croce Rossa.

Qualcosa di strano accade intanto tra i malati: molti si aggravano misteriosamente.

Forse c’è qualcuno che provoca di proposito delle complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche mutilati, purché non tornino in battaglia.

C’è dunque un sabotatore dentro l’ospedale, di cui Anna è la prima a sospettare.

Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche.

E presto contagia anche la popolazione civile…

 

Il regista Amelio sul film dichiara:

È un film sulla guerra, e questo ne aumenta la forza emotiva.

 È fatto sulla pelle mia e dei personaggi, attori meravigliosi che ho voluto anche solo per una battuta

E che il mio meraviglioso casting ha scovato dalla Calabria, alla Puglia e la Val d’Aosta.

 

Sul lavoro sul set aggiunge:

Io non penso, io sento le cose, nelle viscere.

Con Alberto Taraglio, co sceneggiatore del film, che conosco e mi sopporta da 40 o 50 anni,

fingiamo di scrivere sei o sette versioni diverse della sceneggiatura, sapendo che il film poi sarà un’altra cosa.

Come scoprono anche gli attori, che ogni mattina ricevono un foglietto con la scena nuova.

 Ma non si scandalizzano più, ormai, anzi se non cambiassi le scene ogni giorno penserebbero che non sono in forma.

 

Gli fa eco, infatti Borghi che dice:

Ogni giorno veniva e scriveva dei macigni su dei fogli di carta: ogni tanto me li riguardo.

 L’importanza delle parole dette nel film è il risultato di un processo creativo meraviglioso,

che ho avuto la possibilità e la fortuna di fare.

Con Gianni abbiamo cominciato a parlare da un anno e mezzo prima di arrivare sul set:

al bar sotto casa sua, in cucina, pensando ai personaggi.

Quando poi sono arrivati anche i miei compagni di viaggio, che sono straordinari, è stato ancora meglio.

Abbiamo cercato di fare un film che parlasse di guerra ma in modo non canonico,

che avesse dei personaggi ben strutturati, in grado di creare dei livelli molto alti di empatia con il pubblico

 ma mettendolo anche di fronte a delle domande non di facile risposta“.

rapito

“Rapito” è il film di Marco Bellocchio con Fabrizio Gifuni, Barbara Ronchi, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi

Rapito il film di Marco Bellocchio, presentato al 76° Festival di Cannes come uno dei tre film italiani in concorso, va in onda sabato 1 febbraio su Rai 3 alle 21.15.

rapitoNel cast di Rapito ci sono:

Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala, Leonardo Maltese, Filippo Timi,

Fabrizio Gifuni, Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi.

La sceneggiatura è di Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli,

e la consulenza storica di Pina Totaro.

Il montaggio è di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti, la fotografia è di Francesco Di Giacomo.

Il film si ispira liberamente a “Il caso Mortara” di Daniele Scalise, edizioni Mondadori.

Il film è una produzione IBC Movie e Kavac Film con Rai Cinema in coproduzione con Ad Vitam Production (Francia) e The Match Factory (Germania)

ed è prodotto da Beppe Caschetto e Simone Gattoni, coprodotto con la partecipazione di Canal +, Cine’ + e Br/Arte France Cinéma in associazione con Film-und Medienstiftung NRW

con il supporto di Région Ile-de-France.

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara.

Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni.

Secondo le dichiarazioni di una domestica,

ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato.

La legge papale è inappellabile:

deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio.

Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica.

Ma il Papa è inflessibile e non accetta di restituire il bambino.

Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

Sul suo personaggio Gufuni dichiara:

Questo personaggio è un altro regalo di Marco, lavorare con lui è una festa dell’intelligenza, della creatività e della libertà.

Mi ha dato la possibilità di condividere un momento creativo con uno dei più grandi artisti contemporanei, e un interprete non può che godere.

Bellocchio sul film dice:

Ho letto diversi anni fa il libro e la storia mi aveva affascinato.

Ma poiché Spielberg stava già preparando il film in Italia ci siamo fermati .

In un secondo momento sapemmo, durante un viaggio in America per la promozione del Il traditore che Spielberg si era fermato,

si disse perché non trovava il bambino.

E quindi siamo ripartiti.

Sicuramente quello che abbiamo immaginato ha echi nella storia di oggi, ma io non ho minimamente pensato di fare un film né politico né ideologico contro la Chiesa o il Papa.