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la quattordicesima domenica

La quattordicesima domenica del tempo ordinario di Pupi Avati con Lavia, Fenech, Bocci e Guenzi nelle sale

La quattordicesima domenica del tempo ordinario il film diretto e sceneggiato da pupi Avati è nelle sale.

La distribuzione del film è di Vision distribution, la fotografia di Cesare Bastelli il montaggio di Ivan Zuccon, le  musiche di  Sergio Cammariere, Lucio Gregoretti

la quattordicesima domenicaLa produzione di La quattordicesima domenica del tempo ordinario è a cura di

Duea Film, Minerva Pictures con Vision Distribution in collaborazione con Sky

Nel cast di La quattordicesima domenica del tempo ordinario  ci sono:

Camilla Ciraolo, Lodo Guenzi, Nick Russo, Edwige Fenech, Gabriele Lavia, Cesare Bocci, Massimo Lopez, Cesare Cremonini, Jacopo Rampini, Fabrizio Buompastore,

Sydne Rome, Anna Safroncik, Patrizia Pellegrino, Pilar Abella, Vincenzo Failla.

 

Bologna, anni 70. Marzio, Samuele e Sandra sono giovanissimi e ognuno ha un suo sogno da realizzare. La musica, la moda, o forse la carriera.

I due ragazzi, amici per la pelle, fondano il gruppo musicale I Leggenda e sognano il successo. Sandra è un fiore di bellezza e aspira a diventare indossatrice.

Qualche anno dopo, nella quattordicesima domenica del tempo ordinario, Marzio sposa Sandra mentre Samuele suona l’organo.

Quella ‘quattordicesima domenica’ diventa il titolo di una loro canzone, la sola da loro incisa, la sola ad essere diffusa da qualche radio locale.

Poi un giorno di quei meravigliosi anni novanta in cui tutto sembra loro possibile, si appalesa all’improvviso la burrasca, un vento contrario e ostile che tutto spazza via.
Li ritroviamo 35 anni dopo.

Cosa è stato delle loro vite, dei loro rapporti? Ma soprattutto cosa ne è stato dei loro sogni?

 

Pupi Avati parla del suo film:

Ho immaginato il titolo già oltre 15 anni fa quando, raggiunta la settantina, ho iniziato una doverosa riflessione sul percorso che avevo alle spalle.

La quattordicesima domenica del tempo ordinario secondo l’anno liturgico è quella che segue la Quaresima e anticipa l’Avvento e per me è il giorno in cui mi sono sposato il 27 giugno 1964.

Ho pensato, ho immaginato una separazione per un lungo periodo di 35 anni dalla donna che avevo sposato, nella reciproca aspettativa di vedere entrambi realizzati i nostri sogni immaginando

poi un nuovo incontro in cui verificare quanto questi sogni non si siano realizzati e di conseguenza quanto fossimo noi cambiati rispetto ad allora.

Credo che in una situazione come quella attuale dell’Occidente in cui la gran parte delle unioni – sancite da matrimoni religiosi o civili o altro –

hanno una vita breve perché si concludono molto spesso con separazioni e divorzi, l’immaginare cosa possa accadere di due persone che hanno usato il conoscersi reciprocamente per amarsi e

successivamente il conoscersi reciprocamente per combattersi e quindi che cosa possa rappresentare per loro il ritrovarsi dopo gran parte della propria vita vissuta lontani uno dall’altra.

È evidente che c’è ben poco di autobiografico in quanto la mia esperienza in ambito matrimoniale è ancora ben salda e mi auguro lo sia definitivamente.

Tuttavia, immaginare e scrivere una storia come questa mi ha dato modo di verificare quanto l’invecchiare abbia prodotto in me una nostalgia sempre più esplicita

nei riguardi di quella figura paterna della quale non avevo avvertito l’assenza per gran parte della mia vita.

Edwige Fenech racconta il suo personaggio:

Ho ricevuto una chiamata da Pupi Avati che mi ha raccontato la storia del film al telefono e devo dire che sono rimasta molto impressionata.

L’ho sempre adorato come regista e mi ha fatto molto piacere che mi stesse cercando per propormi qualcosa di molto diverso rispetto a tutto quello che avevo fatto in passato.

Quando ha finito il suo racconto quasi non ci credevo, alla fine della chiamata avevo già detto di sì… Quando ho riattaccato mi sono messa a fare salti di gioia per come ero felice.

Sandra è un ruolo distante da me, però è molto vero e quando un personaggio è realistico inevitabilmente dopo tanti anni di esperienza inserisci nella tua interpretazione qualcosa del tuo vissuto:

tutti noi nella vita viviamo alti e bassi, gioie e dolori e tutte queste varie esperienze finiscono naturalmente anche nei nostri personaggi.

Per interpretare Sandra come sempre si fa ho studiato, ho cercato di capire chi è la persona che devi riproporre sullo schermo, ho cercato di coglierne la verità, le ombre e la luce.

In fondo l’approccio è sempre con qualcuno che non sei tu e sei tu che devi dargli vita.

 

Gabriele Lavia spiega il suo personaggio:

Io e Pupi Avati eravamo entrambi a Milano per motivi di lavoro, ci siamo incontrati, lui mi ha detto che avrebbe voluto girare un altro film insieme a me,

a quasi 40 anni di distanza dal nostro “Zeder”, e abbiamo chiacchierato a lungo.

Poco dopo ho letto e apprezzato la sceneggiatura che mi ha dato e abbiamo iniziato a girare.

Mi ricordo soprattutto che faceva molto molto freddo durante le riprese e il clima piacevole del set.

È stato bello lavorare con il mio regista, con suo fratello, il produttore Antonio Avati, e con tutti gli altri attori e tecnici…

Sono la seconda metà del personaggio di Marzio, interpretato in età giovanile da Lodo Guenzi.. Dostoevskij direbbe che quando ci sono io in scena a interpretarlo,

Marzio frequenta gli angoli bui della sua vita mentre quando è interpretato da Lodo frequenta quelli luminosi.

Mi verrebbe da dire che in scena io sono la delusione di Lodo Guenzi mentre Lodo è la mia illusione.

La vita ti riserva queste amare sorprese, Marzio vive da anziano questa delusione, è un fallito che vive in modo dimesso ma ha ancora dentro il cuore qualcosa, non abbandona il sogno di essere un musicista.

Marzio non ha una vita privata, non ha una vita, vive una continua delusione in cui coltiva ancora una strana illusione,

non si arrende ed è questa la sua forza, rappresenta un vecchio inarreso..

 

 

 

dante

Dante il film di Pupi Avati con Sergio Castellitto in onda su Sky in prima tv

Dante è il film scritto e diretto da Pupi Avati da un suo soggetto basato sul “Trattatello in laude di Dante” di Giovanni Boccaccio.

Il film va in onda lunedì 22 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno (alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand.

danteDante, prodotto da Antonio Avati, è una produzione Duea Film

con Rai Cinema e il contributo del Ministero della Cultura,

con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission.

Il film ha la fotografia di Cesare Bastelli, il montaggio di Ivan Zuccon ed i costumi di Andrea Sorrentino.

Il film, prodotto da Antonio Avati, è una produzione Duea Film con Rai Cinema

e il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission.

Nel cast di Dante ci sono:

 Sergio Castellitto (Giovanni Boccaccio), Alessandro Sperduti (Dante giovane),

Enrico Lo Verso (Donato degli Albanzani), Alessandro Haber (Abate di Vallombrosa),

Gianni Cavina (Piero Giardina), Leopoldo Mastelloni (Bonifacio VIII), Ludovica Pedetta (Gemma Donati), Romano Reggiani (Guido Cavalcanti),

Carlotta Gamba (Beatrice), Paolo Graziosi (Alighiero di Bellincione), Mariano Rigillo (Meneghino Mezzani), Valeria D’Obici (Suor Beatrice),

Giulio Pizzirani (Dante anziano), Erica Blanc (Gemma Donati anziana), Morena Gentile (Donna gozzuta), Milena Vukotic (Rigattiera).

Settembre 1350.

Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico

a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi.

Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate,

diede riparo e offrì accoglienza al sommo poeta e chi, al contrario, lo respinse e lo mise in fuga.

Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante,

sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene,

Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a poterci narrare la sua intera storia.

Le riprese si sono svolte nell’arco di undici settimane tra Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Roma

Il film è scritto e diretto da Pupi Avati da un suo soggetto basato sul “Trattatello in laude di Dante” di Giovanni Boccaccio.

“Attendi tanto. Diciotto anni prima che ti sia concesso di realizzare un film.

Lo avevi nitido nel 2003 quando hai scritto la prima versione del soggetto.

Nel frattempo hai fatto altro, molto altro, ma quell’impegno con Dante ti è rimasto dentro, impellente, facendoti avvertire come una colpa il trascorrere del tempo

  • dichiara Pupi Avati –

“Poi, finalmente, incontri chi ti ascolta e non rimanda, chi apprezza l’idea e ti trovi ‘impreparato’ a quell’assenso, a quell’accoglienza.

Che si realizzi nell’Italia di oggi in cui le gerarchie di cosa e di chi conti è dettato da ben altro, un film sulla vita di Dante Alighieri, ha dell’inverosimile.

Dante comunica a tutti un senso di inadeguatezza. Crea complessi di inferiorità, e giustamente.

Apre una distanza per la sua onniscienza, per la sua dismisura poetica, per il suo mistero. Io ho tentato di rendere Dante seducente.

E per farlo ho studiato vent’anni”.

sofia loren

Nastri d’Argento 75: tutti i vincitori

Tutti pazzi per le donne, ai Nastri d’Argento 75, stravincono le donne con MISS MARX, film dell’anno, e soprattutto con ben cinque premi che vanno a LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante (tra cui film, regia e produzione).

nastriA seguire, per la commedia, quattro nastri a L’INCREDIBILE STORIA DELL’ISOLA DELLE ROSE di Sydney Sibilia, tra cui quello andato ad Elio Germano.

A Pietro Castellitto con I PREDATORI va il premio come miglior regista esordiente (Massimo Popolizio è in invece miglior attore non protagonista)

mentre Kim Rossi Stuart risulta essere il miglior attore drammatico per COSA SARÀ.

Tra le attrici, Nastri a Teresa Saponangelo (IL BUCO IN TESTA) e Sara Serraiocco (NON ODIARE)

ed ex aequo, per la commedia, a Miriam Leone (L’AMORE A DOMICILIO) e Valentina Lodovini (10 GIORNI CON BABBO NATALE).

Sophia Loren vice un nastro di platino come protagonista de LA VITA DAVANTI A SÈ e Nastro speciale a Renato Pozzetto protagonista del film di Pupi Avati, LEI MI PARLA ANCORA.

Colin Firth si aggiudica il nastro Europeo.

Per la musica vincono: Laura Pausini per la miglior canzone originale IO SÌ, già vincitrice del golden Globe e candidata all’Oscar;

Stefano Bollani per la miglior colonna sonora (CAROSELLO CAROSONE) e Giuliano Sangiorgi per il ‘cameo dell’anno’ in TUTTI PER 1 – 1 PER TUTTI di Giovanni Veronesi.

Nastro per il miglior soggetto a Claudio Noce e Enrico Audenino per PADRENOSTRO.

il ‘Premio Guglielmo Biraghi’ per gli esordienti è andato a Ludovica Francesconi (SUL PIÙ BELLO), Alice Pagani (NON MI UCCIDERE) e al trio di EST – DITTATURA LAST MINUTE : Jacopo Costantini, Matteo Gatta, Lodo Guenzi.

A Ginevra Francesconi per le due interpretazioni di GENITORI Vs INFLUENCER e REGINA, invece, il ‘Premio Graziella Bonacchi’.

Il Premio Nastri d’Argento ‘Persol-Personaggio dell’anno’  è per MORRISON di Federico Zampaglione la performance di Lorenzo Zurzolo.