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margini

Margini di Niccolò Falsetti unico film italiano alla Settimana internazionale della critica

Margini il film scritto da Niccolò Falsetti, Francesco Turbanti, Tommaso Renzoni diretto da Niccolò Falsetti

è l’unico film italiano in concorso alla 37esima edizione della Settimana Internazionale della Critica.

Margini esce nelle sale il 15 settembre.

marginiNel cast di Margini troviamo: Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti, Matteo Creatini, Valentina Carnelutti,

Nicola Rignanese, Paolo Cioni, Aurora Malianni e con Silvia D’Amico.

Il film è prodotto da Dispàrte, Manetti bros. Film e Rai Cinema e il distributore italiano è Fandango.

Grosseto, fine anni 2000.

Tre amici cercano di organizzare un concerto per una famosa band punk nella loro piccola e silenzionsa città di provincia.

Fine estate 2008.

Edoardo, Iacopo e Michele sono i membri di un gruppo punk di Grosseto, nella Maremma Toscana.

Stanchi di suonare in contesti scadenti, tra sagre e feste dell’Unità locali, hanno finalmente l’opportunità di andare a Bologna ad aprire il concerto di una famosa band hardcore americana: i Defense.

È tutto pronto, ma il giorno della partenza, ricevono una chiamata dagli organizzatori: il concerto è annullato.

Edo, Iac e Miche non si danno per vinti: se non possono suonare a Bologna, saranno i Defense a venire Grosseto!

Chiamano il manager della band che, inaspettatamente, accettano di venire a Grosseto, entusiasti di visitare la vera e autentica Toscana.

L’arrivo degli americani si avvicina inesorabilmente e, insieme alla riuscita dell’impresa, viene messo in discussione ogni punto fermo della vita dei tre ragazzi,

rischiando di fargli perdere ciò che hanno sempre dato per scontato: la loro unica e indistruttibile amicizia.

Avete presente quando si torna da un concerto con ancora tutto il casino in testa?

– dice nelle sue note il regista Niccolò Falsetti –

Noi si tornava da Roma, da Firenze, da Bologna ancora carichi dalla sera prima, per il pogo e per la band che aveva suonato

e non vedevamo l’ora di chiuderci in sala prove per scrivere quel nuovo pezzo di cui s’era chiacchierato in viaggio.

Eravamo sempre a mille. Poi si scendeva dal treno, uscivamo nel piazzale della stazione di Grosseto e intorno a noi, lì, a casa nostra, c’era quella strana, disturbante, tranquillità.

E la sensazione che non sarebbe mai successo niente.

Ecco, abbiamo sempre percepito quel momento come un cortocircuito, una collisione di mondi, una situazione che ci faceva sentire fuori luogo,

consolati solo dalla consapevolezza che prima o poi, da quel posto, ce ne saremmo andati.

Questo è stato il punk per noi. La provincia aveva deciso che non saremmo stati i punk ribelli, i duri di strada di Londra, New York o Berlino.

Quelli andavano bene per le nostre t-shirt, per le copertine dei dischi che compravamo, per i poster che riempivano le nostre camere.

Noi sapevamo che non saremmo mai diventati in quel modo, e in qualche maniera la cosa c’andava bene.

Abbiamo visto in questo spiraglio un potenziale narrativo enorme:

 da un lato è l’occasione per parlare della nostra generazione attraverso uno sguardo inedito.

Dall’altro c’è la provincia, con tutto il suo enorme coefficiente di immedesimazione e la sua poetica.

E, soprattutto, c’è il contrasto fra queste due dimensioni.

Un contrasto che c’ha sempre fatto tanto ridere. Ecco, Margini è la storia di questo contrasto.