Brian e Charles è il film di David Earl e Chris Hayward diretto da Jim Archer che debutta nelle sale italiane il 31 agosto per Lucky Red.
Brian e Charles ha un cast composto da David Earl, Chris Hayward, Louise Brealey, Jaime Michie e Nina Sosanya.
In Brian e Charles , Brian è un inventore solitario che vive in una remota valle nel Galles del Nord.
In apparenza, la solitudine non sembra infastidirlo e trascorre gran parte della sua vita solitaria nel suo laboratorio fatiscente
costruendo oggetti bizzarri che nessuno vuole.
Poi un giorno, Brian costruisce un robot.
Lo realizza usando una vecchia lavatrice e una testa di manichino malconcia.
Alto oltre 2 metri, Charles ha un aspetto a dir poco assurdo, che ricorda un
anziano un po’ malfermo.
Inizialmente Charles stenta ad attivarsi, poi una sera buia e tempestosa
Brian torna a casa e scopre che Charles non solo funziona, ma ha superato tutte le sue aspettative.
È una forma di vita in grado di camminare e parlare, con i modi di un bambino curioso, desideroso di
conoscere l’ambiente circostante e il funzionamento di ogni cosa.
All’inizio Brian e Charles si divertono insieme, il robot è l’antidoto perfetto alla solitudine di Brian.
Tuttavia, man mano che il loro rapporto evolve, le cose diventano sempre più tese.
Charles, come un bambino che cresce, desidera l’indipendenza, è sempre più ossessionato dal desiderio di scoprire il mondo.
Ma Brian è restio a condividere il suo robot con il mondo esterno. È restio persino a far uscire
Charles, e chiarisce sin dall’inizio che il mondo là fuori è pericoloso.
Ciò che preoccupa maggiormente Brian sono i Tommington, una famiglia locale.
In particolare lo preoccupa Eddie Tommington, un agricoltore che in passato ha sottratto alcune cose a Brian.
Grazie a Charles, Brian acquisisce fiducia in se stesso e stringe amicizia con Hazel, una donna del posto,
che come Brian è timida e solitaria.
La loro relazione sboccia, e i due si avvicinano ancora di più, quando, all’improvviso, la peggiore delle paure di Brian si avvera: Charles scompare.
Brian e Charles parla di molte cose.
dice il regista Archer –
Non voglio imporre a chi lo guarderà quale interpretazione debba dare.
In primo luogo, parla della solitudine e del potere dell’amicizia.
Charles è una tabula rasa, può essere interpretato in tanti modi diversi, e ognuno funzionerebbe bene.
Quando abbiamo realizzato il corto (che ha ispirato il film), abbiamo ricevuto molti commenti su come le persone si relazionavano con i personaggi in modi totalmente diversi,
che si tratti di crescere un figlio o di avere un genitore affetto da demenza.
Dunque, qualunque interpretazione può essere giusta.
Ma lo scopo del film è anche solo quello di far ridere.
È una premessa bizzarra, e Charles ha un aspetto talmente ridicolo che volevo trattarlo il più
seriamente possibile.
Volevo che sembrasse un vero documentario, non un Mockumentary collaudato, ma qualcosa di più cinematografico.
Inizialmente, volevo farlo perché pensavo che sarebbe stato divertente trattare questi personaggi in modo assolutamente serio.
Inoltre, nella storia c’è molto cuore e molta tragedia, e meritava di essere preso sul serio.
Bisognava rendere credibile il loro rapporto, e il fatto che Charles sia più di una testa di manichino infilata in una lavatrice.
Una volta raggiunto questo obiettivo, penso che la commedia abbia fatto il resto.