“Occhi blu” è il film con Valeria Golino, Jean-Hugues Anglade, Ivano De Matteo, esordio noir alla regia per Michela Cescon.
Roma è presa di mira da un rapinatore solitario che in sella a un maxi scooter ogni volta diverso, deruba una banca e una gioielleria dietro l’altra svicolando a grande velocità tra le strade della capitale, facendo sempre perdere le sue tracce.
Il caso è nelle mani di un commissario romano verace e cinico che, non riuscendo a venirne a capo, chiederà aiuto a un suo amico parigino, detto il Francese, un ex commissario famoso per la sua perspicacia psicologica e per avere risolto decine di casi apparentemente impossibili.
Tutti, tranne quello che riguarda la morte della figlia, per il cui anniversario torna in città ogni anno.
Sarà lui a scoprire l’identità del rapinatore, una persona insospettabile quanto di grande intelligenza, con il quale ingaggia una sfida dalle conseguenze imprevedibili.
“Occhi Blu” è una personale interpretazione – dice la Cescon – e un tributo al genere Polar con il quale il cinema francese, a partire dagli anni ’40 riuscì a combinare, in un modo unico, i temi e gli stilemi del cinema noir e di quello poliziesco.
Gli ingredienti tipici del genere sono gli stessi: pochi dialoghi, molta atmosfera e personaggi malinconici e romantici.
In questo caso due commissari, un rapinatore e un giovane meccanico.
C’è poi una moto – anzi, tante – e c’è la città, Roma, ritratta tra il traffico ondoso delle sue arterie e notti solitarie e vuote, tra una Piramide bianca come la luna e un Colosseo all’alba che vigila su sfide e rivincite.
Ogni immagine vuole raccontare emotivamente la storia.
Gli interni sono essenziali perché il vero arredamento è l’architettura dei luoghi stessi, insieme al
gioco degli spazi e della luce.
E ogni personaggio racconta molto di sé attraversando questi luoghi volutamente vuoti.
Fin dall’inizio del film, le sequenze che vedono protagonisti il rapinatore e la
sua città sono accompagnate dal suono di una tromba.
“Occhi Blu” svolge un ruolo importante, quasi narrante, scandisce tutti i passaggi emotivi finché non scompare insieme al rapinatore per tornare solo in prossimità del finale ma in una forma diversa, quando l’atmosfera si fa fumosa di jazz.
Per rendere tutto questo, e per rispettare le regole e le tecniche che sono
proprie di un preciso genere cinematografico ci volevano dei veri talenti in ogni
reparto del cast.
“Occhi blu” è prodotto da TEMPESTA e PALOMAR con RAI CINEMA in coproduzione con TU VAS VOIR in collaborazione con ZACHAR PRODUZIONI