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Muori di lei

“Muori di lei” è il film di Stefano Sardo con Riccardo Scamarcio, Mariela Garriga, Maria Chiara Giannetta

Muori di lei  è il film diretto da Stefano Sardo che firma anche la sceneggiatura con Giacomo Bendotti.

I produttori di Muori di lei sono: Cristiano Gerbino, Stefano Sardo, Ines Vasiljevic mentre le

muori di leiLe case di produzione sono : Nightswim, Baš Čelik, Medusa Film.

La distribuzione in italiano è a cura di Medusa Film.

Nel cast di Muori di lei ci sono:

Riccardo Scamarcio, Mariela Garriga, Maria Chiara Giannetta, Giulio Beranek, Francesco Brandi, Paolo Pierobon, Federico Mancini.

Quando inizia il lockdown a Roma, Luca, insegnante di filosofia del liceo con qualche latente frustrazione, si ritrova a viverlo da solo

perché la moglie Sara, medico, viene richiamata in ospedale per fronteggiare l’emergenza.

Mentre il mondo tutto intorno si ferma, la sua attenzione si concentra sulla nuova vicina, Amanda.

Quando il desiderio lo spinge a rompere la distanza che li separa, Luca è travolto da una passione incontrollata.

Ma l’affair si trasforma presto in un vortice pericoloso che sconvolgerà la sua vita, con conseguenze inaspettate.

Sul periodo del covid il regista dice:

«Era un momento di grande bilancio esistenziale ed era un’occasione per mettere i personaggi a nudo di fronte a loro stessi».

Mentre Scamarcio del suo personaggio dice:

«È costretto a guardarsi dentro, a guardare la sua attitudine di uomo indolente, passivo. 

Poi il suo sguardo si posa su questa giovane donna dirimpettaia, sola.

Il mio personaggio è un uomo mite, lontano da come sono io.

In Amanda non lo attrae solo il desiderio fisico, ma il fatto di trovarsi in una situazione insolita, di cui non potrà che accettare le conseguenze.

Credo possa esistere un codice comportamentale maschile, ma è personale, come per me che può riferirsi anche a cose romantiche come versare un bicchiere d’acqua o aprire uno sportello»

 
Maria Chiara Giannetta sui personaggi femminile afferma:

«Sono donne che sicuramente hanno un’intenzione giusta, poi non è che finisca proprio come vogliano loro, però in qualche modo sì.

Quindi partendo già con un’intenzione e essendo un momento in cui in generale ci vogliamo andare a prendere le cose, quello c’è».

Un mix di generi caratterizza questa pellicola come osserva Mariela Garriga

«Il lockdown è un frame del film, l’ha utilizzato il regista perché noi esseri umani quando siamo costretti e chiusi, tutti abbiamo vissuto quel periodo, ci sono i desideri e le emozioni che si amplificano.

Ci sono questi due vicini di casa che si trovano in lockdown e succedono delle cose, è troppo difficile non fare spoiler di questo film.

Ci sono diversi generi. Inizia come una commedia romantica poi diventa thriller, un noir.

È un mix di cose come la vita. Amanda, che è il mio personaggio, è una donna sola che desidera avere una famiglia».

l ombra di caravaggio

 L’ombra di Caravaggio di Michele Placido con Riccardo Scamarcio, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti

 L’ombra di Caravaggio è il film diretto da Michele Placido in sala dal 3 novembre.

il film sarà proiettato in anteprima alla Festa del cinema di Roma Gran Public.

 L’ombra di Caravaggio è scritto, diretto e interpretato da Michele Placido;

una coproduzione italo-francese siglata da Goldenart Production con Rai Cinema e per la Francia Charlot, Le Pacte e Mact Production.

l ombra di caravaggioNel cast di  L’ombra di Caravaggio ci sono:

Riccardo Scamarcio nel ruolo di Caravaggio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Vinicio Marchioni, Lolita Chammah, Alessandro Haber, Moni Ovadia, Lorenzo Lavia, Brenno Placido.

Il film segna l’esordio cinematografico di Tedua, l’artista e rapper tra i più influenti della nuova scena musicale italiana, nel ruolo di Cecco.

Italia 1610. Caravaggio è un artista geniale e nello stesso tempo ribelle nei confronti delle regole dettate dal concilio di Trento che tracciava le coordinate esatte di come bisognava rappresentare l’arte sacra.

Il Papa Paolo V essendo stato informato che Caravaggio usava nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi, si trovò costretto a commissionare ai servizi segreti del Vaticano una vera e propria indagine.

Così L’Ombra, questo il nome dell’investigatore, comincerà una vera e propria indagine che lo porterà a scoprire i vizi e le virtù di quel genio che risponde al nome di Michelangelo Merisi e

avrà nelle sue mani il potere di vita o di morte dell’artista.

Il film è realizzato con il  MIC, Regione Lazio, cofinanziato dall’Unione Europea, Regione Campania

in collaborazione con  Qmi con la partecipazione di Canal+ Cine+

in associazione con  Cinécap 4, Cofimage 32, Cineaxe 2, Palatine Etoile 18,  Indéfilms 9

 L’ombra di Caravaggio è prodotto da Federica Luna Vincenti.

 L’ombra di Caravaggio uscirà in sala in Italia distribuito da 01 Distribution e in Francia da Le Pacte.

 

 

l'ombra del giorno

L’ombra del giorno il film di Giuseppe Piccioni con Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli

L’ombra del giorno è un film di Giuseppe Piccioni con Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli e con Lino Musella e Vincenzo Nemolato.

L’ombra del giorno è una produzione Lebowski con Rai Cinema distribuito da 01 distribution.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di  Giuseppe Piccioni, Gualtiero Rosella e  Annick Emdin

l ombra del giornoL’ombra del giorno è un film ambientato in una città di provincia (Ascoli Piceno) sul finire degli anni Trenta.

Luciano, simpatizzante del fascismo come la stragrande maggioranza degli italiani,

è il proprietario di un ristorante, che crede tuttavia di poter vivere secondo le regole che si è

dato, in una sorta di isolamento dal mondo esterno.

Ma sulla vetrina che dà sull’antica piazza, insieme ai segnali preoccupanti di qualcosa che sta per accadere nel mondo, compare una ragazza che porta con sé un segreto.

Si chiama Anna e riesce a farsi assumere nel ristorante.

Da allora per Luciano la vita non sarà più la stessa e insieme ai pericoli che si trova a fronteggiare,

c’è quello più grande di tutti: l’amore.

L’ombra del giorno è una storia d’amore, in quei difficili anni.

 

Se dovessi identificare uno stile – dice il regista Piccioni – , inteso come una costante presente nei miei film, direi che, in gran parte dei lavori realizzati,

ci sono delle scelte che mettono in stretta relazione la scrittura e la messa in scena.

Se dovessi imprudentemente autocitarmi direi che i personaggi che racconto

sono un po’ “fuori dal mondo”, non nel senso di stralunati, bizzarri o particolarmente eccentrici.

Nella loro normalità essi hanno una mancanza, una distanza da una vita piena, al passo con quella

degli altri.

La loro inadeguatezza è tuttavia evidente soprattutto quando si confronta con un’occasione di cambiamento

ed è quasi sempre segnalata dalle coordinate spaziali in cui si svolge il racconto e dalla predominanza del loro sguardo, soprattutto quello di Luciano, sugli altri e sul mondo.

Quindi in questa, come in altre mie storie, ci sono il dentro e il fuori, l’interno e

l’esterno.

Non amo i virtuosismi registici, mi piace raccontare una storia e nascondere i suoi

segreti nei personaggi, nei luoghi e nelle situazioni, nei dialoghi o cercare di raggiungere, anche

nell’artificio, anche in un piccolo, evidente scarto dal realismo in senso stretto, un qualche grado

di verità.

Presento dei personaggi evidentemente e apparentemente tipizzati poi cerco di

aggirare i cliché, di eluderli, con movimenti inattesi della storia e della messa in scena.

I problemi a cui abbiamo cercato di dare una soluzione possono essere i più diversi:

come si incontrano Luciano e Anna, in che modo, nelle varie situazioni, cresce la loro storia d’amore, attraverso quali gesti, in quale spazio, con quali parole, con quali scelte riguardanti le inquadrature, la luce, l’uso (o il non uso) della musica.

Tutto questo diventa ancora più decisivo della trama.

La piazza davanti al ristorante, nella prima parte della storia, sarà un luogo pieno di luce e equilibrio, dove prevalgono i colori e la presenza rassicurante di vicini e passanti.

Diversamente, nella seconda parte della storia, il paesaggio ci apparrà meno illuminato, quasi scialbo, denso di ombre accompagnate da una luce opaca.

Le stesse presenze umane saranno più rade, occasionali, i colori dei loro abiti meno vividi.

Presenze ostili, poco rassicuranti.

Prevale un senso di insicurezza, in un conformismo generale che alimenta un clima di diffidenza, di sospetto, di parole dette a bassa voce, e un sentimento di disagio che pervade tutto e tutti.