La vita è una danza è il film di Cédric Klapisch nelle sale con il debutto al cinema della etoile Marion Barbeau.
Con Marion Barbeau nel cast di La vita è una danza ci sono: Hofesh Shechter, Denis Podalydès, Muriel Robin, Pio Marmaï, François Civil, Souheila Yacoub,
Mehdi Baki, Alexia Giordano, Marion Gautier de Charnacé, Robinson Cassarino, Marilou Aussilloux, Mathilde Warnier,
Florence Clerc, Louis Lancien, Agathe Berman, Zinedine Soualem, Damien Chapelle, Germain Louvet, Daria Tombroff, Fanny Sage, Kevin Garnichat,
Léo Walk, Stéphane Debac, Léonie Lojkine, Pierre-Benoît Talbourdet, Mourad Frarema, Amelie Fonlupt, Olivier Broche, Alain Guillo e Jade Phan-Gia.
In La vita è una danza Elise (Marion Barbeau) è una promettente ballerina di danza classica che vive a Parigi assieme al fidanzato.
La sua vita perfetta viene però sconvolta il giorno in cui scopre che il ragazzo la tradisce e rimedia un brutto infortunio in scena.
Il cammino per la guarigione fisica ed emotiva la porta fino in Bretagna, dove il calore dei suoi amici e un nuovo amore la mettono davanti alla possibilità di una rinascita.
Armata di tenacia e determinazione, Elise non si lascerà sfuggire l’opportunità.
Marion Barbeau, prima ballerina dell’Opéra di Parigi, fa con La vita è una danza il suo debutto come attrice.
Hofesh Shechter, ballerino, coreografo e compositore nel film interpreta se stesso.
La maggior parte della musica proviene dal suo spettacolo “Political Mother: The Choregrapher’s Cut (2011)”, e la coreografia su cui lavorano i ballerini durante il film deriva da quello spettacolo.
La sequenza di apertura dura 15 minuti e praticamente non ha dialoghi.
Il regista Cédric Klapisch ha incontrato l’attore François Civil per caso durante una vacanza.
Il taglio di capelli di Civil gli ha dato l’idea per un fisioterapista new age, ispirato al personaggio di Brad Pitt in Burn After Reading – A prova di spia (2008).
Il regista Cédric Klapischsul film dice:
Amo la danza da moltissimo tempo ed è stato proprio questo il motivo per cui mi è stato chiesto di realizzare quel documentario.
La danza è stata una presenza costante nella mia carriera.Erano più di 20 anni che pensavo di fare un film di finzione sulla danza.
Ero certo di una o due cose sul film da fare. Sapevo di voler fare questo film con Hofesh Shechter.
Volevo che fossero dei ballerini a interpretare le parti e non attori che ballano.
Per questo, ancora prima di iniziare a scrivere, volevo trovare la persona su cui si sarebbe basata la mia storia.
Ho iniziato il processo di casting prima tra i ballerini della compagnia di Hofesh Shechter, poi tra i ballerini dell’Opéra di Parigi.
Ho realizzato subito che tutti loro sapevano recitare piuttosto bene.
È stato davvero impressionante! In effetti, tutti i ballerini sanno come vincere la paura del palcoscenico, come stare davanti a un pubblico, “fare spettacolo”, interpretare un personaggio.
L’unica cosa che spesso sembra difficile per loro è il rapporto con il copione.
Tutte queste persone che sono così a loro agio nel memorizzare coreografie, movimenti nello spazio, spesso sono meno a loro agio con la voce, con le parole o con la memorizzazione di un copione.
Conoscevo Marion Barbeau da molto tempo e avevo notato che aveva lo stesso talento nella danza classica quanto in quella contemporanea.
L’avevo anche filmata mentre danzava nello spettacolo di Hofesh all’Opera. Durante l’audizione mi sono reso conto che emana una naturalezza incredibilmente emozionante.
Ho pensato che questa sua spontaneità sarebbe stata meravigliosa da filmare.
Ovviamente sapevo che ci sarebbe stato molto lavoro da fare, ma le componenti essenziali c’erano.
E alla fine ho avuto ragione.
La storia del film si basa su un’idea di ricostruzione e rinascita, con il desiderio che ci sia bisogno di andare verso qualcosa di positivo e solare, qualunque siano gli sforzi per raggiungerlo.
Potrei dire prevedibilmente che è un film sulla vita, – conclude – un film sul piacere profondo di chi balla e che nutre questo desiderio di elevarsi, di superarsi.
Sul suo personaggio Marion Barbeau dice:
Élise ha le caratteristiche tipiche di una ballerina.
È una combattente, una persona fortissima che si è costruita una corazza intorno dopo la morte della madre.
Ma il suo infortunio le insegnerà anche a domare le sue debolezze e a convivere con le sue fragilità.
Questo è ciò che ho amato di più nella sceneggiatura: il fatto che Élise non si senta mai dispiaciuta per se stessa, nonostante quello che le succede.