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siccità

Siccità il film di Paolo Virzì con Orlando, Mastandrea, Ragno, Pandolfi, Marchioni, nelle sale

Siccità è il film di Paolo Virzì scritto dallo stesso Virzì con Francesca Archibugi, Paolo Giordano e Francesco Piccolo esce nelle sale dal 29 settembre.

siccitàNel cast di Siccità  ci sono:  Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi,

Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Sara Serraiocco.

A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini.

Nella città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori.

Le loro esistenze sono legate in un unico disegno, mentre cercano ognuno la propria redenzione.

 

Nel momento in cui le strade delle nostre città erano deserte – dice Virzì –  ed eravamo chiusi ciascuno a casa propria,

connessi l’uno all’altro solo attraverso degli schermi, ci è venuto naturale guardare avanti, interrogandoci su quello che sarebbe stata la nostra vita dopo.

Abbiamo iniziato a fantasticare su un film ambientato tra qualche anno, in un futuro non così distante dal presente.

Immaginando alcuni racconti da far procedere ciascuno autonomamente,

secondo la tecnica del film corale, che man mano scopriamo esser legati l’uno

all’altro in un intreccio più grande.

Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli, un’umanità spaventata, affannata, afflitta

dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato

glorioso come Roma, che si sta sgretolando e “muore di sete e di sonno”.

Una visione che può sembrare un’allegoria catastrofica, dove anche l’ironia è nerissima,

ma attraversata da un sentimento di tenerezza e compassione, da lampi di batticuore e speranza di salvezza.

La canzone di Mina “Mi sei scoppiato dentro al cuore”, ascoltata dal violoncellista Filippo nella solitudine

di un lutto e che commenta musicalmente la passerella finale del cast,

risuona come una preghiera in questo paesaggio di solitudini e di relazioni meschine,

provando a dar voce all’insopprimibile desiderio collettivo di consolazione e di amore.

 

In merito alla sceneggiature la Archibugi dice:

Ci piace lavorare tutti insieme, stare insieme, lavorare e parlare, scrivere e ridere, farci dei pranzetti e

ricominciare.

Anche se lavoriamo in atmosfera giocosa, sentiamo tantissimo la responsabilità di ciò che

stiamo raccontando.

Fare film è un privilegio che bisogna meritarsi.

Paolo Giordano, così più giovane di noi, è scivolato in squadra come fosse oliato.

Pensavo che fosse un tipo serio, – lo chiamiamo “il professore” – e che in sua presenza dovessimo comportarci bene, non prendere per i fondelli il mondo intero,

invece è un burlone come noi. Ma portava informazioni esatte. È stato bello”.

In merito alla scelta del titolo – continua la Archibugi –  eravamo spaventati dal Covid, reduci dal primo lockdown severo,

Paolo Virzì ci parlò di quest’idea e ci sembrò subito molto bella,

in qualche modo canalizzava tutte le nostre paure, le trasportava su un altro piano,

ci consentiva di impegnare l’immaginazione su qualcosa di inventato ma contiguo.

Potevamo utilizzare ciò che avevamo visto in noi stessi, ma anche negli altri, dalla nostra finestra.

Masticarlo, reinventandolo, utilizzarlo come materiale narrativo.

In più, conversando con Paolo Giordano, che è anche un uomo di scienza e affronta la narrazione dal suo originale spiraglio, ci si allargava la prospettiva.

 

Una produzione WILDSIDE, società del gruppo FREMANTLE e VISION DISTRIBUTION

in collaborazione con SKY in collaborazione con PRIME VIDEO

 

ti mangio il cuore

Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa con protagonisti di Elodie e Francesco Patanè

Ti mangio il cuore è il film di Pippo Mezzapesa con Elodie, al suo esordio cinematografico, e Francesco Patanè.

Ti mangio il cuore sarà in sala il 22 settembre distribuito da 01 Distribution.

ti mangio il cuoreNel cast con Elodie e Francesco Patanè ci sono:

Michele Placido, Tommaso Ragno, Brenno Placido, Francesco Di Leva, Lidia Vitale, Giovanni Trombetta, Letizia Pia Cartolaro, Giovanni Anzaldo, Gianni Lillo.

La sceneggiatura è firmata da Antonella W. Gaeta, Pippo Mezzapesa e Davide Serino,

la fotografia è di Michele D’Attanasio,

il montaggio di Vincenzo Soprano, le musiche di Teho Teardo, la scenografia di Daniele Frabetti, i costumi di Ursula Patzak.

Puglia. Il promontorio del Gargano è conteso da criminali con regole basate sulla lege del più forte.

Una terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue.

Un amore proibito riaccende un’antica faida tra due famiglie rivali:

quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale.

Una passione fatale che riporta i clan in guerra.

Ma Marilena,donna di grande forza e volontà,  esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata,

si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

Ti mangio il cuore  è liberamente tratto dall’omonimo libro di Carlo Bonini e Giuliano Foschini edito da Giangiacomo Feltrinelli Editore

Prodotto da Indigo Film con Rai Cinema in collaborazione con Paramount+

“Ti mangio il cuore  – dice il regista  Pippo Mezzapesa  –

contiene materia ad alta temperatura.

Amore, morte, criminalità, riti e impossibile redenzione in un meridione oscuro e misterioso.

Tutti elementi magnetici che ho deciso di raccontare in bianco e nero, perché da subito ho sentito che erano questi i colori di una storia contemporanea,

eppure così profondamente ancestrale nei sentimenti, negli atti, nelle sentenze”.

Interamente girato in bianco e nero il film rappresenta l’esordio al cinema della cantante Elodie.

Non è certo la prima volta che una giovane cantante abbandoni, momentaneamente, il microfono per dedicarsi alla settima arte, ma considerato il tipo di film in oggetto, la curiosità cresce.

Dopo il canto, il ballo, Elodie è pronta, dunque, a sfoggiare le sue doti da attrice.

Restiamo in attesa di vedere il film a settembre.

nostalgia

Nostalgia di Mario Martone con Favino, Mascia, Ragno, Di Leva molto applaudito a Cannes

Nostalgia è il  film di Mario Martone presentato al Festival di Cannes dove ha raccolto nove minuti di applausi.

Nostalgia è tratto dal romanzo Nostalgia di Ermanno Rea.

nostalgia Nel cast di Nostalgia ci sono : Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi, Nello Mascia, Emanuele Palumbo, Artem, Salvatore Striano, Virginia Apicella.

Il film è una coproduzione italo – francese in associazione, in partecipazione con Arte Confinova , in collaborazione con PRIME VIDEO

con il contributo di Regione Campania con il contributo di FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA.

Il film è realizzato con il sostegno della Regione Lazio.

Nostalgia è prodotto da Luciano Stella, Roberto Sessa, Maria Carolina Terzi, Carlo Stella e coprodotto da Angelo Laudisa.

In Nostalgia il protagonista Felice Lasco (Favino al suo primo film napoletano), torna a Napoli dopo 40 anni

per rivedere l’anziana madre che aveva lasciato all’improvviso quando era ancora un ragazzo.

Nel rione in cui è nato, la Sanità, vaga, si perde, quasi non capisce la lingua ma c’è qualcosa che lo attira,

i ricordi di una vita lontana con Oreste (Tommaso Ragno), il migliore amico d’infanzia,

diventano un motivo spontaneo e irrefrenabile per rimettere radici nonostante al Cairo lo aspetti la sua vita da ricco imprenditore con una moglie amata.

Il quartiere è cambiato, ma in peggio, con un sacerdote (Francesco Di Leva) a provare a tenere lontani i ragazzi dalla leva della camorra.

Tra quei vicoli una forza invincibile quasi gli impone di restare, è la ‘nostalgia’.

Faccio molta fatica a parlare in termini razionali di questo film

dice Pierfrancesco Favino – è stata per me una esperienza estremamente viscerale.

Ancora oggi tutto quello che posso dire è un tentativo maldestro di raccontare le emozioni che ho vissuto facendolo.

E’ stato un luogo, uno spazio, un tempo in cui mi sono completamente perso, la Sanità ammaliatrice mi ha fatto scoprire cose di me che non avevo tirato fuori.

E’ una bellissima storia di amore e di amicizia questa trama, però sento come se avesse parlato per me il mio ombelico.

Ognuno di noi – prosegue Favino – dentro di sé ha un sud di un mondo, come un magnete interno,

un luogo che forse rappresenta il suo se più intimo forse quello dei suoi avi.

La Sanità in questo senso rappresenta qualsiasi luogo del mondo, Napoli come Il Cairo, come l’altrove e il fatto che nell’altrove ritrovi se stesso è incredibile.

Ritornare: quel gesto lì diventa più importante dell’approdo”.

“Mi affascinavano tante cose del romanzo di  Rea- dice Martone –

certamente la possibilità di fare un film tutto in un quartiere,

una enclave come la Sanità che gli stessi napoletani conoscono poco e che è stata una terra di nessuno, un far west della camorra.

L’ho immaginato come un labirinto, una scacchiera, forme borgesiane in cui si immagina che dei personaggi facciano un percorso nel passato e nel presente.

C’era in tutto questo una forma cinematografica che mi tentava, l’idea di fare un film non con una messa in scena tradizionale

ma come cinema del reale buttandomi in strada come nel neorealismo italiano e incontrare le persone vere”.