I Pionieri è il film diretto da Luca Scivoletto con soggetto e sceneggiatura di Eleonora Cimpanelli, Pierpaolo Pirone, Luca Scivoletto prodotto da Domenico Procacci e Laura Paolucci.
I Pionieri è una produzione Fandango e Rai Cinema nelle sale dal 13 aprile.
La fotografia di I Pionieri è di Stefano Falivene, il montaggio di Alice Roffinengo.
Nel cast ci sono: Mattia Bonaventura, Francesco Cilia, Danilo Di Vita, Matilde Sofia Fazio, Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina, Eleonora Danco con la partecipazione di Claudio Bigagli.
Sicilia, estate del 1990. Enrico ha dodici anni e tutti i problemi dei ragazzini della sua età. Ma a tormentarlo non sono gli ormoni impazziti o un amore non corrisposto.
Il suo problema più grande si chiama Partito Comunista Italiano.
Il partito di suo padre – dirigente locale e probabile futuro segretario regionale – e di sua madre, delegata all’educazione ortodossa dei figli:
niente religione, niente Reebook, niente Rambo, niente Nintendo. In pratica: niente vita sociale.
A parte Renato, l’unico amico di Enrico, anche lui figlio di comunisti (il padre morto per la troppa passione politica e la madre viva ma non meno appassionata)
che a dodici anni si veste e parla come un funzionario di sessanta.
Lui al comunismo ci crede davvero. Enrico invece vorrebbe solo essere come gli altri.
D’estate andarsene al mare, per esempio, e non in giro con il padre, a convincere i compagni che la svolta voluta dal segretario, l’abbandono della falce e martello, è ormai inevitabile.
Farebbe qualunque cosa per evitarlo, anche scappare.
Andarsene in campeggio loro due, lontani da sezioni fumose e da cugini maneschi.
Non un campeggio normale, no: rifonderanno i Pionieri, i vecchi scout comunisti ormai estinti da decenni.
E andrebbe tutto liscio se sulla via della fuga non incontrassero Vittorio, compagno di scuola pluribocciato e manesco che si unisce all’impresa;
e Margherita, anche lei in fuga dalla madre, militare americana della vicina base Nato, e da un vero campo scout.
Quattro ragazzini con ben poco in comune, se non la necessità di scappare.
Dai militari americani e da una madre che vuole portarti lontano, dai carabinieri e da un altro quartetto, male assortito come il loro:
i litigiosissimi genitori di Enrico, l’intransigente madre di Renato e il fascistissimo padre di Vittorio.
Per riuscirci Enrico, Renato, Vittorio e Margherita devono restare uniti, che se non si può tornare indietro non si può far altro che andare avanti. Anche se fa paura.
sul film il regista dice:
Il film parte da uno spunto autobiografico, quindi, ma che poi parte per la tangente. Una storia che racconta l’avventura, racconta la crescita, l’amicizia, l’amore.”
L’Italia era organizzata in maniera diversa rispetto ad ora.
C’era una partecipazione alla politica anche quotidiana.
Era una realtà molto diversa. Io faccio parte di quella generazione che ha assistito al distacco dalla politica.
Immagino che, leggendo il libro, i giovani attori siano riusciti ad entrare in un mondo che non conoscevano e farsi un’idea di che cosa fosse.
Il caso del personaggio di Renato è stato emblematico. Francesco, l’attore, doveva crederci. Questa è stata la sfida vera.
Doveva sostenere un personaggio già strano all’epoca. Usavamo la Juventus come metafora. Poi i problemi sono sempre gli stessi, nella famiglia, nella crescita.
Il rispecchiamento per loro c’è, il comunismo è uno sfondo storico.
Magari farà sorgere delle domande: cosa è successo in Italia dopo la caduta del muro?Se i più giovani si faranno questa domanda, la sfida è vinta”.