Tag: Sara Serraiocco.

il ritorno di casanova

Il Ritorno di Casanova è il film diretto da Gabriele Salvatores con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio

Il Ritorno di Casanova è il film diretto da Gabriele Salvatores  nelle sale cinematografiche.

il ritorno di Casanova Liberamente tratto da “Il ritorno di Casanova” di Arthur Schnitzler il film è una produzione Indiana Production con Rai Cinema,

Ba.Be Productions ed EDI Effetti Digitali Italiani,

in collaborazione con 3 Marys Entertainment, in associazione con BPER Banca S.p.A. ai sensi delle norme del tax credit, con il contributo di Regione del Veneto.

Il film ha aperto  il Bif&st 2023 a Bari.

La sceneggiatura è opera dello stesso Gabriele Salvatores con Umberto Contarello e Sara Mosetti.

Nel cast di Il Ritorno di Casanova ci sono: Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso, Alessandro Besentini, Bianca Panconi.

Inoltre figurano nel cast anche:  Antonio Catania, Elio De Capitani, Angelo di Genio, Sara Bertelà, Marco Bonadei.

 

Il protagonista Leo Bernardi è un affermato e acclamato regista alla fine della sua carriera,

che non ha alcuna intenzione di accettare il suo lento declino.

Per la sua ultima opera, Leo ha scelto di raccontare il Casanova di Arthur Schnitzler,

un personaggio incredibilmente simile a lui, più di quanto lui stesso possa immaginare.

Quello raccontato da Schnitzler è un Casanova che ha ormai superato la sua gioventù, i tempi di gloria sono andati:

non ha più il suo fascino e il suo potere sulle donne, non ha più un soldo in tasca, non ha più voglia di girare l’Europa.

Dopo anni di esilio, ha un solo obiettivo: tornare a Venezia, casa sua.

Nel suo viaggio verso casa, Casanova conosce una ragazza, Marcolina, che riaccende una fame di conquista che non sentiva da anni.

Nel tentativo di sedurla, Casanova arriverà alla più tragica delle conclusioni: è diventato vecchio.

Non è un caso se Leo Bernardi abbia deciso di raccontare questa storia proprio adesso, in un momento cruciale della sua vita e della sua carriera.

Le inquietudini e i dubbi dei due sono incredibilmente simili. È più importante il Cinema o la Vita? Continuare a recitare il proprio personaggio o lasciarsi andare alle sorprese che la Vita ti propone?

: “E’ un film a cui tengo molto – ha spiegato tempo fa Gabriele Salvatores – perchè è  la prima volta che parlo un po’ di me.

 

Il protagonista e’  un regista un po’ piu’  giovane di me che deve fare un film su Casanova anziano.

Due persone in una fase di dilemma della vita, che si chiedono se si deve sempre ripetere il proprio personaggio o lasciarsi andare al qualcosa diverso… ve lo anticipo, la vita e’  piu’  importante del cinema”.

il primo giorno della mia vita

Il primo giorno della mia vita il film di Paolo Genovese con Servillo, Mastandrea, Buy, Guanciale e Tirabassi

Il primo giorno della mia vita è il film diretto da Paolo Genovese che ha scritto anche la sceneggiatura con Paolo Costella, Rolando Ravello, Isabella Aguilar.

Il film è da oggi nelle sale cinematografiche.

Il primo giorno della mia vitaNel cast di Il primo giorno della mia vita ci sono:

Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Gabriele Cristini, Giorgio Tirabassi, Lino Guanciale,

Antonio Gerardi, Lidia Vitale, Vittoria Puccini, Elena Lietti, Thomas Trabacchi, Davide Combusti.

La fotografia è di  Fabrizio Lucci e il montaggio di Consuelo Catucci.

Si tratta di una coproduzione Medusa Film e Lotus Production, prodotta da Marco Belardi per Lotus Production, una società di Leone Film Group.

La distribuzione è di  Medusa Film.

Il film mette al centro della storia l’enorme valore della vita di ogni essere umano. Nel film si intrecciano le vicende di un uomo, due donne  e un ragazzino.

Ognuno di loro ha un motivo preciso per essere disperato, tanto da arrivare a chiedersi perché mai dover continuare a vivere.

Un giorno tutti questi personaggi in momenti diversi della loro vita si imbattono e conoscono un uomo misterioso .

Sarà quest’ultimo a dare loro la possibilità di osservare cosa potrebbe accadere nel mondo, quando non ci saranno più.

È così che i quattro protagonisti avranno a disposizione una settimana per osservare sé stessi dal di fuori,

per vedere cosa lascerebbero e come reagirebbero parenti e amici alla loro dipartita. Quest’esperienza rappresenterà per tutti l’occasione per tornare ad apprezzare di nuovo la vita.

Su Il primo giorno della mia vita dice Paolo Genovese:

“Sono consapevole che questo film tratti un argomento delicato nato tanto tempo fa, come spesso accade,

tra i tavolini di un bar dove mi incontro spesso con i miei sceneggiatori che sono Paolo Costella e Rolando Ravello.

La storia è quella di un uomo misterioso interpretato da Toni Servillo che gira di notte per la città di Roma e

ferma alcune persone un attimo prima di suicidarsi, in un momento molto impattante, e propone loro un patto:

avere ancora una settimana di tempo per farle nuovamente innamorare della vita e promette di riportarli, dopo una settimana,

esattamente nello stesso punto dove li ha trovati, sempre liberi di scegliere del proprio destino.

Praticamente quest’uomo dà la possibilità di avere una seconda scelta ad un gruppo di persone che ha toccato il fondo.

Andando a ritroso nella memoria, devo dire che il nucleo originale della storia, per me è stato un documentario che si intitola “The Bridge” che vidi tempo fa:

il regista mise una telecamera per un anno sul “Golden Gate” il Ponte di San Francisco che è il luogo dove avvengono più suicidi.

Successivamente andò ad intervistare quelle persone che saltando, non sono morte, e la cosa molto importante è

che la quasi totalità delle persone che sono sopravvissute hanno raccontato che in quei sette secondi, tanto dura il salto in aria, si sono pentite del gesto che avevano fatto.

La cosa mi ha colpito e stimolato, per questo abbiamo trasformato i sette secondi in sette giorni e ho riflettuto

su quali possono essere i motivi che veramente quando hai scelto di fare un gesto così estremo, ti potrebbero far cambiare idea.

Abbiamo quindi costruito questa storia su un punto centrale:

ossia c’è sempre qualcuno che ti può aiutare nella vita, sia un amico, un parente o persino uno sconosciuto che ti tende una mano”.

Toni Servillo sul suo personaggio:

“Il mio personaggio regala una possibilità molto semplice:

quella di poter capovolgere l’ultimo giorno della propria vita con il primo, offrendo questa opportunità anche magica,

di guardarsi da fuori per provare a guardarsi meglio dentro e quindi di poter fare i conti con la propria solitudine”.

 

VALERIO MASTANDREA sul suo personaggio:

“Il mio personaggio è speculare a quello di Toni perché hanno un filo che li unisce che è proprio quello dell’assoluta incapacità a spiegare da dove viene quel malessere.

Il film cerca di non dare risposte alla condizione del mio personaggio, anche per rispetto di chi sta in quella stessa situazione.

Napoleone (così mi chiamo nel film) è un uomo che motiva gli altri, mentre ha un buio dentro.”

 

MARGHERITA BUY sul suo personaggio:

 

Ognuno di noi, secondo me, può compiere un gesto del genere, in una frazione di secondo, quando il dolore ti soffoca e non ti fa più respirare.

Il film “regala” un tempo a questi personaggi, per riflettere ancora di più su quello che hanno compiuto”.

 

 

 

 

siccità

Siccità il film di Paolo Virzì con Orlando, Mastandrea, Ragno, Pandolfi, Marchioni, nelle sale

Siccità è il film di Paolo Virzì scritto dallo stesso Virzì con Francesca Archibugi, Paolo Giordano e Francesco Piccolo esce nelle sale dal 29 settembre.

siccitàNel cast di Siccità  ci sono:  Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi,

Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Sara Serraiocco.

A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini.

Nella città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori.

Le loro esistenze sono legate in un unico disegno, mentre cercano ognuno la propria redenzione.

 

Nel momento in cui le strade delle nostre città erano deserte – dice Virzì –  ed eravamo chiusi ciascuno a casa propria,

connessi l’uno all’altro solo attraverso degli schermi, ci è venuto naturale guardare avanti, interrogandoci su quello che sarebbe stata la nostra vita dopo.

Abbiamo iniziato a fantasticare su un film ambientato tra qualche anno, in un futuro non così distante dal presente.

Immaginando alcuni racconti da far procedere ciascuno autonomamente,

secondo la tecnica del film corale, che man mano scopriamo esser legati l’uno

all’altro in un intreccio più grande.

Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli, un’umanità spaventata, affannata, afflitta

dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato

glorioso come Roma, che si sta sgretolando e “muore di sete e di sonno”.

Una visione che può sembrare un’allegoria catastrofica, dove anche l’ironia è nerissima,

ma attraversata da un sentimento di tenerezza e compassione, da lampi di batticuore e speranza di salvezza.

La canzone di Mina “Mi sei scoppiato dentro al cuore”, ascoltata dal violoncellista Filippo nella solitudine

di un lutto e che commenta musicalmente la passerella finale del cast,

risuona come una preghiera in questo paesaggio di solitudini e di relazioni meschine,

provando a dar voce all’insopprimibile desiderio collettivo di consolazione e di amore.

 

In merito alla sceneggiature la Archibugi dice:

Ci piace lavorare tutti insieme, stare insieme, lavorare e parlare, scrivere e ridere, farci dei pranzetti e

ricominciare.

Anche se lavoriamo in atmosfera giocosa, sentiamo tantissimo la responsabilità di ciò che

stiamo raccontando.

Fare film è un privilegio che bisogna meritarsi.

Paolo Giordano, così più giovane di noi, è scivolato in squadra come fosse oliato.

Pensavo che fosse un tipo serio, – lo chiamiamo “il professore” – e che in sua presenza dovessimo comportarci bene, non prendere per i fondelli il mondo intero,

invece è un burlone come noi. Ma portava informazioni esatte. È stato bello”.

In merito alla scelta del titolo – continua la Archibugi –  eravamo spaventati dal Covid, reduci dal primo lockdown severo,

Paolo Virzì ci parlò di quest’idea e ci sembrò subito molto bella,

in qualche modo canalizzava tutte le nostre paure, le trasportava su un altro piano,

ci consentiva di impegnare l’immaginazione su qualcosa di inventato ma contiguo.

Potevamo utilizzare ciò che avevamo visto in noi stessi, ma anche negli altri, dalla nostra finestra.

Masticarlo, reinventandolo, utilizzarlo come materiale narrativo.

In più, conversando con Paolo Giordano, che è anche un uomo di scienza e affronta la narrazione dal suo originale spiraglio, ci si allargava la prospettiva.

 

Una produzione WILDSIDE, società del gruppo FREMANTLE e VISION DISTRIBUTION

in collaborazione con SKY in collaborazione con PRIME VIDEO