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frida khalo

Frida kahlo il film di Ali Ray al cinema

Frida kahlo il film di Ali Ray al cinema, in via eccezionale, dal 22 al 24 novembre.

frida khaloFrida kahlo è un film  prodotto da Phil Grabsky e la  produzione della Seventh Art Productions.

Con la distribuzione italiana di Adler Entertainment.

Un viaggio attraverso la vita di un’autentica icona mondiale,

alla scoperta della sua arte e della verità dietro la sua vita, spesso turbolenta.

Creato in collaborazione con esperti che conoscevano personalmente Frida Kahlo,

insieme a coloro che hanno studiato e curato il suo lavoro, un insieme di interviste, commenti e

una dettagliata esplorazione della sua arte offrono un tesoro di colori e un’esplosione di vivacità.

 

Dirigere questo film ha cambiato totalmente la mia visione di Frida Kahlo come artista. – ha dichiarato il regista –

Prima non le avevo prestato molta attenzione, sentendomi un po’ scoraggiata dall’onnipresenza della

sua immagine come icona sulle copertine di cuscini e magliette.

Ora, avendo studiato le sue opere più da vicino e comprendendo il loro contesto di tempo e luogo, ne sono

completamente affascinata.

Avere accesso alle sue lettere personali è stata una parte fondamentale della realizzazione del film e nella mia comprensione del suo lavoro.

Mi ha permesso di vedere come la fragilità e le insicurezze rivelate nelle sue lettere siano state

elaborate attraverso l’atto della pittura.

Le sue tele meticolosamente dipinte erano il suo modo di interpretare il mondo, la sua politica, le sue

passioni ed emozioni, trasformandole in immagini di forza, sfida e comprensione”.

 

Girato per la maggior parte presso la sua celebre abitazione, Casa Azul, a Città del Messico,

questo film personale e intimo offre un accesso privilegiato alle sue opere e

mette in evidenza la fonte della sua febbrile creatività,

la sua resilienza e la sua ineguagliabile passione per la vita, la politica, gli uomini e le donne.

Scavando più a fondo di quanto qualsiasi film abbia mai fatto finora, con il supporto di esperti di fama

mondiale ed esplorando la grandiosità di quest’artista, alla scoperta della vera Frida Kahlo.

“Quando Ali mi ha proposto di andare con lei a girare in Messico, ammetto di aver esitato

dopo un anno così impegnativo, ma chi avrebbe mai potuto rifiutare la possibilità di passare

del tempo con chi ha conosciuto Frida Kahlo? – dice il produttore Phil Grabsky –

Le persone che abbiamo intervistato erano competenti e molto eloquenti, i luoghi erano evocativi e rivelatori,

e vedere da vicino il lavoro della Kahlo è stato commovente e stimolante.

La Kahlo è un’artista di cui tutti abbiamo sentito parlare, ma che non conosciamo abbastanza

bene;

opere d’arte a cui possiamo aver dato un’occhiata, ma che non abbiamo mai tenuto in

considerazione;

una biografia che forse non abbiamo avuto il tempo di capire, ma che ora

possiamo provare a comprendere e apprezzare”.

king's man

The King’s Man – Le origini a dicembre nelle sale cinematografiche

The King’s Man – Le origini, diretto da Matthew Vaughn dopo molti rinvii, uscirà nelle sale il 29 dicembre.

the king's manThe King’s Man – Le origini è il prequel del film del 2014, Kingsman – Secret Service diretto da Matthew Vaughn, e il terzo film tratto dalla serie a fumetti di Mark Millar intitolata The Secret Service.

Matthew Vaughn è anche lo sceneggiatore con Karl Gajdusek

Il cast di The King’s Man – Le Origini è formato da:

Ralph Fiennes e Harris Dickinson, Matthew Goode, Gemma Anterton, Tom Hollander, Daniel Brühl, Rhys Ifans, Djimon Hounsou e Charles Dance.

La produzione del film  è a cura di Marv Films, Twentieth Century Fox

La distribuzione è affidata a The Walt Disney Company Italia.

Il film  racconta la nascita della Kingsman, le cui radici risalgono alla Prima Guerra Mondiale, in Gran Bretagna.

Mentre i tiranni peggiori e i criminali mettono insieme le forze per dare vita alla Grande Guerra e uccidere milioni di persone,

un uomo affronta una lotta contro il tempo pur di riuscire a bloccarli prima che sia la fine.

Tra i personaggi realmente esistiti e già raccontati al cinema ci sono il monaco Rasputin e il generale tedesco Erich Ludendorff interpretato da Daniel Brühl che sul suo personaggio dice:

Il mio personaggio è fondamentale. Non una grande parte, ma ne ho visto il potenziale per ritornare più avanti nella storia, o almeno spero.

l livello di perfezione che Matthew ha sul lavoro è incredibilmente interessante: ogni singola inquadratura è pianificata con cura e ogni piccolo dettaglio deve essere perfetto al 100%“.

Le riprese di The King’s Man – Le origini sono iniziate il 22 gennaio del 2019 a Londra.

Alcune riprese sono state effettuate anche alla Reggia della Venaria Reale, nei pressi di Torino

gomorra stagione finale

Gomorra – Stagione finale in onda dal 19 novembre su Sky

Gomorra – Stagione finale andrà in onda dal 19 novembre, in prima tv mondiale,  su Sky.

gomorra stagione finaleGomorra – Stagione finale è la serie cult, venduta in più di 190 territori,

nella classifica del New York Times al quinto posto fra le produzioni non americane più importanti del

decennio 2010/2020, prodotta da Cattleya.

Gomorra – Stagione finale è nata da un’idea di Roberto Saviano e tratta dal suo omonimo romanzo edito

da Mondadori, la più famosa e apprezzata tra le serie italiane nel mondo,

che ha ottenuto numerosissimi premi contribuendo in maniera decisiva a ridefinire gli
standard della serialità italiana.

I dieci nuovi episodi di Gomorra – Stagione finale, girati fra Napoli, Riga e Roma,  sono scritti dagli head

writer Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli,  che firmano anche il soggetto di serie con Roberto Saviano.

Completa no il team di scrittura Valerio Cilio e Gianluca Leoncini.

I primi 5 episodi e il nono sono diretti da Marco D’Amore, già regista di due episodi di Gomorra 4 e del film L’Immortale,

mentre gli episodi 6, 7, 8 e 10 sono diretti da Claudio Cupellini, al timone fin dagli esordi della serie.

Torna Salvatore Esposito nei panni di Genny Savastano, costretto alla latitanza, in un bunker, alla
fine della quarta stagione.

Accanto a lui, nel cast dell’ultima stagione anche il grande ritorno di Marco D’Amore, nuovamente protagonista nel ruolo di Ciro Di Marzio,

creduto morto alla fine della terza stagione e, come svelato dal film L’immortale,

clamorosamente tornato in scena, redivivo, in Lettonia.

Con loro ritornano anche Ivana Lotito nei panni di Azzurra,  che abbandonata da Genny farà di tutto per tenere il piccolo Pietro al sicuro, lontano da suo padre e da tutto ciò che rappresenta, e

Arturo Muselli che torna a interpretare Enzo Sangue Blu, l’ex re di Forcella divorato dai sensi di
colpa per aver visto troppi compagni morire per colpa sua.

Ci sono  diversi nuovi ingressi nel cast:
Domenico “Mimmo” Borrelli è Don Angelo detto ‘O Maestrale, il feroce boss di Ponticelli

che si rivelerà fondamentale per la guerra di Genny contro i Levante e per permettergli di riprendersi Secondigliano.

Tania Garribba  interpreta invece Donna Luciana, la moglie di ‘O Maestrale, donna dal carattere feroce al pari del marito e un’intelligenza astuta e raffinata.

Nei panni di ‘O Munaciello, uno dei capipiazza di Secondigliano, entra nel cast anche Carmine Paternoster.

E ancora Antonio Ferrante  e Nunzia Schiano , a interpretare rispettivamente Vincenzo Garignano detto ‘O Galantommo, anziano boss di un piccolo paese alle pendici del Vesuvio, e Nunzia, donna fiera e
infaticabile, da quasi cinquant’anni sua devota moglie.

Gennaro  è rinchiuso in un bunker di tre metri per tre, mentre fuori tutta la polizia di Napoli lo sta cercando, pieno di rabbia verso coloro che l’hanno costretto in quella condizione.

Il suo unico alleato è ‘O Maestrale, il violento boss di Ponticelli, che vede
nell’associazione con un Savastano la propria occasione di rivalsa dopo vent’anni passati in
carcere.

E proprio insieme a lui, Genny si appresta a condurre l’ultima battaglia contro i nemici
ancora in piedi: Ciccio, Saro e Grazia Levante vanno eliminati.

Ma i tre fratelli non sono gli unici ancora vivi, e tra i vivi c’è qualcuno che ha un’informazione che può sconvolgere Genny e gli equilibri in campo per sempre.

Ciro è vivo, a Riga. È stato Don Aniello a mandarcelo, dopo averlo salvato quella notte in mezzo al golfo. Genny è sconvolto da quella notizia e parte subito per la Lettonia alla ricerca di risposte.

Ed è lì che lo ritrova, Ciro. Dopo un anno di silenzio, i due sono di nuovo faccia
a faccia, pronti finalmente a dirsi quello che non sono mai riusciti a dirsi prima.

Per entrambi tutto sta per cambiare, perché pur lontani migliaia di chilometri dalla loro terra, adesso che sono insieme sentono forte il richiamo di Napoli.

Napoli che ora è senza un re e solo nuove guerre e nuovo sangue sanciranno chi si siederà di nuovo sul trono.

yellowjackets

Yellowjackets è il survival drama con Christina Ricci  e Juliette Lewis

Yellowjackets,  è la serie che va in onda,  in prima visione, il 17 novembre alle 22.15 su Sky Atlantic e in streaming su NOW, in contemporanea con gli Stati Uniti

yellowjackets Yellowjackets survival drama dalle sfumature horror

sull’incredibile storia di una squadra di calcio femminile di una scuola superiore che negli anni ‘90

sopravvive a un incidente aereo rimanendo isolata nelle remote terre dell’Ontario in attesa dei soccorsi.

Le protagoniste, da adolescenti, si dovranno adattare, riunendosi in clan e arrivando a compiere azioni crudeli e spietate pur di sopravvivere.

25 anni dopo, nonostante abbiano tentato di ricostruirsi una vita, le poche sopravvissute all’incidente dovranno confrontarsi con il loro tormentato passato.

Yellowjackets creata da Ashley Lyle e Bart Nickerson, conosciuti  anche come creatori di Narcos: Mexico, la serie – costruita su due diversi piani temporali .

Yellowjackets ha un nutrito cast quasi tutto al femminile:

tra le star della serie Christina Ricci  e Juliette Lewis,  con Melanie Lynskey, Sophie Thatcher, Tawny Cypress , Ella Purnell ,

Sammi Hanratty ,  Steven Krueger, Keeya King, Warren Kole .

Anni ’90. Le giovani e talentuose giocatrici di una squadra di calcio femminile di un liceo nordamericano sopravvivono per miracolo a un terribile incidente aereo e

si ritrovano da sole nella natura selvaggia dell’Ontario per svariati mesi.

La speranza di essere salvate dai soccorsi cede presto il posto alla disperazione, alla rabbia e alla paura, e le ragazze, ormai divise in veri e propri clan,

si ritrovano a lottare senza pietà per la sopravvivenza, arrivando anche a praticare il cannibalismo.

Nel presente, 25 anni dopo,  alcune delle sopravvissute,  Shauna, Taissa, Misty e Natalie, sono andate avanti con le loro vite, ma il ricordo di quei giorni è impossibile da cancellare:

ciò che è successo un quarto di secolo prima non ha mai smesso e non smetterà mai di tormentarle.

 

 

 

 

 

 

3/19

3/19 è il film diretto da Silvio Soldini con Kasia Smutniak

3/19 è il film diretto da Silvio Soldini con Kasia Smutniak,

Francesco Colella, Caterina Forza, Paolo Mazzarelli, Martina De Santis, Antonio Zavatteri, Anna Ferzetti, Arianna Scommegna, Giuseppe Cederna

3/19La sceneggiatura di 3/19 è firmata da Doriana Leondeff, Davide Lantieri, Silvio Soldini.

3/19 è distribuito da Vision Distribution.

 3/19 :  è il numero con cui viene indicato un giovane immigrato, morto nell’anonimato.

“Nel mio film – dice Soldini – ho affrontato ll tema della memoria, le cose nascoste nei meandri della mente che tornano fuori.

E poi il tema del caso o del destino, che attraversa tutto il mio cinema.

Infine, volevo raccontare l’incontro-scontro tra due persone che porta a un cambiamento, a una sorta di rinascita”.

 “ Per questo film Kasia è stata fondamentale .

Dal primo provino con lei ho sentito che aveva qualcosa di molto credibile e vicino al personaggio, diverso da tutti gli altri del mio modo di girare.

La protagonista è una donna forte, quasi un soldato, abituata a lavorare in un mondo quasi del tutto maschile e a lottare,

ma in fondo ha una fragilità, una sensibilità finissima. Con Kasia queste due facce hanno preso vita con grande intensità”.

Il tema centrale di 3/19  è quello della responsabilità verso il prossimo, anche quando non c’è obbligo o perseguibilità penale, e per estensione verso la società e l’ambiente.

La Smutniak parla così del suo personaggio: “Camilla Corti è un avvocato, una donna che ha dedicato la sua vita al lavoro, rinunciando a se stessa e alla famiglia.

Super smart e veloce ma pur sempre una donna in un ambiente maschile dove sopravvivono solo quelli che sono veramente bravi e

 per fare questo devono rinunciare a tante cose che per le persone normali sono assolutamente incomprensibili”

 

 

una famiglia mostruosa

Una famiglia mostruosa di Volfango De Biasi al cinema

Una famiglia mostruosa è un film di Volfango De Biasi prodotto da  Fulvio e Federica Lucisano.

una famiglia mostruosaIl soggetto e la sceneggiatura di Una famiglia mostruosa sono di Volfango De Biasi, Filippo Bologna, Tiziana Martini e Alessandro Bencivenni

Una famiglia mostruosa è una produzione Italian International Film con Rai Cinema Distribuito da               01 Distribution.

Il cast è composto da Massimo Ghini, Lucia Ocone, Lillo, Ilaria Spada, Cristiano Caccamo,

Emanuela Rei  e con Paolo Calabresi con la partecipazione di Barbara Bouchet e Pippo Franco

Una giovane coppia di studenti fuori sede, Adalberto e Luna, si incontra e si innamora.

Lontani da casa, i due non hanno occasione di conoscere le rispettive famiglie,

ma quando lei resta incinta, Adalberto si vede costretto a portarla dai suoi,

sebbene faccia di loro un ritratto poco lusinghiero, tant’è che osserva scherzosamente:

“ne parli come se fossero dei mostri”.

La ragazza non sa quanto sia vicina alla verità:

Vladimiro, il futuro suocero, è infatti un vampiro, sua moglie Brunilde una strega,

il fratello di lei un Frankenstein, la sorellina Salmetta una Vampiretta e la nonna un fantasma.

Lo stesso Adalberto è un lupo mannaro, che però aspira a una vita normale e

finora è riuscito a nasconderle la sua identità.

La coppia si presenta così al castello di famiglia.

Tutto si complica con l’arrivo inaspettato della famiglia di lei, Nando, Stella, nonno Paride e il piccolo Ivano.

Il confronto fra le due famiglie si sviluppa con un rutilante corollario di equivoci e doppi giochi fino alla scoperta finale della verità,

rivelando i sorprendenti risvolti di questa specialissima gravidanza.

Una Famiglia Mostruosa – dice il regista –  nasce dal desiderio di tornare a giocare con l’immaginario dell’infanzia,

 popolato da mostri grotteschi e figure della fantasia che possano divertire tutta la famiglia.

È proprio la famiglia il centro dell’architettura narrativa, con le sue dinamiche fatte di equilibri e contrasti, di affetti profondi e ordinaria follia.

Non conosci mai profondamente qualcuno finché non conosci la sua famiglia, la storia, le contraddizioni, le note che la rendono unica,

imperfetta e definita dal fatto di costituire un’eccezione.

Una commedia familiare, di costume e di classe, che scorre su un doppio binario e mette a confronto i mostri letterari e i mostri dei nostri tempi,

dimostrando come per ciascuno il mostro sia sempre “l’altro”.

Questo film indaga il tema dell’accettazione della diversità, esplorando i luoghi comuni, rielaborandoli e caratterizzandoli in una dimensione fantastica,

 per raccontare come ogni famiglia sia mostruosa a modo suo.

Sul piano stilistico è stato estremamente interessante lavorare con gli attori sulle maschere,

riuscire ad accompagnarli in una recitazione inedita, immaginifica e sorprendente.

Ho potuto, inoltre, affrontare la sfida dell’utilizzo degli effetti speciali, che richiedono complessi tecnicismi e lunghi tempi di lavorazione,

ma che sullo schermo scorrono in un istante, e funzionano davvero solo se non si percepisce che esistano.

 

 

“Per tutta la vita” il film diretto da Paolo Costella al cinema

“Per tutta la vita” il film diretto da Paolo Costella è nelle sale dall’11 novembre.

per tutta la vita“Per tutta la vita”  è interpretato da  Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Carolina Crescentini, Claudia Gerini, Paolo Kessisoglu, Filippo Nigro, Claudia Pandolfi, Fabio Volo, Euridice Axen, Edoardo Brandi.

E con Ivana Monti, Pamela Villoresi e Renato Scarpa.

La sceneggiatura è firmata da Paolo Costella, Paolo genovese ed Antonella Lattanzi.P

“Per tutta la vita” è prodotto da Marco Belardi e Lotus Production con Rai Cinema e distribuito da 01 distribution.

“Finché morte non vi separi…” E se invece della morte a separarvi fosse un giudice che dichiara nullo il vostro matrimonio dopo aver scoperto che il pretino che vi ha sposato non era un vero prete?

Se vi capitasse di dover dire di nuovo “sì”, dopo anni dalla prima volta, come vi comportereste?

È quello che succede a tante coppie che scoprono di non essere mai state sposate.

Quattro, sono le coppie le cui vicende, intrecciate tra loro, seguiamo con maggiore interesse e curiosità, con la tensione che cresce mano a mano che il fatidico giorno in cui ripromettersi amore eterno si avvicina.

Il secondo fatidico “sì” segnerà per tutti l’inizio di una nuova vita.

Più felice? Più libera? Di sicuro più consapevole.

Sono partito – dice il regista Costella – da un articolo di cronaca su una coppia che aveva scoperto di essere stata sposata da un finto prete e che ovviamente si è vista annullare il matrimonio.

Paolo Genovese ed io abbiamo cercato di dar vita a qualcosa che somigliasse a un genere da tempo in voga in America che va sotto il nome di What if cioè Cosa succederebbe se.

Nel caso specifico ci siamo chiesti se poteva trattarsi soltanto di un incidente formale e presto abbiamo capito che le risposte potevano erano interessanti.

Partendo da una pausa di riflessione forzata di quattro coppie che si ritrovano a dover celebrare nuovamente le loro nozze perché il sacerdote del tempo non era un vero prete.

Abbiamo cercato così, con l’ulteriore apporto di Antonella Lattanzi, di mettere a fuoco delle storie interessanti e di riflettere su temi importanti.

Abbiamo voluto portare in scena argomenti come la mancanza di un figlio, la genitorialità in generale, la

scelta di una coppia che decide di “diventare” famiglia considerando un passaggio che può

sembrare naturale o nascondere ombre e problemi;

e ancora la fine di una storia d’amore, a proposito della quale si tenta di capire se sia possibile provare a riprenderla o se sia giusto

“mollare”.

Se le seconde occasioni che la vita offre diano la possibilità di ripartire con una

marcia diversa. Il tentativo è stato quello di mettere in campo diversi punti di vista e ritrovarne

in ognuno di questi aspetti uno originale come, per esempio, la vicenda di una donna che

messa davanti al fatto di diventare madre non reagisce in modo così naturale come avrebbe

pensato. Un tema delicato, questo, che abbiamo cercato di far diventare normale.

Molto importante è stata la scelta degli attori come conferma il regista:

Fondamentale è stato cercare degli interpreti che fossero credibili in una storia romantica e

attori a cui affidare, da spettatori, i propri sentimenti.

Capire se ci andava bene guardare la

storia con i loro occhi e viverla insieme a loro. Il vantaggio di partenza è stato quello di un testo

chiaro nel tono, in cui gli interpreti potessero entrare facilmente così come anche hanno fatto

altri grandi attori presenti nel cast – Ivana Monti, Pamela Villoresi e Renato Scarpa – che

apportano al film il peso giusto alla storia.

A mio avviso, oggi, la commedia o si mescola con altri generi, una strada moderna percorsa

molto anche in America, oppure deve trovare le sfumature e gli sguardi giusti nelle piccole

cose.

È necessario lavorare molto sui dettagli per lavorare su argomenti trattati altre volte: se

si spostano di poco i punti di vista riusciamo a essere più interessanti per noi e più originali per

il pubblico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

dan brown

Dan Brown – Il simbolo perduto la serie di Sky

Dan Brown – Il simbolo perduto cresce l’attesa per la messa in onda della serie prequel de Il codice da Vinci.

dan brownLa serie Dan Brown – Il simbolo perduto andrà in onda su su Sky e in streaming su NOW dall’8 novembre.

Dan Brown – Il Simbolo Perduto è una serie prodotta da CBS Studios, Imagine Television Studios e Universal Television,

divisione di Universal Studio Group ed è distribuita nel mondo da ViacomCBS Global Distribution Group.

Dan Dworkin and Jay Beattie sono gli sceneggiatori e produttori esecutivi.

Dan Brown, Brian Grazer, Ron Howard, Samie Kim Falvey, Anna Culp, John Weber e Frank Siracusa sono produttori esecutivi, insieme a Dan Trachtenberg che ha anche diretto il primo episodio della serie.

La serie TV (10 episodi, due episodi a settimana ogni lunedì), tratta Dall’omonimo bestseller di Dan Brown, edito da Mondadori, e in libreria a breve,

è incentrata sulle prime avventure di un giovane Robert Langdon,

l’iconico professore di simbologia religiosa dell’università di Harvard qui coinvolto in una serie di enigmi mortali che dovrà risolvere per salvare il suo mentore,

misteriosamente scomparso, e sventare un’agghiacciante cospirazione globale.

Ashley Zukerman  interpreta un giovane Robert Langdon, professore di storia dell’arte di Harvard esperto in simbologia religiosa che si ritrova improvvisamente coinvolto in una serie di enigmi mortali.

Quando il suo mentore, Peter Solomon (Eddie Izzard ), scompare misteriosamente,

la CIA, che è sicura che dietro questo misterioso rapimento ci sia qualcosa di grosso,

lo convince a entrare a far parte di una task force incaricata di fare luce su un serie di fatti che a tutti gli effetti sono i pezzi di un puzzle alquanto complesso.

Robert si ritrova così coinvolto in qualcosa di molto pericoloso, una cospirazione potenzialmente letale. Armato ‘’solo’’ della sua conoscenza della Storia, dei simboli e delle lingue morte, Langdon si mette così alla ricerca dello sfuggente e misterioso Simbolo Perduto.

Con Zukerman nel cast Valorie Curry è Katherine Solomon, la figlia di Peter, con cui Robert si lancerà in una corsa contro il tempo;

Sumalee Montano è Inoue Sato, un’agente della CIA che si occupa di sicurezza;

Rick Gonzalez  è Alfonso Nuñez, agente della polizia del Campidoglio;

Beau Knapp  è Mal’akh, una misteriosa figura che spinge Robert a mettersi alla ricerca di qualcosa che lo aiuterà a scoprire che fine ha fatto Peter.

 

 

 

la scelta di maria

“La scelta di Maria” è il docufilm con Sonia Bergamasco, Cesare Bocci e Alessio Vassallo

“La scelta di Maria” è un docufilm toccante ed intenso che andrà in onda il 4 novembre su Rai 1;

la scelta di mariadiretto da Francesco Miccichè e prodotto da Gloria Giorgianni

è una produzione Anele in collaborazione con Rai Cinema,

con il patrocinio del Ministero della Difesa in co-produzione con Istituto Luce-Cinecittà e con Tenderstories.

La narrazione  de “La scelta di Maria” ripercorre il toccante momento in cui Maria Bergamas, una contadina alla quale rimane solo una lettera del figlio Antonio,  e la scelgono come “madre d’Italia”.

E’ lei, nella cattedrale di Aquileia, a inginocchiarsi e scegliere la decima bara.

Poi, il viaggio del corpo in treno verso Roma, 120 soste in 4 giorni, con Maria Bergamas e il tenente Tognasso che diventano testimoni di uno spettacolo unico:

folle di persone si inchinano, lanciano fiori e pregano.

Il racconto termina a Roma, dove il  “Re soldato” Vittorio Emanuele III accoglie il convoglio,

mentre nello stesso istante, le città di tutta Italia, si uniscono in un lungo e silenzioso momento di cordoglio, voluto dal Ministro Gasparotto,

scandito solo dai pianti delle madri, dai rintocchi delle campane e da ventun colpi di cannone.

Stefano Coletta, direttore di Rai 1, parla del docufilm con emozione ed entusiamo:

questa è una vera operazione di servizio pubblico, è la narrazione di una identità individuale che diventa quella di un paese.

Noi dobbiamo raccontare la nostra storia, e questo lavoro produce una emozione autentica grazie anche alle interpretazioni di Bergamasco, Bocci e Vassallo.

Ci siamo ritrovati a rivivere qualcosa di contemporaneo perché in periodo di pandemia in tanti non hanno potuto vivere i propri lutti e quindi provare la follia del mancato lutto,

proprio come accade a Maria Bergamas.

La Bergamasco è stata incredibilmente brava, ha offerto una prova che lascia senza fiato”.

L’idea del docufilm è di Cesare Bocci: “come spesso accade durante una cena è nato tutto.

Un mio amico ci ha raccontato del nonno, macchinista di treno, che aveva preso parte a quel viaggio in cui la salma del milite ignoto è stata trasportata da Aquileia a Roma e

ricordava quei momenti in cui la gente si accalcava intorno al treno per rendere omaggio alla salma.

Un momento di identità collettiva, di senso di appartenenza al paese che andava ricordato ed, in molti casi, andava raccontato a tutti quelli,

e ci siamo resi conto che erano in tanti, che non conoscevano la storia del milite ignoto”.

“La scelta di Maria” trova una forza maggiore perché è stato girato nei luoghi reali in cui i fatti si sono svolti come racconta il regista Francesco Miccichè:

“nel prendere coscienza della storia ci è sembrato importante curarne i dettagli.

Per fare questo, ci siamo basati sulle immagini esistenti e sul racconto postumo dei tre protagonisti, Maria Bergamas, il Tenente Augusto Tognasso e il Ministro Luigi Gasparotto, a

ttingendo come fonti, ai loro diari, alle interviste, e ai libri scritti durante e dopo l’evento.

Un discorso a parte meritano i luoghi.

Abbiamo girato nelle trincee ancora esistenti del Monte San Michele e sul greto del fiume Isonzo, dove si sono combattute alcune delle più sanguinose battaglie della Prima Guerra Mondiale.

Abbiamo poi ambientato molte scene nella spettacolare Basilica di Aquileia, il vero luogo in cui Maria Bergamas scelse la salma del Milite Ignoto che ancora oggi è custodita a Roma.

E ricostruire le scene de “La scelta di Maria” nei luoghi dove sono avvenuti realmente i fatti ci ha permesso di toccare con mano la forza della storia,

di tornare indietro nel tempo e rivivere quei momenti, con un rispetto e una commozione che speriamo, il nostro film riesca a trasmettere”.

carla fracci

“Carla” è il film su Carla Fracci con la Mastronardi diretto da Emanuele Imbucci

“Carla” è il primo film su Carla Fracci la più grande ballerina italiana di tutti i tempi.

“Carla” è liberamente ispirato all’autobiografia di Carla Fracci

“Passo dopo passo – La mia storia”

(a cura di Enrico Rotelli, Arnoldo Mondadori Editore), interpretato da Alessandra Mastronardi diretto da Emanuele Imbucci.

carla fracciIl film ripercorre il percorso umano e professionale di un’icona della danza mondiale,

universalmente riconosciuta come una delle più grandi étoile del XX secolo e

definita nel 1981 dal New York Times “prima ballerina assoluta”.

“Carla” è  il film realizzato con la consulenza diretta della stessa  Fracci, del marito Beppe Menegatti e della loro collaboratrice storica Luisa Graziadei,

è stato girato tra Roma, Orvieto e Milano e in particolare al Teatro alla Scala che, per la prima volta nella sua storia,

apre le porte a una produzione fiction permettendo di girare all’interno dei suoi storici e prestigiosi spazi.

“Carla” è una coproduzione Rai Fiction – Anele.

La grande icona del balletto italiano, la nostra étoile più acclamata sui palcoscenici di tutto il mondo, con duecento ruoli interpretati in oltre mezzo secolo di carriera:

questi i primi pensieri che ho associato al personaggio di Carla Fracci quando la produttrice Gloria Giorgianni mi ha proposto per la prima volta il progetto del film – così il regista Imbucci –

Ho cominciato a leggerne l’autobiografia e vi ho ritrovato la figura forte e determinata che mi aspettavo, ma anche i sorprendenti ricordi di una tenera bambina sfollata in campagna per i bombardamenti,

che già riusciva a cogliere nella natura i primi elementi dell’armonia, quell’equilibrio, che l’avrebbe ispirata lungo tutto il suo percorso.

L’idea del film comincia a prendere forma e l’incontro a Milano con la signora Fracci e suo marito Beppe Menegatti conferma la sensazione di forza e fierezza di questa coppia, ma anche di profonda umanità.

Favorire il punto di vista del “personaggio Carla”, lo stare “con lei” accompagnando lo spettatore in una visione attraverso i suoi occhi e le sue sensazioni,

porta l’approccio alla messa in scena in direzione intimista e “sensoriale”, alla ricerca del massimo coinvolgimento.

Porterò sempre con me la grande emozione di quando la signora Fracci è venuta ad assistere alle nostre riprese alla Scala insieme al marito e alla loro affezionata collaboratrice Luisa Graziadei.

Ho impressa in mente l’espressione di Alessandra Mastronardi, che con tanto impegno e passione si è avvicinata a questo ruolo,

mentre ascoltava i suoi consigli sul palco e ricordo bene lo sguardo che la signora le aveva restituito da dietro la sua mascherina.

Considero un privilegio aver potuto guardare anch’io in quegli occhi e averci ritrovato ancora una volta quell’amore così intenso per la grazia,

per quella tanto adorata danza di cui Carla Fracci resterà per sempre la più luminosa delle étoile.

Quella della Fracci è una storia di coraggio e abnegazione in cui l’artista, già a dieci anni, è messa alla prova per entrare alle selezioni del Teatro alla Scala.

La direttrice Bulnès la trova “gracilina” ma lei non si arrende: figlia di un tramviere, conosce il valore del sacrificio e supera compagne che sono lì per diritto di nascita.

Carla prosegue nella sua brillante carriera e velocemente conquista palchi in Italia, Europa e quindi nel mondo.

1970: alla vigilia de Lo Schiaccianoci la paura di non farcela si fa reale quando Carla si infortuna ad una caviglia.

Carla si fa forza, le tornano in mente tutte le conquiste, i sacrifici e l’equilibrio magico delle libellule che osservava da bambina.