Mese: Febbraio 2025

l'abbaglio

“L’abbaglio” il film scritto e diretto da Roberto Andò con Toni Servillo e Ficarra e Picone

L’abbaglio è il film diretto da Roberto Andò

che firma anche la sceneggiatura con Ugo Chiti, Massimo Gaudioso.

Nel cast de L’abbaglio  ci sono:

Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò,

Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Pascal Greggory, Giulia Lazzarini.

l abbaglioLa distribuzione è a cura di  01 Distribution mentre la produzione è di: Tramp Limited

e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film, in collaborazione con Netflix

La fotografia è opera di Maurizio Calvesi.

1860: Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia,

e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini.

Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista.

Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica.

In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo.

Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso.

Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto

gruppetto di militi,

cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio,

che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola.

Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

 

Sul film L’abbaglio il regista Andò dichiara:

Questa vicenda è rimasta a lungo nell’ombra, nonostante siano apparsi alcuni saggi storici

che ne approfondiscono i dettagli.

Suscitò anche l’interesse di Leonardo Sciascia, che nel 1963 gli dedicò un racconto dal titolo Il silenzio, rimasto inedito e solo di recente dato alle

stampe da Adelphi nella raccolta postuma Il fuoco nel mare.

La vicenda della colonna Orsini ha un valore emblematico e contiene le potenzialità di una

parabola che partendo da un episodio del passato si rivolge all’oggi.

Un affresco in cui si narra l’idealismo appassionato con cui si cercò di realizzare l’unità della patria, mettendo in scena i compromessi cui quell’ispirazione ideale dovette adeguarsi per realizzarsi.

È un film sui paradossi della Storia, dove si mescolano comicità e dramma, e dove

ritornano i tre grandi interpreti del mio film precedente, La stranezza: Toni Servillo, Salvo

Ficarra e Valentino Picone.

Un’occasione per ricostruire un episodio poco noto della nostra Storia minima, illuminante per vedere i chiaroscuri e le contraddizioni di quella grande.

Una vicenda esemplare ambientata in una Sicilia che ancora una volta si rivela lo

scenario di un’identità inquieta e sfuggente, bilanciata tra il desiderio di giustizia e la

mistificazione, con un finale ambientato in un luogo che collega il passato al presente.

Un film sul carattere degli italiani: furbi, appassionati, generosi, opportunisti, coraggiosi,

individualisti, cinici, idealisti.

Secondo Servillo il film:

Dunque “L’abbaglio” ha come obiettivo soprattutto quello di porre interrogativi, quindi non raccontare la storia con la grancassa del trionfalismo, del come eravamo,

 ma di far risuonare potentemente delle domande che ci riguardano ancora molto oggi”.

Anche Ficarra e Picone dicono la loro sui personaggi che interpretano ne L’abbaglio:

“Per questo film ci prepariamo da almeno quattro anni.

Mentre Toni andava a cavallo, noi ci addestravamo a parlare siciliano: abbiamo fatto un corso di sei mesi a Brescia!

La prima volta, con La stranezza, c’era il desiderio di stare insieme.

Poi Roberto ha voluto rifrequentare un posto dove è stato bene, al di là del successo del precedente film.

Avere la consapevolezza di alimentare e vivere nella sua fantasia è una sensazione meravigliosa”

rapito

“Rapito” è il film di Marco Bellocchio con Fabrizio Gifuni, Barbara Ronchi, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi

Rapito il film di Marco Bellocchio, presentato al 76° Festival di Cannes come uno dei tre film italiani in concorso, va in onda sabato 1 febbraio su Rai 3 alle 21.15.

rapitoNel cast di Rapito ci sono:

Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala, Leonardo Maltese, Filippo Timi,

Fabrizio Gifuni, Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi.

La sceneggiatura è di Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli,

e la consulenza storica di Pina Totaro.

Il montaggio è di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti, la fotografia è di Francesco Di Giacomo.

Il film si ispira liberamente a “Il caso Mortara” di Daniele Scalise, edizioni Mondadori.

Il film è una produzione IBC Movie e Kavac Film con Rai Cinema in coproduzione con Ad Vitam Production (Francia) e The Match Factory (Germania)

ed è prodotto da Beppe Caschetto e Simone Gattoni, coprodotto con la partecipazione di Canal +, Cine’ + e Br/Arte France Cinéma in associazione con Film-und Medienstiftung NRW

con il supporto di Région Ile-de-France.

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara.

Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni.

Secondo le dichiarazioni di una domestica,

ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato.

La legge papale è inappellabile:

deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio.

Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica.

Ma il Papa è inflessibile e non accetta di restituire il bambino.

Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

Sul suo personaggio Gufuni dichiara:

Questo personaggio è un altro regalo di Marco, lavorare con lui è una festa dell’intelligenza, della creatività e della libertà.

Mi ha dato la possibilità di condividere un momento creativo con uno dei più grandi artisti contemporanei, e un interprete non può che godere.

Bellocchio sul film dice:

Ho letto diversi anni fa il libro e la storia mi aveva affascinato.

Ma poiché Spielberg stava già preparando il film in Italia ci siamo fermati .

In un secondo momento sapemmo, durante un viaggio in America per la promozione del Il traditore che Spielberg si era fermato,

si disse perché non trovava il bambino.

E quindi siamo ripartiti.

Sicuramente quello che abbiamo immaginato ha echi nella storia di oggi, ma io non ho minimamente pensato di fare un film né politico né ideologico contro la Chiesa o il Papa.