Nostalgia è il film di Mario Martone presentato al Festival di Cannes dove ha raccolto nove minuti di applausi.
Nostalgia è tratto dal romanzo Nostalgia di Ermanno Rea.
Nel cast di Nostalgia ci sono : Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi, Nello Mascia, Emanuele Palumbo, Artem, Salvatore Striano, Virginia Apicella.
Il film è una coproduzione italo – francese in associazione, in partecipazione con Arte Confinova , in collaborazione con PRIME VIDEO
con il contributo di Regione Campania con il contributo di FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA.
Il film è realizzato con il sostegno della Regione Lazio.
Nostalgia è prodotto da Luciano Stella, Roberto Sessa, Maria Carolina Terzi, Carlo Stella e coprodotto da Angelo Laudisa.
In Nostalgia il protagonista Felice Lasco (Favino al suo primo film napoletano), torna a Napoli dopo 40 anni
per rivedere l’anziana madre che aveva lasciato all’improvviso quando era ancora un ragazzo.
Nel rione in cui è nato, la Sanità, vaga, si perde, quasi non capisce la lingua ma c’è qualcosa che lo attira,
i ricordi di una vita lontana con Oreste (Tommaso Ragno), il migliore amico d’infanzia,
diventano un motivo spontaneo e irrefrenabile per rimettere radici nonostante al Cairo lo aspetti la sua vita da ricco imprenditore con una moglie amata.
Il quartiere è cambiato, ma in peggio, con un sacerdote (Francesco Di Leva) a provare a tenere lontani i ragazzi dalla leva della camorra.
Tra quei vicoli una forza invincibile quasi gli impone di restare, è la ‘nostalgia’.
“Faccio molta fatica a parlare in termini razionali di questo film
– dice Pierfrancesco Favino – è stata per me una esperienza estremamente viscerale.
Ancora oggi tutto quello che posso dire è un tentativo maldestro di raccontare le emozioni che ho vissuto facendolo.
E’ stato un luogo, uno spazio, un tempo in cui mi sono completamente perso, la Sanità ammaliatrice mi ha fatto scoprire cose di me che non avevo tirato fuori.
E’ una bellissima storia di amore e di amicizia questa trama, però sento come se avesse parlato per me il mio ombelico.
Ognuno di noi – prosegue Favino – dentro di sé ha un sud di un mondo, come un magnete interno,
un luogo che forse rappresenta il suo se più intimo forse quello dei suoi avi.
La Sanità in questo senso rappresenta qualsiasi luogo del mondo, Napoli come Il Cairo, come l’altrove e il fatto che nell’altrove ritrovi se stesso è incredibile.
Ritornare: quel gesto lì diventa più importante dell’approdo”.
“Mi affascinavano tante cose del romanzo di Rea- dice Martone –
certamente la possibilità di fare un film tutto in un quartiere,
una enclave come la Sanità che gli stessi napoletani conoscono poco e che è stata una terra di nessuno, un far west della camorra.
L’ho immaginato come un labirinto, una scacchiera, forme borgesiane in cui si immagina che dei personaggi facciano un percorso nel passato e nel presente.