I soliti idioti 3 – Il ritorno il film scritto, diretto ed interpretato da Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli e Ferruccio Martini

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I soliti idioti 3 – Il ritorno è il film scritto, diretto ed interpretato da Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli e Ferruccio Martini.

In I soliti idioti 3 – Il ritorno con Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli ci sono: Sabrina Ferilli oltre a Gué Pequeno, Andrea Delogu ,

Gabriele Corsi, lo youtuber Gabriele Vagnato, la rapper Anna, Big Fish e gli attori Giulia Vecchio, Carlo Amleto, Ippolita Baldini, Daniela Virgilio

i soliti idioti3Il film è prodotto da Road movie e distribuito da Medusa Film

Nel film ritroviamo i personaggi

di Biggio e Mandelli più iconici e più attuali che mai:

Ruggero De Ceglie e il vessato figlio

Gianluca, gli(im)moralisti Giampietro e Marialuce, gli “zarri” Patrick e Alexio,

fino

al metallaro Sebastiano alle prese con la sfiancante postina Gisella, la coppia di omosessuali, Fabio e Fabio.

Un racconto del la contemporaneità, attraverso cinque storie parallele che hanno come comun denominatore il tema della famiglia,

sempre al centro del dibattito sociale e culturale del nostro Paese.

Cosa si intende per famiglia? Cosa deve essere?

Con questo film il duo comico vuole dare la sua risposta, ovviamente attraverso la lente deformante dei suoi personaggi più amati che nelle loro estremizzazioni ben raccontano i tempi che corrono.

Un occhio cinico, divertito, a tratti feroce, sempre esilarante.

Sul film Mandelli, Biggio e Martini dicono:

A distanza di dieci anni i Soliti Idioti tornano sul grande schermo, questa volta non

solo come attori e autori ma anche come registi.

 L’attenzione principale della regia riguarda naturalmente l’aspetto comico e satirico del film:

il racconto dei vizi, dei difetti, delle idiosincrasie degli italiani,

che in questi dieci anni sono cambiate di poco:

 in fondo siamo gli stessi di sempre, forse soltanto ancora un po’ più “idioti”.

Quello che è cambiato è il mondo tutto attorno.

 La rivoluzione tecnologica, ad esempio, che abbiamo affrontato trattandone gli elementi più iconici e rappresentativi:

 l’intelligenza artificiale, impersonata dalla voce di una Sabrina

Ferilli che incarna una sorta di “alter-ego” di Ruggero De Ceglie;

 il dilemma morale della tecnologia, che si manifesta nelle scelte dell’auto a guida autonoma dei due borghesi “immoralisti”;

 i cambiamenti di costume nella sessualità, con l’esplosione

della “fluidità” di genere, che irrompe nella vita sentimentale della nostra coppia “gay”, Fabio e Fabio;

di nuovo la tecnologia delle “App” e delle operazioni da remoto come elemento di ulteriore vessazione nella mani della burocrazia, impersonata dalla sadica Postina.

 In tutto ciò, i registi sono stati attenti a mantenere il loro

sguardo caratteristico, osservando i propri personaggi non dall’alto, in tono giudicante, ma al loro stesso livello, obbligando il pubblico a domandarsi:

sono quelli i veri “mostri”, o in fondo lo siamo un po’ anche noi?

Da un punto di vista dello stile, i registi hanno proseguito e approfondito un approccio alla commedia che si rifà alla tradizione classica del cinema italiano di costume,

arricchito da spunti più surreali alla maniera della comicità inglese, dai Monty Python a Little Britain.

Un impasto stilistico che a nostro avviso ben si adatta al tema principale del film:

quello della “famiglia”, così denso di elementi tradizionali ma al tempo stesso in uno stadio di complessa evoluzione,

decostruzione e trasformazione che ne mette in luce gli aspetti più surreali e stranianti