Tag: Salvatore Striano

princess

Princess è il film di Roberto De Paolis che apre il Concorso Orizzonti al festival di Venezia

Princess è il film scritto e diretto da Roberto De Paolis

che apre il concorso Orizzonti

alla edizione numero 79 della

Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

princessPrincess è interpretato da Glory Kevin, Lino Musella,

Sandra Osagie, Salvatore Striano, Maurizio Lombardi.

La fotografia di Princess è di  Claudio Cofrancesco, montaggio Paola Freddi,

musiche originali Emanuele De Raymondi (Edizioni Musicali Indigo Film srl),

Il film è prodotto da Carla Altieri, Roberto De Paolis, prodotto da Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri,

produttore associato Stefano D’Avella.

Una produzione YOUNG FILMS, INDIGO FILM con RAI CINEMA, con il patrocinio di Piam onlus – progetto integrazione accoglienza migranti.

La distribuzione italiana di Princess è curata da LUCKY RED.

 

Princess è una giovane clandestina nigeriana che vende il proprio corpo ai margini di una grande città.

Come un’amazzone a caccia, si muove in una pineta che si estende fino al mare, un bosco incantato in cui rifugiarsi,

nascondersi dalla vita, guadagnarsi il pane quotidiano.

Per sopravvivere deve fiutare l’odore dei soldi, schivare pericoli e sentimenti, un cliente dopo l’altro, senza soluzione di continuità.

Finché un giorno litiga con le amiche con cui condivide la strada e incontra un uomo che sembra volerla aiutare.

Ma è soltanto da sola che Princess potrà salvarsi.

 

 Ho costruito il film – dice il regista De Paolis –  fondendo il mio punto di vista con quello di alcune ragazze nigeriane,

vere vittime di tratta, che lo hanno scritto con me e poi hanno interpretato se stesse.

Si è creato così uno spazio di lavoro nuovo, libero:

insieme abbiamo percorso strade diverse e credo più autentiche rispetto alla rappresentazione, spesso pietistica,

a cui siamo abituati quando si parla di immigrazione, clandestinità, prostituzione.

Sempre in bilico tra il racconto dal vero di una realtà degradata e quello lirico di un’umanità ferita, il film è un racconto di formazione:

perché Princess, prima di ogni altra cosa, è una ragazza di diciannove anni che,

aggrappata al proprio candore, cerca di resistere alla ferocia del mondo.

 

nostalgia

Nostalgia di Mario Martone con Favino, Mascia, Ragno, Di Leva molto applaudito a Cannes

Nostalgia è il  film di Mario Martone presentato al Festival di Cannes dove ha raccolto nove minuti di applausi.

Nostalgia è tratto dal romanzo Nostalgia di Ermanno Rea.

nostalgia Nel cast di Nostalgia ci sono : Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi, Nello Mascia, Emanuele Palumbo, Artem, Salvatore Striano, Virginia Apicella.

Il film è una coproduzione italo – francese in associazione, in partecipazione con Arte Confinova , in collaborazione con PRIME VIDEO

con il contributo di Regione Campania con il contributo di FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA.

Il film è realizzato con il sostegno della Regione Lazio.

Nostalgia è prodotto da Luciano Stella, Roberto Sessa, Maria Carolina Terzi, Carlo Stella e coprodotto da Angelo Laudisa.

In Nostalgia il protagonista Felice Lasco (Favino al suo primo film napoletano), torna a Napoli dopo 40 anni

per rivedere l’anziana madre che aveva lasciato all’improvviso quando era ancora un ragazzo.

Nel rione in cui è nato, la Sanità, vaga, si perde, quasi non capisce la lingua ma c’è qualcosa che lo attira,

i ricordi di una vita lontana con Oreste (Tommaso Ragno), il migliore amico d’infanzia,

diventano un motivo spontaneo e irrefrenabile per rimettere radici nonostante al Cairo lo aspetti la sua vita da ricco imprenditore con una moglie amata.

Il quartiere è cambiato, ma in peggio, con un sacerdote (Francesco Di Leva) a provare a tenere lontani i ragazzi dalla leva della camorra.

Tra quei vicoli una forza invincibile quasi gli impone di restare, è la ‘nostalgia’.

Faccio molta fatica a parlare in termini razionali di questo film

dice Pierfrancesco Favino – è stata per me una esperienza estremamente viscerale.

Ancora oggi tutto quello che posso dire è un tentativo maldestro di raccontare le emozioni che ho vissuto facendolo.

E’ stato un luogo, uno spazio, un tempo in cui mi sono completamente perso, la Sanità ammaliatrice mi ha fatto scoprire cose di me che non avevo tirato fuori.

E’ una bellissima storia di amore e di amicizia questa trama, però sento come se avesse parlato per me il mio ombelico.

Ognuno di noi – prosegue Favino – dentro di sé ha un sud di un mondo, come un magnete interno,

un luogo che forse rappresenta il suo se più intimo forse quello dei suoi avi.

La Sanità in questo senso rappresenta qualsiasi luogo del mondo, Napoli come Il Cairo, come l’altrove e il fatto che nell’altrove ritrovi se stesso è incredibile.

Ritornare: quel gesto lì diventa più importante dell’approdo”.

“Mi affascinavano tante cose del romanzo di  Rea- dice Martone –

certamente la possibilità di fare un film tutto in un quartiere,

una enclave come la Sanità che gli stessi napoletani conoscono poco e che è stata una terra di nessuno, un far west della camorra.

L’ho immaginato come un labirinto, una scacchiera, forme borgesiane in cui si immagina che dei personaggi facciano un percorso nel passato e nel presente.

C’era in tutto questo una forma cinematografica che mi tentava, l’idea di fare un film non con una messa in scena tradizionale

ma come cinema del reale buttandomi in strada come nel neorealismo italiano e incontrare le persone vere”.